> R ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ‘` j bjbj o ; ] , 2 x $ Q Q Q P FR T V Y T 2[ l R m m m n q $ r ;V =V =V =V =V =V =V $ \ h `_ B aV s n n s s aV m m g ^Y v v v s m m ;V v s ;V v v F p wS m &[ H1 Q s P U tY 0 Y P _ t _ P wS wS 8 _ S p Qs es v ss s y Qs Qs Qs aV aV u Qs Qs Qs Y s s s s 4 D 4 La PUBBLICIT CAROSELLO PUBBLICIT Il fenomeno pubblicitario in Italia dagli anni del Boom economico Il Boom economico stato un momento pieno di ispirazioni, uno dei due momenti di forte creativit dell Italia moderna (il neorealismo, nato dallo shock della guerra e la commedia all italiana, nata da uno shock pi leggero e meno profondo: il boom economico). Il cosiddetto miracolo economico iniziato tra 1953-1956. In quella Italia, fra la fine della Guerra e l avvento del Neocapitalismo, negli anni di impetuoso sviluppo economico e di crescente dinamismo sociale, mentre scompariva la millenaria Italia contadina, stanno le radici dei vizi e delle virt della societ moderna. Le campagne si svuotano, i palazzinari si arricchiscono, la super scorre a fiumi, i frigo intassano le case. Nella seconda met degli anni 50, l Italia era in un sistema di transizione caratterizato dall abbandono della dimensione statica di paese agricolo per avvicinarsi a quella dinamica di societ industrializzata. La struttura sociale italiana vedeva la famiglia al centro dell organizzazione sociale, una famiglia patriarcale che, soprattutto nelle zone agricole, frenava ogni spinta al cambiamento e tendeva a soddisfare tutte le necessit al suo interno (famiglie di matrice cattolica ove argomenti come adulterio, verginit , divorzio e limitazione delle nascite erano tab ). Nel mondo, nel fratempo, si assisteva ad un nuovo stato di crescita produttiva dovuto in particolare all aumento della popolazione mondiale negli anni del dopoguerra. Il fenomeno ebbe origini negli USA che, dopo la guerra, optando per un sistema di produzione capitalistica, fecero da traino alla ripresa economica modiale, prima nelle industrie, poi, pi lentamente, nell agricoltura. Entrambi i settori vennero potenzati e modenizzati. L incremento delle scienze e la loro applicazione alla produzione e al settore dei trasporti, culminanti con lo sbarco sulla luna del 69, hanno portato alla creazione di molti nuovi servizi come la motorizzazione privata e l aviazione civile, contribuendo ad un netto miglioramento del tenore di vita dei cittadini. Assisteremo poi ad un ulteriore rottura con i modelli precedenti, con un nuovo passaggio da una societ industriale connotata, ancora negli anni 60, da forti tratti tradizionali, a quella molto pi liberale, ma assistita, degli anni 70 e che ha determinato nuovi assetti comportamentali che si sono affermati specialmente nelle famiglie della classe media, ovvero il modello di nuova formazione in una societ avanzata. Poi segue lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa e la conseguente nascita della societ dei consumi. Un processo che non ha cambiato solo l economia dei paesi ma la loro stessa cultura, poich ha aperto le porte a nuove esigenze, ha permesso di confrontarsi con il modo di vivere di altri paesi, ha imposto criteri culturali, igienici, estetici completamente diversi da quelli che avevano dominato la statica famiglia italiana. Con lo sviluppo ci si apre ad una nuova visione del mondo, pi pragmatica, capace di guardare al di fuori degli angusti limiti della tradizione. Le esagerazioni del Boom sono la coscienza del possesso, la smania di successo ed il protagonismo della nascente classe media. Ma il decennio 50-60 vide anche lo sviluppo di un settore nuovo, il terziario, e di un nuovo potentissimo mezzo di comunicazione: la TV. Insieme al cinema, essa occuper uno spazio particolare nel panorama sociale e linguistico dell Italia contemporanea; nel secondo dopoguerra la TV ebbe un ruolo determinante come modello per l italiano orale che ha contribuito tanto a diffondere in un paese stremato dalla guerra un entusiasmo nuovo anche da un punto di vista linguistico. Il paese era pronto a sollevarsi dall analfabetismo e dall imperante monolinguismo dialettofono e, a partire dagli anni 70, la lingua diventa piuttosto specchio di una societ in rapido mutamento, anticipando e amplificando le mode e semplicemente testimoniando quanto vario e complesso fosse il repertorio lingusitico degli italiani. La TV ebbe un ruolo fondamentale anche nel condizionare la vita e i modelli di comportamento e nell instillare nuovi bisogni superflui nella popolazione della societ industrializzata. Consideriamo che la TV, come il cinema, raggiunge strati culturalmente e socialmente non omogenei. Il contenuto televisivo e cinematografico semplice, il carattere di intrattenimento dello spettacolo, la condizione dello spettatore che integra il parlato con l immagine, rendono pressocch obbligatorie battute di dialogo brevi, lessicalmente e sintatticamente semplici cio conformi a usi linguistici gi largamente noti. Negli anni dello sviluppo TV , il modello pubblicitario imperante veniva dagli Stati Uniti. La risposta italiana a tale modello degli anni 50 stata molto particolare e si concretizzata in uno spettacolino TV che influenzer mode, comportamenti, linguaggio e la cultura del paese per 20 anni. stato un momento culturale in cui si passato dal concetto popolare di reclame a vera e proprio scienza della comunicazione ovvero all idea: la pubblicit una cosa seria. I mezzi di comunicazione di massa si sono sviluppati di pari passo con l industrializzazione ed per lo stesso motivo che il Carosello nato, praticamente, assieme alla TV, durante il periodo di grande sviluppo industriale che viene chiamato abitualmente il Boom economico. In ogni caso, la TV non poteva essere fin dagli inizi la TV commerciale che c stata fin dagli anni 40 negli USA. L America aveva gi allora un economia industriale decisamente pi avanzata di quella europea, sistemi funzionali e citt di milioni di abitanti nelle quali il modello di consumo era molto distante da quello povero e frammanetario dell Italia del dopoguerra. Questo era dovuto, assieme alla maggiore ricchezza del paese, al fatto che l America non aveva conosciuto guerre sul suo territorio ed alle caratteristiche tipiche dell economia e della cultura politica di un sistema dove l intervento dello Stato molto limitato. Negli USA la TV nata assieme alla pubblicit e l anima commerciale del mezzo ha permeato dei suoi contenuti tutta la programmazione fin dagli inizi. Carosello (di cui la data di nascita il 3 febbraio 1957) fu un fatto di costume autentico; nasce a Milano perch la citt pi industrializzata di Italia, ma anche perch allora era la capitale della comunicazione (case editrici, giornali, pubblicit ). Quando nasce Carosello, la TV passa da oggetto di consumo occasionale collettivo ad un ascolto domestico di massa. Lo spot TV la massima espressione artistica del 900 assieme al rock ed al cinema. All inizio, i caroselli, venivano fatti da attori famosi perch i prodotti avevano bisogno di essere veicolati da personaggi molto noti. Pensiamo a Dario Fo, Vittorio Gassman, Tot , Peppino ed Edoardo De Filippo, senza dimenticare la dimensione internazionale che Carosello assumer e che vedr addirittura impegnati Frank Sinatra e Jerry Lewis. E anche vero che, se in Italia l attore ha apportato un certo prestigio a Carosello, questo ha inversamente svalutato l attore: qualsiasi soggetto gli capiti poi di recitare, lo spettatore sar poi condizionato a vederlo con una bibita con due fustini in mano. Innanzitutto, la parola Carosello vuol dire Torneo (parata di 4 cavalieri) o pu essere stata derivata dal titolo del film Carosello Napoletano del 1954 o dalla parola Carusiello (bambinotto), oltre al nome di una palla di un antico gioco arabo. Innanzitutto ogni scenetta doveva essere in bianco e nero. Vi era poi una netta separazione in due parti, la parte dello spettacolo detta pezzo e la parte propriamente pubblicitaria detta codino . Nella prima parte non si poteva assolutamente fare accenno al prodotto reclamizzato. Un altra regola fondamentale era che nessun pezzo poteva andare in onda pi di una volta: basta pensare che oggi uno spot pu essere ripetuto senza variazioni per migliaia di volte su diversi canali per capire quale portata avesse un tale divieto. Uno degli effetti del divieto era quello di stimolare gli autori a inventare spettacolini che utilizzassero sempre gli stessi personaggi per semplificare la produzione e concentrare il lavoro in pochi giorni. Questo ha dato successo ad attori e personaggi che hanno trovato la loro strada solo con la nascita di Carosello. L effetto pi interessante stato che le serie pi fortunate sono diventate delle specie di minuscoli serials, dei piccoli talk shows, insomma dei veri prodotti tv che davano appuntamento alla prossima puntata. Da notare il famoso codino che differenziava Carosello da tutta la pubblicit mondiale e faceva impazzire i pubblicitari che cercavano di fondere armoniosamente scenetta e richiamo pubblicitario rispettando i vincoli di una censura che vietava di usare una certa terminologia. Una serie de norme di carattere etico imponeva che fossero escluse le opere che presentino la disonest , il vizio o il delitto, in maniera atta a suscitare compiacenza o imitazione o che risultassero volutamente volgari, truci, ripugnanti, terrificanti. Non si potevano presentare con compiacimento scene di adulterio e doveva in ogni caso essere posto in rilievo che le relazioni adulterine costituivano grave colpa. Le scene erotiche erano proibite e persino i baci dovevano essere rappresentati con discrezione e senza indurre a morbose esaltazioni. C erano poi regole non scritte destinate soprattutto a tutelare la pubblica morale. Di alcuni prodotti come la biancheria per signora era semplicemente proibita la pubblicit , non erano ammesse parolacce di sorta, nei caroselli non potevano comparire ragazze in costume da bagno, non si potevano pronunciare termini come sudore , forfora , depilazione , o deodorante . A Carosello non c era neanche una donna nuda. Non c era la donna-oggetto ma c era per tutto l armamentario della banalit , dell imbroglio, della mentalit consumistica, materialista che proponeva modelli di comportamento secondo una visione morale al cui centro non c era l uomo ma il profitto e con una tecnica manipolativa al culmine della raffinatezza. Secondo Carosello, la famiglia italiana era sempre urbana, aveva il problema della cera brillante, della seconda macchina, delle vacanze invernali. In Carosello non c erano contadini o vecchi se non per fare i biscotti della nonna, non c erano operai, n poveri, non c erano problemi. L unit della famiglia era assicurata dal prodotto, dal profumo e soprattutto dalla buona tavola, oltre al DDT, al purgante Falqui ed allo spazzolino da denti. Nella classifica della HIT PARADE dei prodotti reclamizzati, negli anni del boom economico, vi erano: al primo posto: gli alimentari, soprattutto gelati, biscotti e caramelle; al secondo: amari, aperitivi e liquori; al terzo: accessori per automobili (benzina e lubrificanti su tutti) al quarto: le pubblicazioni in dispense (ben 28 caroselli a loro dedicati. l Italia assettata di cultura) La trasmissione veicolava dunque modelli riferiti a uomini, donne, famiglie, bambini. Il modello di UOMO presentato: -di classe, piccolo borghese, giovane, forte, sicuro, bello, furbo, profumato, tranquillo, mandrillo, dirigente, ricco, importante. Esempi: Ho un debole per l uomo in lebole . Liquori? Senza pari la Sambuca Molinari . I Ramazzotissimi . Gli amarissimi che fanno benissimo . Gli aperitivi vigorosi . Le grappe che portano sempre pi in alto . Il whisky che di storto ha solo l etichetta . Il modello di DONNA : – giovane, bella, simpaticamente stupida, disponibile, casalinga, desiderabile, serena, senza problemi se non quelli del bianco-finestra e di far felice l uomo padrone. – la donna che lavora poi, libera, esce la sera ed sempre pronta a incontri imprevisti. Ecco un altro capitolo della modernit . Non baster solo deodorarsi, bisogna anche profumarsi e uomini e donne dovranno fare i conti con colonie, lavande, dopobarba e profumi che evocano atmosfere esotiche. Il messaggio di modernizzazione di carosello era quindi rivolto soprattutto alle donne essendo queste le prime responsabili degli acquisti della famiglia. Come uscire dal ruolo della casalinga per acquistare un ruolo sociale autonomo fuori dalle mura domestiche. Dagli anni 50 ha inizio una vera e propria battaglia del detersivo, una ventata di bianco si aggir per l Italia. Comincia una gara nazionale per convincere le massaie che un detersivo lava meglio di un altro. Esempi: Tra me e le aggressioni del tempo c la Kaloderma . Lo shampoo Testanera vellutante . Il sapone di nove stelle su 10 : Lo shampoo che ti rende libera dalla forfora e bella nei capelli . Un agente pubblicitario americano aveva notato che le donne erano disposte a pagare due dollari e mezzo per una crema di bellezza ma non pi di 25 centesimi per una saponetta. Perch ? Il sapone, spiegava lui, promette soltanto pulizia, mentre la crema promette bellezza . Oggi i saponi si sono dati a promettere entrambi. Le donne, scriveva lo stesso pubblicitario, comprano una promessa. In futuro, non si compreranno pi automobili, ma prestigio . La pubblicit dei medicinali forse la pi antica: prodotti che digestimolano, le purghe ecc. Notevole lo spazio dedicato ai mal di testa o ai colliri e alle fasce elastiche. Ci sono poi dei prodotti che segnano la linea di confine tra il medicinale e i cosmetici e sono gli elementi essenziali della modernizzazione che prende piede in Italia nel ventennio di Carosello. I principali sono gli spazzolini e i dentifrici: l igiene orale gi una mania negli USA, invece una gran parte degli italiani non ha ancora familiarit con questi prodotti. Non stato uno sforzo da poco convincerli che investire preventivamente tempo e denaro nella pulizia dei denti faceva risparmiare sul conto del dentista. Il passo successivo stato quello che li ha portati a considerare la bellezza dei denti come strumento di fascinazione. Ora la pubblicit , proprio perch ha un messaggio circoscritto, deve essere circoncisa, ma in Carosello essa era soggetto a dettami di realismo inesorabili. felice di essere amata dal marito in cambio di una buona cucina e di camicie ben stirate, ecco la donna della pubblicit italiana degli anni 70- 80; adora la conversazione con l amica, la cugina o la mamma, purch si parli di detergenti, di smacchiatori o di detersivi per il bucato. Il modello di BAMBINO Il fatto che Carosello ha coinvolto milioni di bambini uno degli aspetti pi interessanti del programma e forse quello che ha avuto effetti pi duraturi. La pubblicit TV da sola non avrebbe avuto la capacit di incidere in modo cos profondo sulla cultura giovanile, mentre Carosello ha potuto farlo perch appunto non era soltanto pubblicit . Attraverso i nuovi stimoli culturali si sviluppava una nuova attenzione al mondo dei bambini visti non pi solo come adulti in miniatura, in attesa di diventare grandi, ma anche come soggetti autonomi. C una cosa per che rende unico il fenomeno Carosello e gli ha conferito una capacit peculiare di cambiare la vita delle famiglie italiane: si tratta del fatto che lo sviluppo economico e sociale che in altri paesi, come USA, si era verificato molto tempo prima, in Italia ha coinciso con lo sviluppo della pubblicit TV. E con Carosello successo che attraverso gli spettacolini serali si sia sviluppata una cultura comune dei giovani, distinta e autonoma da quella degli adulti e che un mezzo potente e universale come la TV l abbia proposta per la prima volta a una intera genrazione. Una trasmissione come Carosello rispondeva, secondo i sociologi, a quelli che Packard definisce gli 8 bisogni e che sono ancora pi attuali: 1) la sicurezza emotiva (per esempio il frigo): per molti nel dopoguerra la garanzia che in casa c sempre cibo, la cui presenza rappresenta stabilit , sicurezza e affetto. 2) la stima personale Nel 1955 i giornalisti americani si chiedevano perch sapone e detersivi non riuscivano a creare attacamenti durevoli. Le donne avevano infatti tendenza a passare di continuo da una marca all altra. Sono arrivati alla conclusione che molte donne quando puliscono si sentono impegnate in una faticata per la quale non otterranno n compenso n riconoscimento morale. Occoreva alimentare il loro senso di stima e merito e impostare la pubblicit sulla nobilt e l importanza dei lavori domestici, senza pesantezza e goffaggine, tutto con sottintesi e abili perifrasi che facciano apparire quanto sia meritorio ed essenziale il compito della massaia. 3) le esigenze dell io il destinatario della pubblicit si deve sentire come l assoluto dominatore del prodotto. 4) gli impulsi creativi un prodotto pu , a dispetto della sua effettiva utilit , ricevere una spinta fortissima se stimola il senso artistico dell acquirente. Per esempio: D libero sfogo alla tua creativit e crea da solo i tuoi quadri col nuovo corso di pittura De Agostini . 5) il bisogno di immortalit ci che veramente attrae un uomo nell assicurazione sulla vita, l implicita prospettiva di immortalit attraverso il perpetuarsi della sua influenza . Non tanto la sua morte fisica, infatti, che gli riesce intollerabile, quanto l idea della completa obliterazione, un pensiero che l uomo non pu concepire. Per esempio: Un diamante per sempre pubblicit che vuole rassicurare l acquirente per l eccessiva spesa, asserendo che il valore di questa pietra preziosa non sar mai svalutato, costituendo una vera garanzia economica. 6) la speculazione sull affetto si spinge sul complesso edipico. Per esempio: Dove c Barilla, c casa pubblicit che lega il prodotto al principio di un affetto familiare che diventa pi forte grazie ad esso. 7) il senso di potenza il fascino che esercita sulle persone qualsiasi prodotto che sembri offrire un aumento della potenza personale. Per esempio, pensiamo al pretesto delle fabbriche di auto nel convoncere il guidatore sul tema della potenza e al meraviglioso margine supplementare in caso di emergenza di cui dotata la macchina: ABS, AIRBAGS ecc. 8) i legami familiari spesso la pubblicit si basa sull esaltazione dei benefici che le famiglie ricavano dall uso dei certi prodotti. Per esempio: Berghelli bimbo sicuro o Bambini pi sicuri, genitori pi sereni . Dopo i primi mesi di Carosello, c un impennata di acquisiti TV. Esso rappresenta uno strumento che ha catturato all ascolto TV un intera generazione di bambini e ragazzi che, altrimenti, vista la vocazione didattica dei programmi dell epoca, difficilmente si sarebbero trasformati in telespettatori. Carosello ha rappresentato la forma iniziale di pubblicit su scala di massa. Esso serv come occasione per la prima autoriflessione della coscienza collettiva d Italia sulla perdita di radici che i tempi nuovi annunciavano. Il successo di Carosello dimostra che la TV e la pubblicit hanno, insieme, un grande potere di penetrazione e che uno spettacolino pubblicitario ha una sua dignit e pu essere equiparato a una forma d arte. Gli effetti sul vocabolario sono stati moltissimi. Grazie alla pubblicit si venuta a creare una nuova nomenclatura agricola e domestica che forse per la prima volta nella storia della penisola risultata unitaria per tutte le regioni, quello che ha modificato notevolmente il rapporto tra lingue e dialetti; assorbendo la nuova nomenclatura, i dialetti si sono considerevolmente accostati all italiano. La vera sperimentazione linguistica si nascosta per anni nelle pieghe di Carosello. L italianizzazione del lessico dei dialetti non esaurisce il contributo dell industrializzazione all evoluzione delle forme linguistiche usate nella penisola. Gli elementi lessicali di lingue diverse dall italiano e con procedimenti di suffissazione e prefissazione altresi estranei alla tradizione linguistica italiana, ovvero il vocabolario industriale, grazie al potente intervento della pubblicit , ha determinato un avvicinamento dell italiano a lingue europee di diversa struttura (si tratta soprattutto dell inglese). La trasformazione interna del vocabolario collegato alla TV si raccoglie in varie categorie, ma in particolare nelle innovazioni semantiche o lessicali connesse al campo della TV, ovvero parole preesistenti in italiano che sono messe dalla TV in uso con frequenza maggiore che nel passato. Esempi: ampex, andare in onda, ripresa audio, mezzi (mass comunication media), camera, cameraman, canale, cantagiro, cantautore, diretta, monitor, originale televisivo, quiz, sfarfallio, telecronica, telecronista, telegenico, teleromanzo, telespettatore, visore, zoom, zoomare, zoomata, lasciaraddoppista, mattatore, paroliere, valletta, valletto. Possiamo parlare piuttosto di un adattamento dell italiano ad usi orali della lingua sconosciuto un tempo fa. Grazie anche all uso di slogan facili e divertenti, Carosello divenne in breve il programma pi seguito della TV ed stata l unica trasmissione interamente ideata, scritta e diretta da privati. Oltre ai neologismi, alle parole straniere, ai giochi di parole, alle rime, la pubblicit usa largamente artifici tipici del linguaggio poetico e letterario, similitudini, metonimie: Leggera come una foglia (foglia d oro)…. fresca a cominciare dall uovo…. la Mayonnaise Kraft. . L etichetta non incollata sul vasetto ma su un guscio d uovo appena rotto da cui sta calando l uovo in una tazza. un esempio di metonimia che rappresenta di che cosa fatto un prodotto, sostituendo un termine (la maionese) con un altro (l uovo fresco). Grazie a Carosello in Italia nasce il pi grande studio di animazione europeo: la Gamma Film dei fratelli Gavioli, vincitori della Pama d Oro a Cannes nel 1965. La trasmissione era riuscita ad uscire dai confini nazionali, grazie alla collaborazione con registi francesi come Lelouche o J.L. Godard. Il giornale Le Figaro dir che Carosello rappresenta il pi grosso contributo italiano alla storia della TV. Infatti, Carosello produce in 20 anni 57% della produzione cinematografica italiana: 42.000 scenette, ovvero 8.000 films all anno e un giro di affari di 95 miliardi all anno. Assieme alla pedagogia dello sviluppo e del consumo, Carosello introduce nella vita degli italiani uno spazio di intrattenimento leggero e spettacolare che inviter il pubblico ad una fruizione meno sacrale del mezzo TV e l abituer ad una dose di divertimento quotidiano, preparandolo alla visione pi edonistica della civilt dei consumi. Per esempio: Il detersivo che lava cos bianco che la neve si vergogna e il giglio cambia mestiere . Negli anni 70 la pubblicit ha raggiunto altri livelli di sviluppo diversi da quelli dei primi anni. Nel 1977 gli italiani sono una nazione ormai consapevole della nozione di confini nazionali, ma anche dell esistenza di un mondo complesso e diversificato. Le imprese hanno cominciato a stimolare l attenzione per i consumi meno necessari e per invitare gli italiani a pensare ad essi era bisogno di una pubblicit pi raffinata, concentrata sul prodotto, con una drastica riduzione della parte dello spettacolo. Inoltre, Carosello con i suoi costi e per le sue caratteristiche limitava a poche e importanti ditte l accesso alla pi interessante e costosa forma di pubblicit . La sua fine ha permesso l accesso alla pubblicit TV anche di imprese minori; e poi non si devono dimenticare anche altri fenomeni come l internazionalizzazione dei mercati che porta prodotti sempre pi standardizzati, costruiti nei paesi dove la manodopera pi economica, o la nascita delle TV commerciali private che si reggono solo sulla pubblicit . Il merito di Carosello quello di aver fatto vedere per anni un mondo pi libero, pi aperto, pi cosmopolita e meno provinciale di quello che facevano vedere le stesse trasmissioni culturali della RAI. Ha promosso i consumi e nello stesso tempo ha indotto dei gusti e con questi la cultura che li giustificava, nel bene o nel male. Con la morte dello spot caroselliano si chiude un epoca scandita da un fatto di costume che ha portato nella vita di un intera generazione ulteriori regole precise di educazione: lavarsi i denti, lavarsi dietro le orecchie, a letto dopo Carosello ecc.. Il successo di carosello dimostra che uno spettacolino pubblicitario pu essere equiparato ad una forma d arte, ed per questo che certi registi hanno deciso di occuparsi solo di pubblicit . Infatti, oggi la pubblicit , creando un bisogno primario di identificazione con uno stereotipo culturale, pi o meno reale o indotto, riesce a riplasmare la realt sociale secondo una visione immaginaria della societ . Essa occupa spazi e tempi dell organizzazione individuale, collettiva, economica e civile con tratti specifici da Stato a Stato; per esempio, quando in Italia sul piccolo schermo compariva Carosello, negli Stati Uniti gi esisteva lo spot brevissimo che interrompeva il film. Oggi Carosello sarebbe troppo elementare in un sistema ricco di pubblicit . Chi vuole farsi ascoltare deve occupare spazi crescenti e chi non investe in pubblicit quando i suoi concorrenti lo fanno, rischia di sparire dal mercato. La pubblicit attuale si basa sulla forza espressiva di una bella immagine fotografica che trasmette erotismo, esotismo, fascino dell evasione in ambienti rafinati ed esclusivi, il richiamo all eleganza. La pubblicit attuale va ben oltre il fine originario di informare sull esistenza di un prodotto o di un servizio, per investire la sfera della mentalit , della visione del mondo e dei modelli culturali. Per imprimere lo spot nella memoria, si fa largo uso della tecnica della ripetizione martellante, inducendo assuefazione nel consumatore che, in una spirale senza fine, viene sollecitato dalle imprese ad assumere dosi pi potenti e pi sofisticate di illusioni. Negli anni 50 tutto quello che veniva dagli USA era, per gli intellettuali e per tutti i militanti di sinistra, l incarnazione del demonio, portava in s la degenerazione delle intelligenze, era cultura importata dell imperialismo e dl dominio occidentale sui paesi in via di sviluppo, e rappresentava la fine di ogni spinta alla nascita dell uomo nuovo, svincolato dall agressivit e dall assuefazione al consumismo specifiche dell economia capitalistica. C era chi sosteneva che la pubblicit imponeva consumi non necessari, che l eccesso dei prodotti importati dagli USA, accompagnato da una pubblicit che descriveva un mondo irreale e una societ pi ricca di quella italiana, avrebbe americanizato il paese, facendogli perdere le sue proprie caratteristiche e la sua specificit culturale. Un altra violenta contestazione dei meccanismi della comunicazione pubblicitaria era quella che sosteneva che i pubblicitari usavano tecniche psicologiche per spingere il pubblico al consumo, indipendentemente dal suo desiderio, producendo motivazioni irrazionali e facendo uso di messaggi subliminali. Si dimostrava anche che i messaggi pubblicitari non proponessero tanto un prodotto, quanto un sogno, un emozione, un imperativo a consumare, non per necessit , ma per dimostrare di far parte di ceti privilegiati. Per esempio, alcuni messaggi del 1960 dicevano: Bisogna vendere a coloro che non sanno ancora di che cosa hanno bisogno , oppure: Noi non vendiamo rossetto, compriamo clienti . Carosello ha incontrato quindi l opposizione della sinistra, degli intellettuali, dei cattolici pi intransigenti o dei laici pi snob, i quali consideravano che la pubblicit annebbiava le menti, banalizzava i rapporti sociali, americanizzava il gusto, allontanava dall impegno sociale, omologava ricchi e poveri. Il paradosso pi sconcertante che, rifiutando questi mutamenti, si rifiutava anche il superamento delle disugualianze pi gravi, l emancipazione della donna, l accesso alla vita associativa, le pi ingiustificate emarginazioni, ovvero si ostacolava il processo di democratizzazione della societ . In realt , la pubblicit una tecnica comunicativa di tipo persuasorio che va distinta sia dall informazione che dalla propaganda. Essa capace di lanciare determinate tendenze, stili di vita, modelli antropologici che, a lungo tempo, riescono quasi sempre a oltrepassare l ideologia del semplice consumo. Lo spot pubblicitario la massima espressione artistica del Novecento assieme al rock ed al cinema. Lo spot efficiente perch , usando modi semplici e diretti, riesce a informare attraverso un sistema rapido, elementare, istintivo, e perch non richiede, almeno a prima vista, competenze e abilit . quindi basato sull immediatezza e sulla velocit degli audiovisivi, con ricorso ad immagini che paiono quasi del tutto spontanee e naturali. La pubblicit diventa una delle tante presenze TV che, con estrema abilit di sintesi, vuole concentrare su di s i pregi e i difetti dell informazione, dello spettacolo, del commercio, della propaganda, dell industria e talvolta anche della cultura e dell estetica. Creando un bisogno primario di identificazione con uno stereotipo culturale, la pubblicit crea una visione immaginaria della societ . Per esempio: La IBM non vende computers ma: SOLUZIONI PER LA AZIENDE , oppure: La SWATCH non solo orologi ma IL CONCETTO STESSO DEL TEMPO , Il candeggio pi spinto per il bucato pi spento ecc. Tutto pubblicit . La pubblicit ovunque. La troviamo in televisione, sui giornali, alla radio, su Internat e richiama la nostra attenzione ogniqualvolta usciamo di casa, sui cartelloni pubblicitari, sui bus, dietro gli scontrini quando andiamo a fare spesa, sui muri dei palazzi, nelle stazioni dei treni. Si trova in ogni luogo, anzi, la pubblicit diventa, essa stessa, luogo. Nel mondo sviluppato, la pubblicit un elemento costante della vita quotidiana che spesso diventa invasiva. Quando facciamo di tutto per non trovarla, allora, a quel punto, e lei che trova noi, come la posta pubblicitaria che ci arriva a casa e le decine di e-mail informative che invadono i nostri computer. A causa di tutto questo affollamento pubblicitario diventato, ormai, sempre pi difficile catturare l attenzione dell utente. Il messaggio che si vuole trasmettere deve essere sempre pi mirato, deve emozionare, deve piacere, deve convincere e soprattutto deve trovare il consenso del fruitore attraverso l uso di tecniche di persuasione. Lo spot ha conosciuto negli ultimi anni una rapidissima evoluzione: dalla pubblicit di prodotti passato alla pubblicit di „come vivere”. La pubblicit d oggi non ha come suo primo obiettivo la vendita di un prodotto, ma la vendita di un modello e di un messaggio. La pubblicit , senz altro, uno dei pi tipici fenomeni di questo secolo, che influisce sul nostro modo di vivere e di pensare. Come fenomeno sociale, la pubblicit raccomanda a tutte le persone nuovi modi di vivere e assicura la diversit della vita in collettivit . Nello stesso tempo genera frustrazioni a quelli che non hanno la possibilit di comprare i prodotti popolarizzati, favoreggiando i conflitti sociali. La pubblicit offre all uomo un mondo fantastico, irreale, senza lotte, senza sofferenze e senza sconfitte. In questo modo, essa sviluppa l ottimismo e sicurezza di s , propone all individuo un immagine migliore su di lui stesso, e lo fa identificarsi con un modello di vita superiore. Cos , le persone reali, conosciuti come: attori, cantanti, modelli o tipi umani come la donna fatale o il cowboy sono presi come esempi e incita all imitazione. Siamo invitati in un mondo dell abbondanza, del potere e del coraggio, dell avventura e della libert . La pubblicit diventata, in apparenza, una garanzia della democrazia e della felicit . Il messaggio pubblicitario, grazie alla sua frequenza, a volte ci affatica, approfitta delle debolezze e dei sentimenti degli uomini; in questo senso, Fran ois Brune lo definisce oppio quotidiano perch determina gli uomini pensare che la loro vita socio culturale possa essere soddisfata dal consumo. La pubblicit offre l illusione che ci sia un remedio per tutti i difetti, imperfezioni. Il messaggio pubblicitario non chiede e non aspetta una risposta; non una comunicazione vera, ma un discorso unilaterale con strutture linguistiche e funzioni socio culturali complesse. Il 900 , per la pubblicit , il secolo decisivo. Il fenomeno pi importante la nascit della televisione che diventa da subito strumento nelle mani della pubblicit per la sua capacit di entrare involontariamente nelle case della gente, portando con s un grande bagaglio di parole straniere forestierismi. Nei tempi passati i principali veicoli di ingresso dei forestierismi in una lingua sono stati le corti dei governanti, ambienti diplomatici, i grandi viaggiatori ed i circoli letterari per quanto riguarda la lingua aulica, mentre veicoli di termini pi quotidiani sono stati gli importatori di merci soprattutto dall’oriente e nell’era moderna anche dall’America. A causa delle restrizioni operate dal fascismo, i forestierismi diminuiranno; si assister poi ad una ripresa della loro diffusione con l avvento della democrazia nel secondo dopoguerra. Oggigiorno i forestierismi invadono la lingua italiana tramite tutte le vie dei mezzi di comunicazione di massa (televizione, radio, giornali, Internet), inclusa la pubblicit , del commercio; attraveso i linguaggi specialistici: tecnologico, finanziario (grazie all inglese),etc; tramite la moda ed il linguaggio militare (grazie al francese), la scuola e le universit , i romanzi di grande tiratura ed i luoghi di lavoro. La comunit linguistica non interlocutrice, ma spettatrice, ascoltatrice e lettrice, da un lato, e consumatrice piuttosto condizionata, dall’altro. C’ sempre un gruppo di persone che trasferisce per primo i forestierismi alle masse, sia esso la redazione di una testata giornalistica ovvero adetti alla pubblicit . Oltre alle vie pubblicitarie attraverso il sistema di informazione stesso, i forestierismi trovano anche vie pi dirette al cliente, per esempio attraverso la denominazione dei prodotti, le insegne ed i cartelloni pubblicitari ed attraverso la denominazione delle stesse attivit commerciali; non per questo per hanno una penetrazione meno subliminale. In questo senso le insegne non contengono solo un messaggio commerciale ma danno un grande contributo alla diffusione dei forestierismi, in particolare nelle zone molto frequentate: i centri storici o i nuovi centri commerciali. Attualmente la maggior parte dei forestierismi introdotti dai mezzi di comunicazione di massa e dai veicoli linguistici commerciali di provenienza inglese, lingua il cui insegnamento che ormai gi da decenni ha preso il posto del Francese ed ancor di pi del Latino; quindi la maggiorparte degli interlocutori non trova grandi difficolt , almeno apparentemente. Siccome la maggiorparte dei forestierismi nella lingua italiana sono gli anglicismi, ho deciso di effettuare un analisi dettagliata di queste voci e di dedicargli un capitolo intero. Oggi l inglese ad esercitare la maggiore influenza sulle altre lingue. Essa ormai diventata una lingua internazionale in ambito politico, economico e tecnologico, e questo si riflette nell aumento di termini ed espressioni inglesi e americane in altri sistemi linguistici. Dunque, per quanto riquarda la percentuale dei forestierismi nella lingua italiana, risultata la presenza di circa il 70% di anglicismi, oltre ad un 20% di gallicismi, di circa il 5% di spagnolismi, il 4% di germanismi ed oltre ad un 1% di altri forestierismi. Le parole streniere diventano popolare non per la loro importanza nel vocabolario italiano, ma per la loro ripetizione attraverso i mezzi di comunicazione di massa, quando l ascoltatore o il telespettatore comincia ad usare questi termini. Tanti linguisti convergono al fatto che se il forestierismo non arricchisce con altri significati la parola gi esistente nella lingua ospite, non esprime un nuovo fenomeno che non potrebbe essere espresso tramite una parole autoctona, allora il suo prestito non ha senso. Si pu evidenziare anche il fatto che le forme fonetiche e ortografiche di tanti anglicismi si inseriscono difficilmente nella lingua italiana e strappano la dolcezza e la musicalit di essa. Dato che i sostantivi italiani finiscono in una vocale, questi neologismi di origine inglese che finiscono in una consonante non solo interrompono la leggerezza auditiva, ma anche abbruttiscono la scorevolezza fonetica del discorso. Si tratta, come diceva Leopardi, di quei barbarismi che invece di impreziosire la lingua, la rendono volgare, invece di arricchirla, la impoveriscono. Se vero che alcuni forestierismi non riempiscono alcuna lacuna della propria lingua, ma si aggiungono semplicemente senza arricchirla con nuovi significati, ci si pu chiedere se esista una alternativa per quelli che effettivamente descrivono nuovi concetti: la superfluit del forestierismo risiede nell’evidenza che la lingua un mezzo descrittivo degli uomini per simboleggiare a parole dei concetti. Questi concetti esistono di per s nella loro realt effettiva o immaginaria. La lingua un prodotto astratto, ogni cultura libera di crearlo, svilupparlo, modificarlo come crede. Quando l italiano non in grado di offrire qualche parola che significhi un nuovo concetto, allora l uso dei forestierismi desiderabile: l’inglese drafting, che nel linguaggio giuridico significa l’insieme dei procedimenti con cui si abbozzano e si attuano le proposte per le nuove leggi presentate in Parlamento , non ha equivalenti nell italiano e pu solo essere spiegato con una perifrasi. Infine, il motivo d orgoglio per molti sarebbe anche il predominio dell’Italiano a livello internazionale nelle terminologie dell’arte, ma soprattutto della musica, grazie all’influenza culturale (ma anche in ambito finanziario, militare) italiana durante il Rinascimento e per la musica, in particolare, grazie al melodramma ottocentesco e d inizio novecento (senza nulla togliere a Monteverdi e agli altri musicisti italiani dal Barocco fino alla musica classica contemporanea). Questi successi dell’Italiano bilancerebbero quando anche non quantitativamente la presenza di forestierismi nell’Italiano, mostrando che ogni lingua ne presenta ma, a sua volta, ne pu offrire alle altre in misura maggiore o minore in relazione ai contributi culturali dei vari popoli. Se vero che i forestierismi pi diffusi non solo in Italia siano di origine inglese e questi pervadano la vita quotidiana (tecnologie ed economia), come quelli francesi per i gradi militari, d’altronde pure vero che quelli italiani nelle altre lingue pervadano campi di ben altri settori culturali (pittura, scultura, architettura e musica). Da ammettere c’ , per , che questi italianismi sono resistenti ma datati, quei pochi attuali si fanno avanti solo nel settore alimentare (mozzarella, parmigiano, spaghetti, pizza) ed indirettamente in quello dell’abbigliamento. Alcuni aspetti della grande diffusione dei forestierismi e soprattutto del loro abuso possono rappresentare uno stimolo culturale per migliorare la qualit della comunicazione, per rafforzare la percezione e la protezione della propria lingua e con essa l’identit culturale del paese. La pubblicit ha un ruolo importante nella difusione dei forestierismi. Essa tende ad utilizzare pi parole o espressioni straniere, forse per evidenziare l origine straniera del prodotto o per attirare l attenzione del pubblico. La Pubblicit I.1. Che cos’ la pubblicit La pubblicit un modo di comunicazione che si basa sull’arte della persuasione, sull’emotivit , sul potere suggestivo delle immagini e delle parole e su una serie di strategie creative e artistiche. E l’insieme degli strumenti con i quali un’impresa richiama l’attenzione del pubblico sul proprio prodotto, nell’intento di incrementarne le vendite (obiettivi di mercato). La pubblicit , per raggiungere questo scopo, si serve di un mondo rappresentato, con caratteristiche particolari, si serve di una promessa (impegno preso con il consumatore) e per questo tende ad essere seduttiva. E’ una forma di comunicazione in cui convivono una forte „esposizione” dell’emittente e una pesante pressione sul ricevente, per mezzo di un contatto particolarmente enfatizzato e di una ricca elaborazione formale del messaggio. Vengono pubblicizzati valori effimeri, legati soprattutto all’aspetto fisico (bellezza e giovinezza, ma anche agiatezza, edonismo, individualismo), ridotti a merce, al comprabile ed al vendibile; cos chi non si sente all altezza del modello proposto non deve aver paura: ci sono appositi prodotti per chi non lo ! Tutto quello che al di fuori di questi standard e tutto quello che non immagine, non esiste per il mondo della pubblicit . La pubblicit va pensata come un discorso che dice e che fa, che rappresenta e modifica, dove ogni parola una mossa strategica ed ogni azione ha un valore significante. I.2. Definizione Con il termine pubblicit si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di operatori economici (attraverso mezzi come la televisione, la radio, i giornali, le affissioni, la posta, Internet), che tende in modo intenzionale e sistematico ad influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all utilizzo di servizi. La pubblicit pu essere diffusa od esposta sia in „spazi” pubblici che privati. Negli „spazi” pubblici, i messaggi pubblicitari si affiancano di regola ai messaggi di informazione prodotti dagli enti pubblici per comunicare ai cittadini notizie di comune interesse. Il criterio per distinguere i due tipi di comunicazione, conviventi nello stesso „canale” informativo, l’aver presente che l’informazione pubblica serve alla diffusione di notizie utili alla collettivit intera, mentre la pubblicit serve a diffondere notizie utili ad incrementare i profitti economici dei suoi committenti (coloro che la promuovono e la producono). Per la convivenza promiscua dei messaggi, informativi pubblici e pubblicitari privati, nello stesso „canale” informativo, pu verificarsi, a volte, il caso di un conflitto in termine di contenuti, conflitto di cui non si conoscono gli effetti sul pubblico (specie dei giovani) che li percepisce e li registra nei suoi schemi mentali. Ad esempio, possibile vedere esposti contemporaneamente, nelle strade di una citt , messaggi pubblici, informativi, di raccomandazione a non abusare dell’alcool, e messaggi pubblicitari, privati, che esaltano i „pregi” di una bevanda alcoolica. Secondo una definizione monolaterale, cio dal solo punto di vista dei promotori di essa, la pubblicit l’attivit aziendale che diretta a far conoscere l’esistenza o ad incrementare il consumo e l’uso di un bene o un servizio. Le aziende fanno attivit pubblicitaria principalmente (ma non solo) attraverso i mezzi di comunicazione di massa: (radio, televisione, giornali e periodici, internet, ecc…) La missione della pubblicit creare il desiderio dell acquisto e offrire la possibilit della scelta di un prodotto dalla moltitudine (di prodotti) esistente sul mercato. Dunque, la pubblicit informa, dimostra per via di argomenti e popolarizza, modifica le opinioni, crea un linguaggio, proprio fa la poesia . Pi che informare, essa tende a sorprendere e a convincere. la guida del consumatore e deve provocare il pubblico a comprare un numero sempre pi grande di cose moderne e sempre utili . La pubblicit non crea e non condiziona le necessit degli uomini, ma si accontenta di confirmarle e di consacrarle. una specie di eco sociale . Rappresenta le aspirazioni sociali, culturali ed economiche del pubblico e si ritrova nei modelli di riferimento. I.3. Storia La forma di pubblicit pi diffusa nell’antichit era il „passaparola”, anche se messaggi commerciali ed elettorali sono stati trovati impressi sulle rovine di Pompei. Con lo sviluppo delle tecniche di stampa, grazie all’invenzione dei caratteri mobili di Johann Gutenberg, gi nel XVII secolo i primi annunci pubblicitari cominciarono a comparire stabilmente sulle pagine dei settimanali inglesi. La pubblicit sub un’espansione parallela a quella dell’economia. Le prime agenzie pubblicitarie si incaricavano solamente di procurare spazio sui giornali agli inserzionisti, ma dall’inizio del XX secolo iniziarono ad occuparsi anche dei contenuti dei messaggi. Dunque, la pubblicit ha radici antiche, almeno sotto forma di propaganda. A Pompei si possono leggere ancora oggi delle scritte, sui muri delle case romane distrutte dal vulcano nel 79 d.C., che invitano i passanti a votare per un certo candidato alle elezioni politiche. Ma di pubblicit vera e propria si pu parlare solo dopo l’invenzione della stampa. Il primo annuncio pubblicitario si fa risalire al 1630 e apparve su un giornale dell’epoca:si trattava di una semplice inserzione che richiamava il nome del prodotto. Con la rivoluzione industriale, l’aumento della produzione di merci e lo sviluppo del consumismo si imposto poi il modello pubbliciario che noi conosciamo: il prodotto di una scienza che usa tecniche raffinate e si avvale dell’apporto di psicologi, artisti, disegnatori e registi famosi. I. 4. Origine L origine della pubblicit coincide, dunque, con la separazione fra produttore e compratore, ma prima ancora, verso la fine del quindicesimo secolo – con l utilizzo della stampa a caratteri mobili che inizi a diffondere notizie e informazioni sui prodotti, in particolar modo libri. La prima pubblicit a stampa nasce come informazione di servizio quella che nei quotidiani contemporanei viene classificata come „piccola pubblicit ” in Francia, grazie all iniziativa di Th ophraste Renaudot, che nel 1630 crea il Bureau d adresses et de rencontres. Si tratta di un ufficio dove chi offre o cerca beni o servizi di qualsiasi natura lascia un biglietto con la descrizione dell oggetto, del lavoro o del servizio cercato o offerto. Le caratteristiche del giornale economico che ospita anche piccola pubblicit si ritrovano nel napoletano „Diario notizioso”, pubblicato gi dal 1759 con notizie di carattere commerciale e con annunci inseriti gratuitamente; nel veneziano „Notizie dal mondo” che esce a partire dal 1770 l informazione economica invece di carattere quasi esclusivamente marittimo. Infine, nel 1801, a Milano, Giuseppe Lattanzi d vita al primo quotidiano di informazione commerciale, il „Colpo d occhio giornaliero sulla citt di Milano, ossia annunzio di economia, arti e commercio”. Il XIX secolo segna il passaggio a forme moderne di pubblicit , che hanno modo di esplicarsi e svilupparsi grazie al radicamento degli effetti della rivoluzione industriale. Il giornalista francese Emile de Girardin il primo a capire e a mettere a frutto la propria intuizione che, se la diffusione di un giornale pu aumentare grazie alla diminuzione del suo prezzo di vendita, quest ultimo pu essere ottenuto scaricando sugli inserzionisti pubblicitari (quegli stessi che nei settimanali specializzati prima citati potevano farlo gratuitamente) buona parte delle spese di gestione. Ma l intuizione geniale di de Girardin consiste soprattutto negli sviluppi che essa produce. Egli decide infatti di unire ci che fino ad allora era stato mantenuto rigidamente separato: non pi le notizie dal mondo politico e da quello dell arte e delle lettere su certi giornali, e le informazioni economiche e gli annunci pubblicitari su altre pubblicazioni. Politica, letteratura, scienza, moda e cronaca dovranno d ora in avanti convivere, ed accompagnarsi alla pubblicit , all interno di uno stesso giornale. Nel 1836 de Girardin inizia a pubblicare „La Presse”, la cui quarta pagina totalmente occupata da annunci pubblicitari (collocazione che passer anche nei quotidiani italiani). Le reazioni scandalizzate che accolgono l iniziativa sono la dimostrazione della sua carica innovativa, ma sono anche destinate ad affievolirsi con rapidit , vista l inarrestabile progressione della comunicazione pubblicitaria. Un momento di fondamentale importanza della comunicazione pubblicitaria pu senz altro essere individuato nell inaugurazione della metropolitana londinese. In questa occasione, difatti, i manifesti pubblicitari vengono collocati sulle facciate esterne dei vagoni; pochi anni prima la citt era stata percorsa da „uomini-sandwich”: nasce la pubblicit dinamica, che si preoccupa di andare incontro al pubblico, uscendo dalle pagine dei giornali e conquistando i mille punti della citt . Il problema che si delinea con chiarezza, una volta costruita una struttura relativamente salda che garantisce il meccanismo di vendita e di acquisto degli spazi pubblicitari, quello di fondamentale importanza della creazione dei messaggi per l illustrazione dei prodotti. Le prime concessionarie, oltre a vendere gli spazi, devono quindi organizzare un sistema creativo tramite il quale poter offrire al cliente un servizio completo. Allo scopo di creare i testi vengono stipendiati in genere giornalisti disoccupati o giovani scrittori in cerca di un occupazione; nasce cos la figura del copywriter, cui presto si aggiungere quella del disegnatore e dell addetto alla tipografia. E in questo momento, con la creazione di un ufficio tecnico specializzato nella creazione del testo pubblicitario, che molte agenzie iniziano a caratterizzarsi come aziende di fornitura di servizi e di consulenza al cliente piuttosto che come acquirenti e venditrici di spazi pubblicitari. Questa parte del meccanismo viene difatti a collocarsi in secondo piano, almeno per quanto riguarda il mondo anglosassone dove, con il crescente prosperare del business pubblicitario, le agenzie preferiscono specializzarsi nel settore creativo, nell acquisto e nell organizzazione dei mezzi cio nella consulenza all utente. L Ottocento per , nella sua parte conclusiva, anche e forse soprattutto il secolo del manifesto pubblicitario. Ad una prima produzione in bianco e nero, condizionata da limiti tecnici, fa seguito con il perfezionamento della cromolitografia la stagione del colore: i primi manifesti litografici a colori compaiono intorno al 1850 in Francia, dove molti artisti dipingono affiches pubblicitarie: fra di essi i pi noti rimangono Toulouse-Lautrec, Bonnard, Mucha, Delacroix, Daumier. E il trionfo del concetto di arte „utile”, che si lascia alle spalle lo snobismo culturale degli anni precedenti e propugna la necessit del raccordo e della vicinanza fra espressione artistica e societ . Quelli dell arte applicata sono i valori cui si rifanno alcune fra le pi significative correnti artistiche a cavallo fra Otto e Novecento: il gruppo francese della „Revue Blanche”, gli inglesi del movimento „Arts and Crafts”, gli austriaci iniziatori della Secessione, i tedeschi animatori dello „Jugendstil”; tutti quegli artisti che si soliti, cio , indicare con il termine collettivo „liberty” e che sostenevano in definitiva il bisogno di annullare le differenze fra l arte per l arte e le concrete applicazioni che l arte poteva trovare nella vita di ogni giorno e nel campo della produzione di merci. La produzione di manifesti subisce del resto anche l influenza di altre importanti concezioni artistiche: dal Simbolismo al Preraffaellitismo, dal gusto per il Medioevo e per la sua cultura alla voga delle „cineserie” che tanto piacevano alla borghesia fin de si cle. I.4.1 L origine della pubblicit in Italia La comunicazione pubblicitaria nasce e cammina parallelamente alle esigenze economiche, sociali, politiche e culturali di un paese. Alla fine del XIX secolo l’Italia era ancora un paese prevalentemente agricolo, con una situazione di povert molto diffusa e con enormi differenze socio-economico tra il Nord e il Sud del paese ed un alta percentuale di analfabetismo. Le prime comunicazioni pubblicitarie (al tempo chiamate reclame) iniziano a diffondersi con la nascita dei giornali tra la met dell Ottocento e gli inizi del Novecento. Agli inizi la pubblicit veniva fatta principalmente con solo testi e disegni, anche se la maggior parte della popolazione era analfabeta ed erano molto pochi coloro che potevano leggere i giornali, e la pubblicit era molto semplice ed immediata. Spesso si usavano i verbi all’imperativo: „Bevete..”, „prendete..”, „Al vostro farmacista chiedete..”. La situazione dell industria italiana , nello scorcio del XIX secolo, in discreta crescita; nascono in questi anni le pi importanti aziende Pirelli, Richard Ginori, Cirio che vanno ad aggiungersi alle gi saldamente radicate Ansaldo, Marzotto, Manifatture di Borgosesia; sono queste aziende, assieme ad alcune banche, a finanziare la nascita di societ editrici di giornali e riviste: fra tutti valga l esempio dell acquisto del „Corriere della Sera” da parte della famiglia Crespi, rappresentante dell emergente industria tessile, a Torelli-Violler che l aveva fondato. Da una diffusione decisamente elitaria, l editoria riesce a conquistare un pubblico sempre pi vasto e interclassista soprattutto con la creazione di riviste illustrate che diventano immediatamente grandi veicoli per la pubblicit (appaiono i primi comunicati pubblicitari): „La Scena illustrata”, „La Tribuna illustrata”, „La Domenica del Corriere” nascono tutte alla fine dell Ottocento con lo scopo di raggiungere un pubblico popolare. Nel frattempo si moltiplicano gli strumenti pubblicitari al di fuori dei canali dell editoria: mentre anche in Italia approda l uso degli „uomini-sandwich” , la pubblicit diretta conquista strumenti come la romana „Guida Monaci” e la milanese „Guida Savallo”, veri e propri annuari del mondo produttivo, precursori della tecnica del direct marketing; i primi grandi magazzini si servono abitualmente della vendita per corrispondenza; e rimane di fondamentale importanza nella storia della strategia pubblicitaria la creazione di un pubblico affezionato e fedele da parte della Liebig. Le sue figurine, distribuite agli acquirenti dei prodotti, danno vita ad un vero e proprio mercato collezionistico e, quel che pi conta, diffondono il nome ed i prodotti dell azienda con una capillarit che la pubblicit tradizionale difficilmente avrebbe potuto realizzare. Il fenomeno si ripeter con un successo molto pi ampio – solo negli anni Trenta del Novecento, quando anche la Perugina provveder a stampare una raccolta di figurine divenuta mitica grazie a quella, introvabile e oggetto di culto e di spasmodiche ricerche da parte di numerosi appassionati, del Feroce Saladino. La prima parte del Novecento segnata in Italia da un clima di relativo benessere : il periodo giolittiano non si ricorda soltanto per lo sviluppo dell industria, per i progressi sociali, per il suffragio universale (ma solo maschile) e per la stabilit , ancorch di breve durata, della lira. Si tratta anche del periodo in cui la pubblicit , da attivit di pochissime aziende, si allarga ad un gran numero di imprese che iniziano a capirne le enormi potenzialit espansive per i loro prodotti. Negli anni Sessanta non si paragona pi la pubblicit ad una forma d arte: da un lato essa viene vista come una scienza, dall altro- in maniera pi pragmatica essa ritenuta niente altro che un metodo, un organizzazione dei dati acquisiti dalla psicologia e dalla statistica fusi con l attitudine creativa dei copywriters e degli art directors. Nei nuovi metodi pubblicitari confluiscono due importanti tendenze americane: il behaviorismo o psicologia del comportamento e l organizzazione fondata sul product manager, il responsabile unico del prodotto. La grande crescita degli investimenti pubblicitari da attribuire in buona parte alla presenza delle televisioni private, che annulla gli effetti del razionamento imposto dal monopolio pubblico; ma altri fattori contribuiscono a questo fenomeno. Innanzitutto l aumento del numero delle imprese, pi che raddoppiato dal 1970 al 1980; la radicale trasformazione del sistema della distribuzione commerciale, che vede la diminuzione dei piccoli esercizi e la diffusione di supermercati e centri commerciali, e che induce le aziende a incentivare la comunicazione con il loro pubblico, adesso pi variegato e numeroso; infine, l importanza della marca, cresciuta anche per effetto delle trasformazioni nella rete di vendita, e l esasperata preoccupazione per l immagine dei prodotti. Con la pubblicit murale la comunicazione si sviluppa e grazie all opera di artisti famosi quali Leonetto Cappiello, Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich, diventa una vera e propria forma d arte. I. 5. Gli scopi della pubblicit : La pubblicit una forma di comunicazione che ha lo scopo di: indurre i potenziali acquirenti alla scelta di un prodotto o di un servizio; rendere pi probabile il consumo di un determinato prodotto (obiettivo a breve termine); creare un atteggiamento favorevole nei confronti del prodotto per rafforzare le abitudini di consumo (obiettivo a lungo termine) mostrando ripetutamente l’oggetto fino a farcelo diventare familiare per ottenere una percezione di gradevolezza del prodotto; accrescere la sensibilit su questioni di interesse generale. Attualmente la pubblicit ha almeno due elementi di grande interesse, complessi e interdependenti: il primo riguarda i suoi messagi, il loro aspetto informativo culturale ed i suoi modelli espressivi; il secondo, il prodotto che rappresenta con il relativo apparato produttivo. un fenomeno che coinvolge masse enormi di persone ed un’industria che investe ingenti capitali, impiega intelligenze sopraffine e d lavoro a milioni di persone. Per quale scopo? La pubblicit non vuole solo portare il pubblico alla conoscenza del prodotto, ma intende vendere la propria merce, richiamando l’attenzione su di essa per condizionare le scelte dei consumatori e spingerli a desiderare di possedere proprio quell’articolo. Per uno stesso prodotto possono essere distinte tre differenti fasi pubblicitarie : la fase pioneristica che ha lo scopo di far conoscere, ai potenziali acquirenti, il prodotto e le sue caratteristiche pi salienti. In questo caso lo sforzo pubblicitario mirato a dimostrare che i prodotti precedenti non sono pi idonei a soddisfare quel determinato bisogno e che il nuovo prodotto migliore; la fase competitiva che lo scopo di dimostrare la superiorit del prodotto rispetto a prodotti simili immessi sul mercato da imprese concorrenti. Tale fase, successiva alla precedente, raggiunta quando ormai il prodotto riconosciuto utile dai consumatori che lo ritengono adatto a soddisfare un determinato bisogno; la fase di ricordo che ha lo scopo di ricordare, periodicamente al consumatore l esistenza di un prodotto di cui si gi riconosciuta l utilit e per il quale si ormai raggiunta l ambita quota di mercato. Uno stesso prodotto pu contemporaneamente trovarsi in pi di una delle fasi descritte: la pubblicit relativa pu contenere elementi sia della fase pioneristica che di quella competitiva. A volte infatti la pubblicit non solo descrive un prodotto ma ne enfatizza nel contempo le caratteristiche che lo rendono particolare e diverso dagli altri prodotti gi sul mercato. I. 6. I trucchi della pubblicit I pubblicitari usano delle tecniche persuasive per risvegliare in noi l’interesse per l’articolo e il desiderio di comprarlo. Ecco qui alcuni trucchi pubblicitari : Immagini deduttive. Alcuni annunci, pi che un prodotto, vendono uno stile di vita. D’altra parte, come si pu informare oggettivamente a proposito di un profumo? Musiche suggestive. Il suono uno degli elementi chiave per attirare lo spettatore alla cascata di immagini e sogni che in pochi secondi si presentano allo spettatore per convincerlo della qualit del prodotto annunciato. Bombardamento audiovisuale. Il ritmo molto pi rapido che negli altri generi televisivi. Confronti radicali. Si esaltano le qualit del prodotto pubblicizzato, presentandolo accanto a un prodotto concorrente, del quale si fanno risaltare gli aspetti negativi: la contrapposizione radicale (buono/cattivo). Impulsivit . Si incita all’acquisto immediato senza riflettere sul valore oggettivo del prodotto annunciato. Reiterazione. Si ripete fino alla saziet un annuncio pubblicitario per farlo interiorizzare al telespettatore la bont del prodotto. Innovazione. Si vende come nuovo qualcosa che c’ gi da molto tempo. La novit continua ad essere un valore che attrae, cattura e vende socialmente. Slogan e musichette orecchiabili. Con frasi semplici, contagiose e familiari, si riesce a fare in modo che i telespettatori ricordino la marca nel corso di tutta la giornata; anche quando vanno a fare la spesa. I. 7. Come funziona la pubblicit La pubblicit – l arte di convincere i consumatori Vendere un arte, un arte da uomini e non da geni. Perch ha nella tecnica il suo migliore alleato, ma ha bisogno di quella scintilla magica che solo l intuizione pu dare. Mescola un grammo di intuizione con una buona dose di buon senso in una pentola fabbricata con le tecniche pi avanzate. I risultati possono essere esplosivi. Cos si pu scoprire la formula segreta della pubblicit efficace. Come si comporta il consumatore La pubblicit un ponte fra il prodotto, o il servizio, e il consumatore. Ce ne sono infinite versioni. Pu essere un ponte di pietra o di ferro, romantico o di disegno ultramoderno, sicuro o rischioso, largo o stretto, e cos via. La pubblicit non una strada da percorrere, ma da tracciare. Non siamo viaggiatori o alpinisti, ma ingegneri di ponti e strade. Analizziamo, dunque, come funziona la pubblicit partendo dalle esperienze di chi la usa, cio i consumatori. Come si comporta il consumatore? Ecco alcune osservazioni sugli atteggiamenti rispetto alla pubblicit che, permettono di evitare errori da principiante e risparmiarsi molti dispiaceri: Il consumatore sceglie la pubblicit Negli Stati Uniti si stima che la media delle proposte pubblicitarie che un consumatore incontra possa arrivare a 2000 al giorno. In Italia non ci sono studi cos precisi, ma si pensa che siano pi di mille. Il problema dell affollamento pubblicitario non cos nuovo come molti pensano. Samuel Johnson scriveva: Gli annunci pubblicitari sono oggi cos numerosi, che sono letti con negligenza, ed perci divenuto necessario conquistare l attenzione con magnificenza di promesse, e con eloquenza talvolta sublime e talvolta patetica . Non sorprendente, perci , che il consumatore cerchi il modo di evitarla. Ci che oggi facciamo con il telecomando esisteva molto prima che i mezzi elettronici lo rendessero pi facile. L occhio umano capace di saltare quasi istintivamente gli annunci in un giornale o in una rivista . Pi ampiamente, il sistema percettivo ci permette di eliminare e non vedere o non sentire ci che non ci interessa. Il consumatore oggi un esperto nell uso delle tecniche di selezione per filtrare i messaggi che riceve. Un esame superficiale dei messaggi gli basta per decidere quali ascolter ed elaborer e quali ignorer spietatamente. Ci sono solo due grandi fattori in gioco in questa selezione: le sue esigenze, i suoi gusti e umori del momento; e la nostra capacit creativa per essere rilevanti e richiamare la sua attenzione. Il consumatore si aspetta dalla pubblicit informazione, comunicazione interessante e fiducia Come ogni atto di comunicazione, la forza e il valore della pubblicit dipendono dal suo destinatario. Deve essere rivolta a lui, pensata per lui, interessante per lui, dedicando molta attenzione alle tre cose fondamentali che i consumatori si aspettano dalla nostra pubblicit : informazione, qualit del messaggio e fiducia. L informazione pu essere di molti tipi. Pu essere l essenziale, cio far conoscere le caratteristiche del prodotto. O andare oltre, per dimostrare come funziona, che cosa far in favore del consumatore o in che cosa diverso da altri prodotti simili. Si considera utile anche un informazione meno diretta, ma che pu essere ugualmente decisiva, come il riferimento al tipo di persone che usano questa marca, o all impresa che la produce, o a quegli altri valori che da una ricerca risultino i pi importanti per il consumatore in quel prodotto. Pi si conosce il consumatore e si capiscono le sue esigenze, pi vicina a lui sar l informazione. La qualit del messaggio – che sia divertente, stimolante, interessante un altro fattore. Pu attirare il pubblico e far s che gradisca il messaggio, cosa del tutto desiderabile. La ricerca dimostra che se un annuncio gradito vende di pi . Tuttavia, molti annunci non fanno altro che intrattenere. Alcuni arrivano all estremo di preoccuparsi cos tanto di essere attraenti da dimenticare di spiegare a spettatori o lettori a che cosa serve il prodotto. Questa caduta in picchiata nel mondo dello spettacolo pu essere mortale se non ci si protegge con le reti di sicurezza dell informazione e della fiducia. Nella vita straordinario avere veri amici, amici di cui ci si pu fidare ciecamente. La fiducia non qualcosa che si improvvisa. difficile e lenta da conseguire, facile da perdere. Richiede seriet , perseveranza… e anni. In pubblicit , la fiducia non si conquista con l impatto, ma con un processo graduale. La fiducia totale arriva solo come risultato di tante piccole fiducie parziali che si concedono ai prodotti. Se qualcuno crede in un prodotto e lo compra una volta vuol dire che comincia a darci fiducia, ma questo ci obbliga a non deluderlo. Si dimostrato precisamente, in base a ricerche, che quando qualcuno ha comprato un prodotto una volta pi disposto a prestare attenzione alla pubblicit di quel prodotto, perch sente la necessit di dimostrare a se stesso che la sua scelta stata giusta e il prodotto merita di essere usato. Il consumatore non fedele a una sola marca: sceglie entro una gamma Andrew Ehrenberg della London Business School dimostr , al di l di ogni dubbio, non solo che i consumatori di una marca ne comprano anche altre nella stessa categoria, ma anche che nella maggior parte del settore alimentare solo dieci consumatori su cento comprano esclusivamente la stessa marca per tutto un anno. Le sue ricerche dimostrarono che ogni consumatore ha un repertorio di marche. Ognuna di esse intercambiabile con le altre, perch probabilmente ognuna di esse acquistata abitualmente da quel consumatore. Quelle che non fanno parte del suo repertorio sono percepite come non accettabili. Il consumatore cerca informazioni se il rischio alto, e trova nella fedelt l acquisto sicuro Ci sono prodotti il cui acquisto associato a un certo rischio, come per esempio le automobili per il loro prezzo, o gli alimenti infantili per la responsabilit che si assume. Quanto pi alto il rischio, tanto pi estesa la ricerca e pi probabile che il consumatore presti attenzione a varie fonti di informazione, compresa la pubblicit . La pubblicit non deve ingannare. E non mi riferisco solo all inganno sulle aspettative create per il prodotto, anche se questo uno dei peccati pi gravi che si possano commettere, ma a tutto ci che pu lasciare un senso di delusione, nell esperienza immediata o a distanza di tempo. Parlo di non deludere il consumatore preoccupato per il rischio che deve assumere, ansioso di trovare informazioni e argomenti convincenti. La sfida per la pubblicit lavorare con misura. E quando si lavora per un prodotto nuovo o a rischio alto, o per una nuova marca, informare pi importante che sedurre. Ci sono diversi tipi di rischio, come quelli che derivano dall uso del prodotto (come nel caso degli attrezzi meccanici o degli insetticidi) o quelli che riguardano la soddisfazione delle aspettative (come nei prodotti di prezzo alto, quali le automobili, gli elettrodomestici o le vacanze) o i rischi psicologici di relazione (in quei prodotti di consumo che implicano ostentazione della marca, come la moda, le bevande alcoliche, le sigarette ecc.). Essere consumatore non una professione cui ci si dedica in modo esclusivo. Tutti siamo consumatori e facciamo scelte di acquisto; n il tempo n le altre nostre vocazioni e occupazioni ci permettono di essere assolutamente rigorosi e coerenti nelle nostre scelte quotidiane. Ci che pu aiutarci a ottenere la fedelt del consumatore conoscere le sue abitudini. Il bombardamento di novit gi contribuisce a rompere la routine, ma l istinto di conservazione fa s che, in certi acquisti, prevalga la scelta abituale e sicura. Per evitare rischi e non perdere tempo. I. 8. I Benefici e gli Abusi della pubblicit (Vantaggi e Svantaggi) Gli atteggiamenti e i giudizi espressi, nel corso degli anni, dal pubblico nei confronti della pubblicit non sono stati mai neutrali ma dettati sempre da un sentimento di amore/odio, legittimazione/disapprovazione, ecc. In generale, possiamo riscontrare due grandi categorie di opinioni sul fenomeno pubblicitario: le opinioni in sua difesa (espresse soprattutto dal mondo dell’impresa, dai professionisti che realizzano le campagne e dal mondo dei mezzi che ne diffondono i messaggi) e le opinioni sfavorevoli (espresse da preoccupazioni di tipo pedagogico, culturale, ideologico e sociale). I benefici della pubblicit Oggi la pubblicit accettata dalla maggior parte di noi perch ormai si integrata perfettamente nella nostra vita e fa parte della nostra esperienza quotidiana. Forse pi che una critica frontale come quella che super al suo inizio, oggi incontra opposizione soprattutto da parte di coloro che se ne sentono saturati. Il maggior difetto della pubblicit che ce n troppa. Ovviamente la pubblicit non perfetta. N peggio di tante altre cose. reale come la vita stessa. Nasce a immagine e somiglianza dell uomo e delle sue abitudini sociali. Come specchio fedele della nostra societ , logico che non le manchino i difetti. La buona pubblicit pu essere solo questo: argomentare e convincere: 1. La pubblicit migliora la relazione qualit /prezzo Pubblicit , marketing e concorrenza sono i diretti responsabili della riduzione dei prezzi. Un esempio moderno di questo fatto sono i viaggi organizzati. Grazie alla pubblicit la gente viaggia di pi , e farlo ogni giorno di pi alla portata di tutti i portafogli. 2. La pubblicit promuove l innovazione Fibre artificiali, elettrodomestici, pentole antiadesive, personal computer, carte di credito, veicoli con freni a disco. Tutte queste sono state innovazioni, ognuna con costi enormi. Solo dopo esser passate dalla prova del fuoco del mercato, attraverso la pubblicit , hanno potuto essere confermate e accettate dalla nostra societ . La risposta massiccia alle loro vendite ha permesso di migliorarle e di abbassarne il prezzo per metterle a disposizione della maggioranza. 3. La pubblicit sviluppa la libert di scelta Dice l Associazione europea delle agenzie di pubblicit : La pubblicit sviluppa e potenzia la libert di scelta, diritto considerato come l essenza della democrazia . Fernando Romero ha scritto nel suo saggio El derecho de elegir ( Il diritto di scegliere ): Il marketing un espressione evidente della democrazia. La decisione della scelta sta nelle mani del consumatore. Giorno per giorno traccia con le sue azioni la strada del successo o fallimento dei politici e dei prodotti. Potremmo dire che con i suoi acquisti quotidiani sta votando, come potremmo dire che con il suo voto ogni quattro anni sta comprando. Comprando idee, speranze, progetti. E, soprattutto, esercitando il suo diritto di scegliere . 4. La buona pubblicit forma e informa il consumatore La pubblicit svolge un’importante funzione educativa/formativa in quanto insegna, spiega, dimostra. E „una palestra di sperimentazione di linguaggi ed immagini, arricchisce ii vocabolario” , soprattutto per gli strati meno colti della popolazione. Nel suo insieme oggi la pubblicit caratterizzata dalla sistematica proposta di stili di vita e di pensiero, di abitudini, di vari modelli di comportamento e di linguaggio, che rappresentano ci che giusto e „normale” in una data societ , in un dato momento storico. Di qui deriva il suo, seppure involontario, potere pedagogico (sia in positivo che in negativo) che, inevitabilmente, le conferisce di fatto una importante responsabilit sociale, soprattutto verso i giovani, dal momento che si presenta solitamente in forme ludiche che nascondono i possibili lati negativi. E uno strumento che permette di far conoscere al consumatore i prodotti esistenti sul mercato. Si mostra come una finestra sui prodotti, offrendo un ampio ventaglio di proposte che consente di confrontare, di valutare e quindi di scegliere. L aumento notevole del consumo di prodotti illegali e perci senza pubblicit come le droghe pesanti, ha indotto i governi a ricorrere ai migliori pubblicitari per lanciare campagne informative e di presa di coscienza rivolte ai giovani e ai gruppi a maggior rischio. La pubblicit si rivelata uno degli strumenti efficaci di formazione e prevenzione. 5. La pubblicit pu contribuire all evoluzione del costume sociale La pubblicit non pu non tener conto dell evoluzione del costume e della societ . La pubblicit ha favorito l uso di soluzioni domestiche pratiche nel pieno della rivoluzione famigliare per l aumento dell occupazione femminile. La buona pubblicit lavora a favore della corrente; quando realizzata con approfondimento e intelligenza, la sua spinta innovatrice pu anticipare i cambiamenti annunciati, favorire o stimolare l evoluzione sociale. La pubblicit uno strumento di progresso, di comunicazione, fatto a misura delle esigenze umane e con grandi possibilit di migliorare la qualit della nostra vita. Come ogni strumento, pu essere usata male; ma quando fatta bene e con coscienza i suoi benefici sociali sono straordinari. La pubblicit svolge una funzione ludica in quanto intrattiene lo spettatore, lo fa evadere dalla grigia realt di tutti i giorni per entrare in un mondo fantastico, lo fa divertire e rilassare. Inoltre non richiede molto tempo ne un grande sforzo o concentrazione ed e adatta a tutti e fruibile da tutti. La pubblicit diverte non solo perene fa ridere o sorridere ma anche perene riesce a „fornire momenti di evasione e processi identificativi considerati gratificanti”. Svolge una funzione educatrice dell’estetica e del gusto. Per essere „attraente” utilizza spesso le stesse tecniche delle maggiori forme artistiche ed espressive, tanto da essere considerata una vera e propria forma d’arte. Inoltre, educa alia cura della propria persona e dell’ambiente che ci circonda. 6. La pubblicit pu essere anche una macchina per evadere e sognare La pubblicit una grande fabbrica di sogni per la nostra societ . La pubblicit ci accompagna tutto il giorno. Fellini diceva a questo proposito: „Per me la pubblicit la cosa che risveglia la mia curiosit la mattina”. Ci sono quasi trecento sollecitazioni quotidiane alla pubblicit ; essa crea intorno a noi un sottobosco dell’immaginario all’interno del quale dobbiamo avanzare. Non c’ niente di pi banale che acquistare del sapone per il bucato e tornare a casa. Questa operazione diventa un atto culturale a causa dei valori immaginari aggiunti dal pubblicitario. Gli abusi Nessuna regolamentazione protegge ancora il consumatore dal martellamento di un singolo messaggio ripetuto parecchie dozzine di volte in una settimana. Eppure la ripetizione a questo ritmo di messaggi monotoni e uguali al telefono o nella strada aprirebbe il diritto ad una querela per „assillamento”, reato riconosciuto e sanzionato. Dunque, uno dei suoi svantaggi la ripetitivit , che da una parte assicura la penetrazione dei messaggi, ma dall’altra provoca ridondanza e quindi annoia e infastidisce il pubblico che tende a rifiutarla; e la sua invadenza, per cui lo spettatore e esposto, anche contro la sua volont , ai messaggi pubblicitari, che diventano addirittura irritanti. Altri aspetti criticabili: Dei movimenti (raggruppati in Francia sotto il termine di Antipub, tra cui i famosi Adbusters) considerano la pubblicit nefasta di per s , al di sopra delle critiche ai contenuti, che sono inevitabili. La pubblicit farebbe perdere di vista cose pi importanti. Martellando con messaggi su soggetti di minore importanza, essa porta inconsciamente a percepire come minori i soggetti che non sono esposti. Essa farebbe parte di un sistema economico vizioso, erigendo a norma sociale il consumo di beni inutili, perfino pericolosi, e i comportamenti compulsivi e sedentari nocivi in generale per la salute fisica e mentale (che dovrebbero poi essere presi in carico da nuovi prodotti o dai servizi sociali). La pubblicit cercherebbe di manipolare lo spirito di chi la guarda o ascolta. Il disegnatore Willem usa l’espressione „colonizzare il nostro cervello”. Questo argomento in particolar modo diretto contro le campagne di imposizione dei marchi, il cui scopo quello di incidere il nome di un marchio nello spirito del consumatore, piuttosto che descrivere le qualit del prodotto. Di fatto, stabilito che una casalinga di meno di cinquanta anni pu tenere a mente solamente tre marche di detersivi. Per un produttore di detersivi vitale far parte dei tre. La pubblicit contribuirebbe a ridurre l’importanza dei lettori per i media. I media sono principalmente finanziati dalla pubblicit , a scapito crescente del contributo dei lettori, degli ascoltatori o degli spettatori. La pubblicit darebbe vantaggio al committente piuttosto che al consumatore: il consumatore riceverebbe passivamente una informazione distorta (la pubblicit ), che pu solleticare i suoi gusti e i suoi interessi, ma che lo fa in funzione degli interessi del committente, dopo che, grazie a sondaggi e studi di mercato (o per sua esperienza), il venditore detiene una informazione chiara e oggettiva sul comportamento del consumatore, dei suoi desideri, dei suoi criteri di scelta, ecc. Nessuna pubblicit passer un messaggio di educazione civica, perch rischierebbe di perdere d’efficacia. Quando dei ragazzi aprono una confezione di cioccolata, non li si vede mai, per esempio, gettare la carta in una pattumiera. Questo comportamento si trasmette nella quotidianit delle azioni, spesso all’insaputa degli interessati, visto che la pubblicit vende indirettamente uno stile di vita. La pubblicit dunque non cos potente e nefasta come taluni l hanno descritta, ma ha indubbiamente aspetti criticabili: recidendo i legami con il mondo reale presenta un mondo fittizio in cui tutti stanno bene e al massimo esistono dei fastidi e in cui alcune categorie sociali sembrano estinte . Quello del pubblicitario un linguaggio spesso caldo : egli impone spesso alle parole una sorta di torsione, di violenza; scavalcando a pi pari le convenzioni linguistiche, fa deragliare le parole, viole le attese linguistiche, usando il paradossale o per lo meno l inusuale. E un linguaggio teso a perseguire un deragliamento dalla consuetudine per provocare un colpo di scena semantico, uno shock verbale. Quindi, la pubblicit ha aspetti positivi e negativi; pu essere amata e criticata. Le critiche rivolte alla pubblicit riguardano soprattutto i suoi effetti, che oltrepassano i confini dell’economia sconfinando nella vita sociale e politica. I messaggi pubblicitari interagiscono con altri tipi di messaggi (politici, religiosi, morali, civili, ecc), generando conseguenze che vanno al di l della sfera economica. Essendo diffusa prevalentemente dai mezzi di comunicazione di massa, i suoi effetti riguardano un pubblico molto differenziato. Bisogna quindi che i destinatari dei messaggi pubblicitari sviluppino una maturazione critica che permetta loro di difendersi dai possibili effetti negativi. In particolare ai pi giovani dovrebbe essere insegnato ad analizzare criticamente il messaggio pubblicitario, a conoscere i meccanismi propri di tale messaggio, ad „individuare le trappole anche semantiche che vengono messe in atto”. E vero che la pubblicit una forma di comunicazione „di parte” e tendente a ingannare, ma pi difficile che riesca in tale intento se il consumatore sufficientemente preparato e scaltro, o comunque consapevole della parzialit di fondo della pubblicit . Nel corso degli anni l’atteggiamento degli italiani nei confronti del fenomeno pubblicitario ha subito un’evoluzione ed diventato pi favorevole. Oggi il consumatore meno diffidente di 40-50 anni fa. Egli persuaso, ma non passivamente. Sa che la pubblicit ha un suo scopo preciso (che quello di spingerlo ad acquistare quel determinato prodotto) e che pu essere utile e piacevole, ma anche arrogante, antipatica e sgradevole; di buona come di cattiva qualit . In altre parole egli , per cos dire, „consapevolmente persuaso”. Come ci parla la pubblicit I suoi mezzi per persuaderci sono l’immagine, la parola e il suono (quest’ultimo nella televisione, nel cinema e nella radio). Dal momento che si ha a che fare con un linguaggio molto creativo, qualsiasi mezzo valido se ci seduce e ci convince ad acquistare un prodotto. I pubblicitari estrapolano dalla lingua tutte le sue possibilit soprattutto quelle che utilizzano la funzione poetica ed espressiva. La pubblicit come l albero vicino casa , scriveva Armando Testa. Giorno dopo giorno ti abitui alla sua presenza fino a quando ti diventato cos familiare da non farci pi caso. A quel punto necessario risvegliare la tua attenzione: se qualcuno dipingesse il tronco di bianco, ad esempio, immediatamente lo noteresti . La pubblicit fa lo stesso: dipinge idealmente i suoi prodotti di bianco per far s che non ci si abitui alla loro presenza, ma continuando a farsi capire. La pubblicit fornisce informazioni ma non obiettiva, orientata, selettiva, ha lo scopo di persuadere all acquisto. Il messaggio in realt anche un massaggio che, se vissuto acriticamente, favorisce la nascita di un uomo per il quale l essere si identifica con l avere. II.Il linguaggio pubblicitario II.1. Definizione La lingua della pubblicit una lingua che per la sua natura, che potremmo definire specialistica e universale a un tempo, costituisce da decenni importante oggetto di studio non solo di pubblicitari, copywriter e psicologi interessati al comportamento dei possibili acquirenti, ma anche di linguisti, storici della lingua e semiologi. Il linguaggio pubblicitario un tipo di comunicazione pluricodice, basato cio sull’interazione di pi sistemi di segni: alle immagini e al testo scritto della pubblicit stampata si aggiungono la musica e il testo orale della pubblicit televisiva, che quella di maggiore impatto sul pubblico. Per De Mauro il linguaggio pubblicitario e un linguaggio „subalterno” da molteplici punti di vista: in primo luogo i segni linguistici sono subalterni alle immagini, ma, anche qualora queste non fossero presenti, il segno conserva la sua funzione subalterna, in quanto deve comunicare solo per orientare il recettore verso una scelta. In secondo luogo si puo dire che il linguaggio pubblicitario e subalterno, poiche riprende e asseconda usi linguistici gi affermati ed e, utilizzando le parole di De Mauro, „la sedimentazione di tutte le banalit linguistiche pi largamente sperimentate in altri e pi attivi settori della vita sociale”. La Altieri Biagi definisce il linguaggio pubblicitario una lingua „venduta”, in cui la „merce” proposta il discorso stesso. Mario Medici parla di un „fantalinguaggio che travalica o forza al massimo le possibilit formali di una iperproiezione rarefatta della concretezza semantica” e cita in merito esempi di composti o conglomerati sintattici come gustolungo, ondaviva, boccasana, gustapremi, ecc, che sono ottenuti attraverso i modi di sommazione pi diversi. De Saussure descrive il linguaggio come un insieme di segni che sono dotati di significato in virt delle loro reciproche relazioni . Ogni segno e costituito da un significante (la forma esteriore del segno o immagine sonora) e da un significato (il concetto che il segno rappresenta o immagine mentale). La relazione tra il significante e il significato e detta significazione ed e assolutamente arbitraria. Da Bruno Migliorini il linguaggio pubblicitario viene considerato come una „specie di lingua in margine alla lingua”. Corti lo definisce come una specie di „uso non naturale della comunicazione linguistica”. Altri linguisti e critici hanno definito la lingua della pubblicit addirittura „marinistica”, „ludica” o come un’entit „in margine alla lingua”; in generale prevale la sensazione di trovarsi dinanzi a un mosaico frastagliatissimo fatto di tessere molto diverse fra loro, che, a seconda delle combinazioni, possono dar vita ad armonie o disarmonie linguistiche. Il linguaggio pubblicitario gode di un grande prestigio verbale presso un’ampia schiera di parlanti, cosa che ha contribuito a far aumentare il sospetto con cui linguisti e storici della lingua hanno guardato al registro verbale dei messaggi pubblicitari; il linguaggio utilizzato in pubblicit veniva visto come una possibile causa dell’anemia della lingua e della mercificazione linguistica, insomma come un cattivo modello di comportamento linguistico. Tutti noi ci imbattiamo quotidianamente in immagini e slogan pubblicitari che catturano la nostra attenzione, sentiamo jingle o tormentoni televisivi di cui difficilmente riusciamo a liberarci o per la strada ci fermiamo qualche attimo a riflettere incuriositi sul significato delle parole scritte a caratteri cubitali su un cartellone pubblicitario, che chiss per quale ragione ci ha „sedotti”. Quando questo avviene, la parola pubblicitaria cessa di essere semplicemente parola e va a fondersi e confondersi con altri elementi visivi, iconici, sonori, paralinguistici, intertestuali per dare vita a cio che Baldini definisce il massaggio pubblicitario in cui ogni particolare e studiato con la massima attenzione non, come ormai molti sostengono, per informare o presentare un prodotto al pubblico, ma per creare un oggetto del desiderio attraverso un sapiente uso delle immagini, dei suoni e soprattutto delle parole, tanto da riuscire a far coincidere nell’immaginario collettivo l’idea di felicit o di successo con un certo aperitivo, make-up o deodorante che dir si voglia. Oggi la situazione si radicalmente modificata. L’utente di TV e stampa viene continuamente bombardato da slogan, messaggi e consigli per gli acquisti; si pu dire che non esista ormai pi alcun ambito della nostra esistenza sociale che non sia colorato (o sporcato, a seconda dei giudizi) dalla presenza di quella che gi Depero, Marinetti e Palazzeschi definirono „arte destinata non ai musei ma alla strada”, ma che per alcuni rappresenta un mostro invadente e astuto pronto a vendere l’anima al miglior offerente. Come gi accennato, il messaggio pubblicitario un messaggio multiplo, fatto di immagini, musica, gesti e soprattutto di parole, materiale linguistico proveniente dalla lingua comune, dai linguaggi tecnico-specialistici, dalla lingua della letteratura, dal gergo dei giovani, dalle lingue straniere e, anche se in minor parte, dai dialetti italiani. E’ forse uno degli esempi pi emblematici di lingua viva , che cresce con l’uomo e con lui si trasforma. Il rapporto che si instaura fra il linguaggio della pubblicita e la lingua italiana – scrive la Corti – e duplice: da una parte questo linguaggio sfrutta e accentua le possibilit espressive dell’italiano contemporaneo, d’altra parte, tendendo a creare la parola-merce, cio l’assoluta corrispondenza fra il marchio e l’oggetto, favorisce quel fenomeno di anemia della lingua, che oggi in uso chiamare reificazione o mercificazione linguistica. La lingua pubblicitaria, essendo veicolo informativo delle caratteristiche di un prodotto, presenta spesso, una sintassi semplice, poco articolata. Le frasi utilizzate sono concise, con richiami a stilemi insistenti e ricorrenti nel codice linguistico pubblicitario. Di frequente sono utilizzate le frasi enunciativo-dichiarative, quelle ipotetiche, quelle imperative. Sono molto ricorrenti anche i giochi di parole e le sostituzioni di parole in contesti proverbiali o in aneddoti famosi. Un testo pubblicitario un insieme di poteri, che devono attivare la memoria del pubblico – includendo le espressioni nuovi e moderne dello stilo contemporaneo prediletto dal pubblico mediante uno stile urtante e aggressivo, che pu richiamare dall inerzia l attenzione di quello che lo capta . Quando un messagio si rivolge ad un pubblico giovane, esso dovr imitare il modo di parlare di questo pubblico (in questo modo si spiega l abbondanza di parole inglesi nei messagi pubblicitari italiani. Il pubblico giovane si vuole, in Italia, bilingue (senza tener conto del parlante di dialetto). Utilizzando i termini stranieri, i giovani si sentono colti, cosmopoliti, ma sono, nello stesso tempo, snob. Per i govani, America rappresenta la libert . Il testo pubblicitario un messaggio persuasivo che, riprendendo termini e formule sintattiche, li trasforma in funzione dei suoi scopi economici, accentuandone il valore espressivo. Il ricorso alla retorica per analizzare la comunicazione pubblicitaria permette di trattare il testo pubblicitario come una macchina che possiede diversi livelli di senso, interagenti tra loro ma diversi per efficacia comunicativa. Gli artifici retorici vengono considerati come tecniche per moltiplicare i significati del testo, ponendo accanto al contenuto denotato che viene fornito dal codice linguistico, tanti altri possibili significati connotati che rinviano a universi culturali o sottocodici di tipo ideologico, antropologico, estetico. Accanto al messaggio prettamente linguistico, la ricerca semiotica inizia a porsi il problema di analizzare quella parte del testo pubblicitario che fa ricorso a sostanze espressive di tipo visivo. Lo studio delle immagini pubblicitarie inaugura una vera e propria semiologia della visualit . Se c un immagine in un annuncio pubblicitario, essa possiede un qualche valore comunicativo e, dunque, un qualche potenziale di significazione. L immagine pubblicitaria franca ed enfatica. Come la parola, anche l immagine possiede due livelli di lettura: quello propriamente pubblicitario, di tipo connotativo e quello visivo, di tipo denotativo, legato al fatto che l immagine sta l in quanto rappresentazione di qualcos altro. La comunicazione pubblicitaria risulta efficace perch l immagine che essa adopera viene messa in relazione con il messaggio verbale e iscrive il piano connotativo in quello denotativo. Lo studio semiotico dell immagine permette una comparazione tra visivo e verbale, sul piano delle forme adoperate da entrambi i linguaggi in questione. Le emozioni sono processi complessi che implicano stati di preparazione all azione provocati da eventi valutati emozionalmente rilevanti. Tutti gli spot, anche i pi logici e informativi, possono far nascere delle risposte emotive o affettive, cos come vale il contrario: esiste un continuum tra la pubblicit emotiva pura e quella razionale pura. L ideale fornire ai consumatori sia le motivazioni reali e profonde, sia le razionalizzazioni di cui possono aver bisogno per giustificare gli acquisti di fronte a se stessi e gli altri. Un buon messaggio pubblicitario deve quindi nel suo contenuto conciliare ragione e fantasia. I testi pubblicitari devono contribuire a: destare l attenzione: gi nel titolo deve essere descritto il pi grosso dei benefici del prodotto; provocare l interesse: deve essere tenuta in alta considerazione il punto di vista del fruitore; provocare il desiderio: deve evidenziare quali sono i vantaggi che il consumatore trae dall uso del prodotto; indirizzarne l azione: deve dare informazioni precise circa il dove il consumatore pu procurarsi il prodotto. L eco del discorso pubblicitario il prodotto che d senso alla vita privata. All infuori della realt materiale, esso porta il sogno, la salute, la tinerezza, l intelligenza. Parliamo di una funzione educativa in questo caso. II.2. Caratteristiche del linguaggio pubblicitario La conoscenza del linguaggio, delle suggestioni e dei generi utilizzati nella pubblicit essenziale per garantire l efficacia di qualsiasi messaggio pubblicitario. Il linguaggio pubblicitario deve suggestionare, colpire, attirare, far scattare nella mente piacevoli associazioni. Per questo, il linguaggio della pubblicit presenta caratteristiche molto particolari . Eccone alcune: espressioni in lingua straniera: vengono utilizzate molto spesso. In particolare, l inglese molto usato per i prodotti destinati ai giovani, mentre il francese si usa molto per reclamizzare profumi e prodotti di bellezza. neologismi: sono parole nuove, strane e bizzarre, inventate apposta per attirare l attenzione del consumatore. rime: gli slogan in rima hanno il vantaggio di imprimersi facilmente nella memoria del consumatore. metafore: artifici tipici del linguaggio poetico e letterario, le similitudini, le metafore, le iperbole, le metonimie, sono tutti artifici molto utilizzati nel linguaggio pubblicitario. La similitudine propone un confronto esplicito fra due elementi; la metafora accosta in modo imprevedibile due termini, lasciando implicito il loro legame; l iperbole si fonda nella esagerazione di un concetto oltre i limiti del vero, mentre la metonimia consiste nell uso del contenente per il contenuto (bere un bicchiere di vino), dell autore per l opera (ho comprato un Picasso), o di una parte per il tutto. giochi di parole: l uso di parole a doppio senso, il riferimento a modi di dire o proverbi sono accorgimenti molto frequenti che stimolano la curiosit del consumatore. regole grammaticali: vengono spesso stravolte anche compiendo deliberatamente degli errori. I generi. Lo stile e la forma di comunicazione in un messaggio pubblicitario dipendono dal prodotto, dai consumatori a cui si rivolge, dal budget disponibile, dai gusti e dalle mode del momento. A seconda dello stile e della forma si possono distinguere diversi generi di messaggi pubblicitari. Ecco i principali: comico: si basa sull uso di frasi umoristiche, situazioni divertenti e personaggi buffi. destinato soprattutto a un pubblico giovane. teaser (prossimamente, indovinello): un genere piuttosto nuovo; compare un annuncio misterioso che crea curiosit e rimanda a una seconda parte del messaggio, che compare poi a distanza di tempo (nelle affissioni), o dopo qualche pagina (sui giornali). informativo: si danno informazioni complete e dettagliate sulle caratteristiche del prodotto. Si usa per i prodotti ad alta tecnologia e ad alto costo (automobili, hi-fi, computer). scene di vita: si mostrano scene di famiglia, momenti di lavoro, di vita scolastica, di gioco con gli amici, situazioni di vita quotidiana comuni a moltissime persone. Il messaggio che il prodotto rende pi piacevoli questi momenti. testimonial: sono i messaggi nei quali un personaggio famoso si fa garante del prodotto. emozione: il messaggio associa il prodotto a una particolare emozione-sentimento del consumatore. dimostrazione: usata tipicamente per i detersivi e per i prodotti per la casa; si organizza una vera e propria prova che dimostri l efficacia del prodotto. buona causa – no profit: sono quei messaggi che non mirano a vendere un certo prodotto o servizio, ma piuttosto a promuovere comportamenti sani e socialmente utili. Per esempio, le campagne informative contro la droga, per la prevenzione dell AIDS, contro il fumo, per la sicurezza stradale ecc. Le suggestioni. In genere il messaggio pubblicitario pi che sull informazione fonda la sua efficacia sulla capacit di suggestionare il consumatore. Ecco alcune delle suggestioni pi ricorrenti: il successo economico: se usi questo prodotto entrerai a far parte di un mondo di VIP, avrai successo, ricchezza, bellezza… Il progetto: Salute il personaggio famoso ( testimonial ): se quel personaggio usa quel prodotto, anch io, usandolo, diventer come lui. il mito americano: belli gli USA, vero? Dinamismo, alta tecnologia, grandi spazi, avventura, libert … usa questo prodotto e ti porterai anche tu a casa un pezzetto di America . il ritorno alla natura: chi usa questo prodotto, vive in un ambiente incontaminato, senza traffico n inquinamento. Usalo anche tu, e con la mente ti ritroverai nella stessa atmosfera . l amore: vuoi essere amato? Usa questo prodotto e nessuno potr resistere al tuo fascino . l avventura: la tua vita faticosa, piatta, banale? Usa questo prodotto e darai una svolta avventurosa alla tua esistenza . Frequentissime le figure retoriche e i giochi fonici, particolarmente la paronomasia, o bisticcio, l’allitterazione, l’assonanza e la rima: „Voliamoci bene” recita uno spot di una compagnia aerea; „Tubiamo?” l’ammiccante invito di una scatola di cioccolatini a forma di tubo; „Titilla la papilla” era pochi anni fa lo slogan di una caramella. Particolarmente ricercati sono gli stravolgimenti di un proverbio o di un’espressione celebre, come nel felice: „Chi la afa non la aspetti” (pubblicit di un condizionatore d’aria); „Kala Kili” (pubblicit di un centro di dimagramento). Il linguaggio pubblicitario caratterizzato ancora da: Combinazione del linguaggio verbale ( HYPERLINK „http://www.glocalyouth.net/ita/education.htm” \l „#” per saperne di pi , passa il mouse qui sopra! ) e non verbale: segni e codici visuali e auditivi. Messaggi ripetitivi, per provocare determinati comportamenti o atteggiamenti. Modalit di presentazione attraenti e suggestive. Risorse letterarie: fonetiche: rime, alliterazioni, giochi di parole, onomatopee… morfo-sintattiche: superlativi, aggettivi con valore stilistico, uso dei pronomi allocutivi io/tu/Lei, utilizzo dell’imperativo… lessico-semantiche: iperboli, paragoni, metafore, sinestesie, personificazioni, antitesi, paradossi, neologismi, creazione di parole… Anche la psicolinguistica e il fonosimbolismo soccorrono spesso la pubblicit , mostrando quali siano gli orizzonti d’attesa „acustica” del grande pubblico. Varie indagini hanno mostrato che taluni fonemi sono perlopi associati, inconsciamente, a certe sensazioni: la U al cattivo odore, la I ad un gusto piccante. A ciascuna lingua, poi, associata una serie di luoghi comuni: la sensualit allo spagnolo usato per i superalcolici), la raffinatezza al francese (profumo), l efficenza all’inglese e al tedesco, l’alta tecnologia al giapponese. II. 3. Funzioni del liguaggio pubblicitario La classificazione di Roman Jacobson delle funzioni del linguaggio pu essere applicata dalla pubblicit . Dunque, per valutare i messaggi pubblicitari molto utile riferirsi alle sei funzioni linguistiche della pubblicit . Nella comunicazione pubblicitaria uno stesso messaggio pu rivestire pi funzioni : Il messaggio pubblicitario pu svolgere una funzione referenziale o informativa. Il messaggio mira a denotare cose reali e d , in qualche modo, delle informazioni sul prodotto, anche solo con l esporre il nome della marca o la sua immagine. Una pubblicit onesta dovrebbe informare sulle caratteristiche oggettive del prodotto. In realt , tale funzione assai rara in pubblicit . Il messaggio pubblicitario privilegia, invece, una funzione emotiva della lingua, tendente a suscitare reazioni emozionali. Nei messaggi pubblicitari prevalgono gli elementi emozionali su quelli informativi, quelli irrazionali su quelli razionali. La pubblicit , infatti, propone spesso dei modelli di comportamento con messaggi che si caratterizzano per la presenza degli elementi edonistici (giovinezza, bellezza, salute, successo, ecc.) D dei veri e propri consigli su come meglio agire sia in quanto individui, sia in quanto parti di una collettivit . Nel linguaggio pubblicitario, a livello semiotico, la funzione predominante quella conativa o imperativa, ovvero quella di persuasione del consumatore-spettatore, per indurre ad un azione o prescrivere un comportamento, anche se si tratta di una funzione mascherata e mistificata, travestita. Usa in modo diretto l imperativo. Molti messaggi pubblicitari si presentano spesso come informativi, mentre, in realt , sono messaggi imperativi, in quanto vogliono indurre a comprare un determinato prodotto. La persuasione La persuasione „quel processo di influenza sociale finalizzato al cambiamento, messo in atto attraverso le varie forme di comunicazione, verbale, visiva, interpersonale, diretta, macrosociale o microsociale”. Con questa definizione si comprende che i vari modi della persuasione si rifanno al pi antico di essi: la Retorica, nata nell Antica Grecia e ripresa dai pi eccellenti e forbiti oratori dell Antica Roma. Mediante la retorica si cercava di convincere l interlocutore della validit di quelle opinioni che si volevano dimostrare, e ci avveniva attraverso l utilizzo di varie tecniche (tono della voce, gestualit , mimica, etc.). La persuasione non un’opera di convincimento, che si propone di „indurre” qualcuno ad agire contro la propria volont , facendo leva su meccanismi molto pi potenti, nonch lesivi della libert dell’altro, fino a tollerare la minaccia, il ricatto, il ricorso al senso di colpa, la corruzione, e cos via. Si tratta invece di un atto che comporta sempre una scelta, un esercizio di libera volont , significa, cio , indurre un cambiamento dell’opinione altrui solo per mezzo di un trasferimento di idee, un passaggio di puri contenuti mentali. Oggi la persuasione avviene perlopi in maniera scoperta, palese e addirittura cercando di trasformare il consumatore in complice del gioco seduttivo intorno alla merce (i prodotti vengono rappresentati come bisogni imprescindibili per una vita equilibrata e felice). Il cinema, i romanzi, l arte, la musica sono pieni di autentiche pubblicit , poich ormai la stessa realt quotidiana costruita e determinata da quelle immagini, che di fatto ci impediscono di vivere in un mondo unbranded, un mondo privo di marche. Per concludere con le parole di Piattelli Palmarini, „non si pu persuadere uno, che so io, a vedere, a sapere, ad arrivare. Lo si pu persuadere, per , rispettivamente, a guardare, a studiare, a partire. Persuadere implica che la persona sia libera non solo di volere, di agire, ma anche di pensare, di credere, di decidere.” Un altra funzione del messaggio pubblicitario quella fatica o di contatto. Tale funzione molto importante per la camunicazione commerciale per un evidente motivo : siccome non , in generale, richiesta o desiderata dai suoi destinatari, la comunicazione pubblicitaria ricorre ad elementi emotivi all intento di attirare lo spettatore, coninvolgerlo emotivamente e suggestionarlo e per creare un contatto. Il messaggio pubblicitario pu svolgere una funzione metalinguistica. Si tratta di una funzione in genere assente dai messaggi pubblicitari anche se ci sono esempi di annunci pubblicitari in cui il messaggio si riferisce a se stesso o alla pubblicit : Basta pubblicit o Attenzione! La pubblicit pu essere pericolosa per il vostro portafoglio e per il vostro cervello . L ultima e prevalente funzione dei messaggi pubblicitari quella estetica e poetica, in cui l attenzione del destinatario soprattutto richiamata alla forma del messaggio (ad. es. I like Ike per ricordare una famosa analisi di uno slogan politico fatta da Jakobson). Possiamo affermare che la pubblicit ha ancora alcuni funzioni importanti nella societ : la funzione di marketing, aiutando le aziende vendere i suoi prodotti; la funzione economica, perch , attraverso la competizione si raggiunge ad un aumento calitativo della merce ed ad un ribasso dei prezzi; la funzione sociale, perch , presentando nuovi possibilit al pubblico, aiuta all elevamento del tenore di vita; la funzione di educazione, attraverso l orientamento del gusto verso nuovi servizi e oggetti di consumo. Vari funzioni della voce pubblicitaria sono strettamnete collegati con il senso delle parole. Per determinare i destinatari a desiderare il prodotto, si utilizza un tono suggestivo; il tono narrativo si applica in storielle inventate per il proposto di un nuovo prodotto per tutta la famiglia, per esempio; il tono didattico per il suo uso tecnico, il tono indicativo per determinare i destinatari constatare la buona funzione del prodotto; il tono imperativo per invitare all acquisto. II. 4. La pubblicit stampa e quella televisiva La pubblicit sui giornali la sintesi tra testo scritto ed immagine a produrre l effetto ed il significato del messagio. Agli occhi degli inserzionisti pubblicitari i giornali rappresentano un grande potenziale, espresso o latente, per comunicare efficacemente con il target desiderato. Gli sforzi finalizzati alla ridefinizione del processo produttivo e all innovazione di prodotto (cambiamenti di formato, introduzione del full color ) testimoniano l importanza e il ruolo potenziale del prodotto giornale . Il giornale gode di un ottima pessima salute . Questo stato il messaggio lanciato nel corso di una recente assemblea della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), dove sono stati condotti approfondimenti e prospettive di analisi pi ampie. La raccolta pubblicitaria dei quotidiani puo essere valutata come porzione del totale degli investimenti in comunicazione commerciale (promozioni, relazioni esterne, direct marketing, sponsorizzazioni, ) che in Italia rappresenta un valore complessivo di circa 16 miliardi di Euro all anno, e non solo in rapporto agli investimenti pubblicitari effettuati su differenti media. La televisione, a differenza del giornale, un media che offre una copertura geografica pressoch totale, con un offerta informativa molto differenziata e dai contenuti eterogenei, poich intende rivolgersi ad un pubblico il pi possibile ampio. Inoltre, di fronte alla televisione spesso abbiamo un atteggiamento passivo. Al contrario, l acquisto e la lettura di un giornale un atto di volont che spesso ci identifica con una comunit , sia essa geografica o culturale, con la quale condividiamo un vissuto comune in termini di esperienze e di valori. Il giornale il mezzo della riflessione, dove poter trovare commenti e analisi di situazioni spesso gi note. Il giornale legato al territorio, molto pi di quanto non lo sia il mezzo televisivo nella sua accezione comune. Il giornale ci consente di leggere, e rileggere, quello che ci interessa, facendo zapping delle restanti sezioni. E evidente che sto esaminando due media diversi ed pertanto logico che, agli occhi degli investitori pubblicitari, tali mezzi rispondano ad esigenze di comunicazione differenti. Per una campagna promozionale nazionale sar normale scegliere la televisione come media pi adeguato. Al contrario, l investimento pubblicitario sui giornali pu risultare conveniente quando si intende focalizzare la comunicazione su un target pi definito, sia per area geografica che per interessi culturali. Comunicare un evento promozionale in programma presso determinati punti vendita o la disponibilit di nuovi prodotti sono attivit per le quali la comunicazione tramite giornali pu risultare efficace e adeguata. Il giornale, inoltre, anche un supporto fisico al quale allegare campioni di prodotto da testare o al quale abbinare prodotti complementari da vendere simultaneamente. Sono queste azioni volte a promuovere la product experience a promuovere e testare un prodotto, presso un campione selezionato di popolazione, sfruttando la familiarit che ognuno di noi ha con il giornale . Diversamente dagli anni novanta, quando la comunicazione pubblicitaria era veicolata unicamente o per mezzo della televisione o per mezzo di quotidiani e riviste, oggi le iniziative di marketing coinvolgono una variet di differenti media. Le necessit degli investitori pubblicitari stanno quindi attraversando un momento di forte discontinuit . L obiettivo degli inserzionisti di amplificare le modalit di contatto ed interazione con i consumatori. Il giornale rappresenta un mezzo essenziale per lo sviluppo di iniziative di comunicazione integrata. Una pagina plastificata contenente il modellino di un telefono cellulare misto a della sabbia comune, viene allegata all edizione di noto quotidiano inglese. In questo modo si riprende e si rafforza il messaggio dell intera campagna pubblicitaria, volta a sottolineare la resistenza e la praticit del prodotto oltre a consentire il lancio di iniziative di interazione con i lettori: la consegna del modellino presso un punto vendita consente inoltre la partecipazione ad un concorso a premi. Con uno sguardo al futuro, infine, non difficile prevedere che se tali opportunit non verranno colte, se le competenze richieste non verranno sviluppate e coltivate, il rischio che il giornale risulti sempre meno adeguato ai nuovi scenari di comunicazione integrata. D altro canto, gli altri mezzi di comunicazione non stanno a guardare. E la tecnologia d loro una mano. Sui canali televisivi digitali, si veda ad esempio la programmazione di Sky nel Regno Unito, sono gi in onda spot televisivi che consentono l interazione tra spettatore televisivo e inserzionista. Richiedere un opuscolo, prenotare una dimostrazione del prodotto, ottenere un buono sconto sono applicazioni gi oggi utilizzate. Gradualmente la televisione, passiva e di massa, sta cambiando. Stiamo assistendo alla nascit di un nuovo mezzo, interattivo, tematico e in grado di assolvere un ruolo di crescente rilevanza nelle iniziative di direct marketing, profilazione e relationship management. . Il 900 , per la pubblicit , il secolo decisivo. Il fenomeno pi importante la nascit della televisione che diventa da subito strumento nelle mani della pubblicit per la sua capacit di entrare nelle case della gente. In Italia da Carosello in avanti si assistito ad un tale incremento della presenza pubblicitaria in televisione che in pochi decenni si giunti a percentuali altissime: oggi probabilmente gli spazi pubblicitari superano, o quasi, quelli dedicati ad informazione e spettacolo. La pubblicit tramite i giornali ottiene sempre maggiore flessibilit geografica che, come si detto sopra, con l avvento della televisione non avr pi confini, e associa il proprio nome al prestigio di cui gode la maggior parte dei giornali sia locali che nazionali. Ma le novit non finiscono qui. Infatti oltre ad avere, come si visto, sempre pi mezzi di diffusione la pubblicit cresce in se stessa, si modifica diventando qualcosa di pi di una semplice inserzione commerciale. Il messaggio pubblicitario diventa oggetto di studi approfonditi che vanno dalla psicologia alla sociologia e che porta alla elaborazione di nuove tecniche di comunicazione e di persuasione di cui la pubblicit vuole avvalersi. Nomi importanti iniziano ad occuparsene e nasce una letteratura molto vasta su questo tema. II. 5. Internet uno dei principali fattori di cambiamento del linguaggio dei media Il sociologo Alberto Abbruzzese individua nella pubblicit uno dei principali fattori di cambiamento del linguaggio dei media, Internet compreso. La specificit di Internet rispetto agli altri media nella comunicazione pubblicitaria: Internet ha costituito una vera e propria rivoluzione rispetto alla pubblicit tradizionale. La pubblicit tradizionale fondata su alcuni paradigmi sostanziali della civilt dell’immagine e della societ di massa, cio massima trasparenza, massima visibilit , capacit di esporre l’oggetto sulla scala necessaria per avere il massimo potenziale d’acquisto. Dalle vetrine dei grandi magazzini dell’800 alla televisione, a uno spot televisivo, c’ un’unica dinamica che quella di dare splendore agli oggetti. Tutti gli storici o i sociologi della comunicazione e della pubblicit hanno rilevato come tra l’altro in questo processo sempre di pi , piuttosto che dare informazioni sull’oggetto, si invece costruito un universo simbolico che viene in primo piano. Una sorta di processo di desacralizzazione e di risacralizzazione dell’immaginario sul prodotto di consumo. come se da una scena in cui consumatore e oggetto convivono, fosse venuta in primo piano la magnificenza dell’immaginario costruito dagli oggetti. Invece, nel caso di Internet e delle reti, tutto ci sprofonda nel buio perch la caratteristica di queste forme di comunicazione un faccia a faccia, interpersonale. In questo caso, quindi, bisogna un po’ ricostruire l’aspetto magico degli oggetti che non godono pi dell’aura collettiva ma che devono invece godere di una possibilit di connessione con l’intrattenimento tra persona e persona. E’ vero che su Internet basta viaggiare un po’ per vedere tutti i simboli ed i marchi della pubblicit di massa. Sono come dei grandi monumenti sparsi in una nuova frontiera. In qualche modo Internet pone questioni diverse nella pubblicit . Pu , per esempio, recuperare quello che nella pubblicit generalista, nella pubblicit televisiva, era andato perduto, cio l’informazione sul prodotto. Pu connettersi all’intero ciclo della produzione sino alla distribuzione e al consumo e scardinare quelle che sono state le caratteristiche della messa in scena spettacolare delle merci. Le principali innovazioni che ci possiamo aspettare nel modo di concepire le pubblicit attraverso Internet: La caratteristica dei linguaggi digitali, delle reti, quella della connessione e naturalmente invece il problema dei contenuti resta un problema che riguarda la capacit di ricondurre le tecnologie al vissuto o comunque di negoziare le tecnologie. Possiamo immaginarci allora una societ che si sta destrutturando, in cui il passaggio da regime industriale a post-industriale sta indebolendo sempre di pi le identit collettive, compatte, monolitiche, monumentali, e si sta invece aprendo a una serie di realt locali di identit fortemente singolari, personalizzate. su questo che la pubblicit sar costretta a lavorare se la vocazione della pubblicit quella di favorire l’acquisto. Questo significa naturalmente che bisogna reinventare tutto, e in questo senso le capacit connettive dei „new media” sono tali sia da prospettarci un futuro in cui sostanzialmente le regole ferree della pubblicit generalista si trasmettono alla Rete e in qualche modo si polverizzano, ma contemporaneamente diventano onnipresenti. D’altra parte, per , anche vero che l’esperienza delle reti, dei navigatori, dei cyberpunk, eccetera, ci ha mostrato che ci sono delle culture native del computer e allora in quel caso, per esempio, le vecchie strategie della pubblicit vengono meno, entrano in crisi. Probabilmente c’ un tale carico simbolico, che forse proprio la zona delle reti quella zona che alcuni economisti e sociologi stanno individuando come una sorta di grande mutazione della merce che progressivamente rientra nella economia del dono. Queste tecnologie e molti dei valori che vengono espressi nel postmoderno riconducono a dimensioni tribali. La pubblicit dovrebbe acquisire nuovi elementi in cui l’aspetto duro, materialistico, della merce si infrange, si „smaterializza” in alcuni aspetti che hanno a che vedere con il risarcimento emotivo del dono. Le regole del linguaggio pubblicitario: Tra dieci anni la lingua pi utilizzata non sar n il cinese n l’inglese n il francese, ma la lingua cyber’, una lingua che si reinventa e sar molto diversa da quella utilizzata oggi. Fino ad ora la comunicazione procedeva con ripetuti collage, si ritagliavano le immagini nei giornali, si incollavano e si aggiungeva il testo. La lingua cyber agisce tramite „l’interpenetrazione” delle immagini: le immagini fanno l’amore con le parole come in una fusione totale del linguaggio. Non si capisce dove ci porter questa regola; in ogni caso, l’indispensabile che ci sia interazione, invogliando a precipitarsi sullo schermo per capire cosa accade, facendo dell’individuo non pi un semplice consumatore ma un vero attore del processo interattivo. III.I Forestierismi III.1. Definizione Con il termine italiano forestierismo si indica una parola, un modo di dire, una frase o altra costruzione linguistica importata da un altra lingua. Deriva dal basso latino foristarius , persona che sta o viene da fuori, che parla quindi una lingua diversa; perci riferito ad elementi linguistici, indica quelli originati altrove, stranieri, esterni alla lingua della comunit geografica. Nel contesto di una lingua regionale, come un dialetto, il concetto di forestierismo si riferisce a parole e locuzioni importate da altri dialetti. In alcuni casi i forestierismi mantengono la forma straniera, p.e. hamburger (ingl.), paella (spagn.), in altri vengono adattati alla fonetica e alla morfologia italiane, p.e. besciamella (adatt. del fr. b chamel). L’ambito di definizione del termine , quindi, variabile entro certi limiti, ma solo dal punto di vista della geografia linguistica; non ci rientrano di per s termini appartenenti a sottoinsiemi della lingua, come un linguaggio settoriale, tecnico, specialistico o un gergo giovanile: anche questi possono prestare un termine o un modo di dire alla lingua, che per non sono denotati come forestierismi, fintantoch essi sono generati all’interno della stessa lingua. considerato forestierismo anche il ricorrere ai termini stessi, il loro uso; in questa accezione ma soprattutto il termine di barbarismo, equivalente nel contenuto, pu essere soggetto a HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Connotazione” \o „Connotazione” connotazione negativa e viene usato spesso in contesti in cui il fenomeno viene criticato; lo stesso vale per l’estensione del significato a comportamenti ed usanze di origine straniera. Secondo Edward Sapir , durante il contatto tra parlanti di lingue diverse, sia esso di tipo diretto o indiretto, inevitabile che una lingua eserciti un influenza su un altra. Una chiara manifestazione di questa relazione la comparsa di nuovi elementi lessicali nella lingua ricevente che possono designare prodotti o concetti creati in un paese straniero oppure possono derivare dal fascino che una societ esercita su un altra. In questo senso, il contatto tra lingue il presupposto fondamentale per il mutamento, il rinnovamento, l arricchimento di ogni idioma. In seguito saranno gli individui o i mezzi di comunicazione a diffondere il risultato di tale contatto, per la sua natura un processo naturale. III.2. Forme di forestierismi Nella lingua scritta le parole, locuzioni o in generale le costruzioni linguistiche straniere, eventualmente HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Trascrizione” \o „Trascrizione” trascritte se non appartenenti allo stesso sistema di scrittura, possono avere effetti direttamente sul lessico oppure sulla morfologia della lingua ospite. Le prime possono entrare nella lingua ospite in varie forme: integrale, pura, cio tale e quale all’originale (ad esempio il giapponese kamikaze); modificata parzialmente, in modo da adattarle alla lingua, per esempio, con tipiche desinenze (ad es. la toeletta dal francese toilette); alterante, modificando parole della lingua ospite, anche i nomi propri (ad es. l’italiano Bankitalia per Banca d’Italia oppure nomenklatura che ha scansato nella sua accezione l’italiano nomenclatura, esportato con l’identico termine latino in Europa settentrionale e reimportato dal Russo ). Le altre entrano in forma non meno invadente, ma, a volte, meno appariscente: come modello di composizione verbale, ricalcando quello della lingua originale (ad es: l’italiano luna di miele dall’inglese honeymoon oppure grattacielo dall’inglese skyscraper) oppure intaccando altri elementi morfologici come la flessione delle parole (ad es: la formazione del plurale all’inglese o alla spagnola in i commandos, i narcos , i tornados laddove essi, in quanto forestierismi, sarebbero teoricamente invarianti). L influenza dei forestierismi potrebbe essere sostenibile anche nel caso in cui gli italiani tendono a copiare la formazione del plurale all inglese, aggiungendo la desinenza del plurale in s. In questo caso si potrebbe parlare di un contatto linguistico dell italiano al livello morfologico, che ha adottato certi morfemi o tipi morfologici stranieri, come nel caso dei seguenti nomi: soviets, fans club, vips, meetings, leaders, weekends (si veda l appendice n.1) ecc. Certi neologismi di origine inglese adottati ormai da tanto tempo dall italiano hanno le loro forme invarianti al plurale, la differenza tra il singolare e il plurale essendo fatta dall articolo determinativo (es. il film i film, lo sport gli sport, lo yacht gli yacht). Oggigiorno questi anglicismi introdotti nell italiano tanto tempo fa tendono ad essere usati con la desinenza del plurale s (films, sports, yachts). Con quest esagerazione dell uso della desinenza del plurale all inglese, si arriva ad alcune varianti scorrette. Dunque, l uso della s per il plurale a volte molto sbagliato, quando il parlante usa la desinenza come se fosse una parte della parola e non come un morfema morfologico (es. Io sono un tuo fans!). In generale, quando un termine viene usato in un contesto diverso da quello originale (per esempio, dal linguaggio specialistico al linguaggio quotidiano) si parla spesso di HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Prestito_linguistico” \o „Prestito linguistico” prestito linguistico (si veda anche il seguente capitolo). Le prime tre forme di forestierismo viste ne sarebbero un caso particolare, in quanto prestiti da altre lingue. Si parla invece spesso di HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Calco_linguistico” \o „Calco linguistico” calco linguistico negli ultimi esempi, in cui si rinuncia s all’uso dei termini originali (per esempio stranieri). Altro aspetto da considerare l’introduzione di lettere, o in generale caratteri estranei: gli elementi afixoidali d origine greco-latina alla lingua ospite: iper-, super-, maxi-, uni-, mono-,mini-, micro-, ultra-, (si veda anche l appendice n.2a e 2b) per esempio, superman (superuomo). In pi , sono sempre pi frequenti i casi di forestierismi addirittura nella trascrizione delle parole (per esempio ne i q u o t i d i a n i ) , i n c u i s i t r a s c r i v e s c e g l i e n d o g r a f e m i s t r a n i e r i ( a d e s . i l r u s s o : 0 ; 0 H = 8 : > 2 s p e s s o v i e n e t r a s c r i t t o c o n l a t r a s c r i z i o n e i n g l e s e k a l a s h n i k o v i n v e c e c h e c o n l ‘ i t a l i a n a c a l a s n i c o v / c a l a s n i c o f ) . L a c o m o d i t n e l l ‘ e v i t a r e d i c r e a r e u n t e r m i n e nella propria lingua si perde difronte al suo genere grammaticale, soprattutto se la desinenza non tipica (ad es. il frutto mango non poteva che diventare maschile); quale genere usare per concetti inanimati, che sono completamente nuovi arbitrario, perch la regola di appoggiarsi idealmente ad un concetto simile in Italiano cade ognivolta che ci siano termini equivalenti di diverso genere: per es. per l’inglese email pensando alla parola messaggio si avrebbe lo email appoggiandosi a lettera si ha la email; oppure l’inglese network diverrebbe la network pensando a rete telematica ovvero il network ricollegandosi alla traduzione italiana dell’inglese work, lavoro. Con i forestierismi si possono importare anche nuovi elementi fonetici nella lingua parlata, sia perch ogni lingua ha propri suoni consonantici e vocalici caratteristici non presenti in altre lingue, sia perch l’accento tonico delle parole, ma anche l’intonazione delle locuzioni, spesso diverso da quello che si darebbe spontaneamente nella propria lingua. In pratica, per , il loro ingresso meno invasivo, perch , da un lato, per i pi , risulta scomodo alternare i due sistemi fonetici di pronuncia (singoli fonemi, accento, …), dall’altro non semplice apprendere la pronuncia originale perfetta (sempre ammesso che si sia una norma condivisa a riguardo). Questo problema si pone in ogni caso soltanto per i forestierismi importati come tali (puri), in quanto per quelli adattati nella grafia alla lingua ospite sarebbe una incongruenza adattarli parzialmente nella pronuncia, com nel caso della parola inglese shampoo, che viene solitamente pronunciata come sciampo. (si veda l appendice n.3) Spesso chi importa un forestierismo, incappa in fraintendimenti a proposito del loro significato nella lingua di provenienza, un altro aspetto che ne smaschera l’artificiosit . In Francese, per esempio, le finestre a bilico con battente in alto vengono definite vasistas, trascrizione approssimata della domanda tedesca was ist das? (in Italiano cosa cosa questo? ) , n o n o s t a n t e g i l a p a r o l a t e d e s c a d a c u i d e r i v a n o ( K i p p f e n s t e r l e t t . f i n e s t r a a b i l i c o ) g i n e i n d i c h i u n a d e s c r i z i o n e a p p r o p r i a t a f o r n e n d o q u i n d i p e r l o m e n o u n b u o n c a l c o . U n e s e m p i o i n u n ‘ a l t r a l i n g u a i l r u s s o 1 C B 5 @ 1 @ > 4 d a l t e d e s c o B u t t e r b r o t l e t t . f etta di pane con burro, che evidentemente non rappresenta nessuna novit per cui si necessiti in generale di un forestierismo e che fra l’altro in Russia viene preparato normalmente con formaggio e/o prosciutto, con o senza burro, proprio come in qualunque altro paese. III.3 Caratteristiche del prestito linguistico III.3.1 Che cosa il prestito? Si definisce prestito linguistico o semplicemente prestito una parola, una struttura sintattica o un fonema stranieri che entrano a far parte del patrimonio di una determinata lingua; si tratta quindi di un particolare tipo di neologismo. Con prestito o prestito linguistico si intende anche il fenomeno stesso di adozione della parola straniera. Si distinguono prestiti per esigenza o meno: prestiti di necessit : parole introdotte quando ad esempio viene scoperto un nuovo oggetto, concetto, o comunque entra un nuovo referente: patata dall haitiano, caff dal turco, fan, performance, killer, blues, fax, western, racket, rocker, juke-box e tutta la terminologia informatica (computer, mouse, display, hardware, software, driver, e anche un aggettivo che si riferisce alla comunicazione utente-pc come friendly) dall angloamericano, know-how, charter, stress (si veda anche l appendice n.4); prestiti di lusso: teoricamente superflui, in quanto esiste gi nella lingua un termine col medesimo significato; si usano per la particolare sfumatura espressiva che hanno (leader, show (come spettacolo ), boom (sviluppo economico), click (schiacciare il puntatore), manager (dirigente), baby-sitter (bambinaia, tata), week-end (fine settimana), shop (negozio), parking (parcheggio), bodyguard (guardaspalle) . Oppure per integrazione: prestiti non integrati: vocaboli esotici accolti nella forma originale (bar, computer, film, album, tram, equipe, lager..); prestiti integrati o adattati: calchi linguistici, come bistecca dall’inglese beefsteak, ingaggiare dal francese engager, come conforto dall inglese comfort (si veda l appendice n.5 e n.6), formattare, chattare, mailare, faxare, portale. Dal punto di vista del livello di lingua interessato, si distinguono: Prestiti fonetici : riguardano i suoni; si tratta di un caso abbastanza raro, perch presuppone un contatto particolarmente intenso e prolungato tra due lingue. In italiano non abbiamo veri e propri prestiti fonetici; un esempio, in un altra lingua romanza la h aspirata del francese (come in la haine l odio ). Prestiti morfologici : riguardano aspetti grammaticali (desinenze, affissi, ecc.). Ad es. la s finale (peraltro sconsigliabile) che alcuni adoperano in anglicismi come films e computers. Prestiti sintattici: riguardano costrutti, come chi suona che tratto dall inglese o, nell italiano dei secoli scorsi, la cosa la pi bella dal francese. Prestiti lessicali: riguardano una singola parola o una locuzione. Sono i pi comuni in qualsiasi lingua e comprendono parole di uso quotidiano come in italiano: guardare, zucchero, bar, mettere sul tappeto. Il fenomeno del prestito nasce, dunque, dall’esigenza di denominare un concetto o un oggetto che nella lingua di destinazione non ha un nome proprio. Il prestito ha, dunque, la funzione di colmare una lacuna lessicale presente nella lingua che accoglie il termine. Il vocabolo viene generalmente adeguato al sistema fonologico (e talvolta ortografico) della lingua che lo riceve. Ad esempio, quando gli spagnoli giunsero nel Nuovo Mondo, gli europei dovettero dare il nome a piante, animali e frutti fino ad allora sconosciuti nel Vecchio Mondo. In italiano: avocado viene dal nahuatl auacatl, attraverso lo spagnolo aguacate, poich i primi esportatori di tale frutto furono gli spagnoli; puma, in modo simile, risale al quechua, (sempre attraverso lo spagnolo); caff , invece, viene dall’arabo qahwa, attraverso il turco qahve. Talvolta il vocabolo viene acquisito senza che la lingua d adozione conii una nuova parola per sostituire il prestito. Questo pu essere determinato dalla supremazia di una lingua in un determinato settore. Un esempio di quanto appena affermato il linguaggio informatico inglese, da cui l’italiano ha attinto molti vocaboli quali scanner, mouse e webcam, internet, Hi-Fi, computer. I prestiti dall’italiano ad altre lingue (italianismi) sono in genere di vecchia data. Ovviamente, essi sono spesso dovuti alle caratteristiche delle varie comunit linguistiche, che hanno conosciuto i concetti attraverso un qualche contatto con l’Italia: l’inglese ed il tedesco hanno cos preso in prestito il termine lava. Per ragioni storiche i prestiti dall’italiano si concentrano soprattutto in singoli settori, soprattutto quelli i cui inizi sono stati in buona parte nell’Italia rinascimentale ovvero vi si sono sviluppati in modo assolutamente significativo. Si trovano quindi prestiti linguistici in campo finanziario: ad esempio, in inglese bankrupt da „bancarotta”; in tedesco Konto, Risiko e Kredit, rispettivamente da „conto”, „rischio” e „credito”. Vi sono numerosi prestiti nel campo semantico delle arti: per la musica, molto simili nelle diverse lingue europee, si hanno viola, piano, crescendo e cos via, pressoch identici anche nella morfologia (non per nella pronuncia); per le arti figurative si ricordano, in francese, italianismi come aquarelle, graffiti e fresco (dall’italiano rinascimentale „al fresco”, moderno „affresco”), ed i paralleli in altre lingue. Altri prestiti dall’italiano sono l’inglese antenna (o il tedesco Antenne); il francese naviguer; il tedesco ed inglese alarm (sostantivo derivato a sua volta dalla locuzione all’arme!). Infine, anche i nomi dei piatti e degli ingredienti tradizionali della gastronomia italiana sono nelle lingue straniere spesso dei prestiti (su tutti la parola „spaghetti”, l’inglese parmesan da „parmigiano”, o „salami” da „salame”). L inserimento di forestierismi, cio di parole straniere provenienti da lingue estere, e in particolare, per quel che ci riguarda, di anglicismi, si rivelato uno dei meccanismi di arricchimento della lingua pi produttivi. Tali innovazioni possono manifestarsi occasionalmente nel messaggio dei parlanti oppure, con il tempo, possono diffondersi a strati sempre pi ampi di individui e istituzionalizzarsi nella lingua, provocandone un alterazione. Dunque, il modo pi immediato e riconoscibile con cui una parola passa da una lingua all altra quello del prestito. Esso rappresenta uno dei fenomeni pi frequenti ed utilizzati dai parlanti di una lingua per acquisire nuove parole. Roberto Gusmani arriva alla conclusione che il prestito il punto d arrivo di un processo non lineare, in cui s intrecciano in varia misura fattori differenti: influssi stranieri, spinte assimilatrici del sistema linguistico interessato dall interferenza, scelte operate dal parlante. Infatti l arricchimento di una qualsiasi tradizione linguistica sotto l influsso di un altra costituisce un caso di prestito. . Un altro punto di vista espresso da Maurizio Dardano, secondo il quale si ha prestito quando la nostra lingua utilizza e finisce per assumere un tratto linguistico che esisteva precedentemente in un altra lingua e che non aveva riscontro nella nostra. . III.3.2 I prestiti: strumenti descrittivi Molte sono le definizioni che, all interno del vasto panorama linguistico relativo ai prestiti, esprimono cos un fenomeno di primo piano all interno degli studi sulla lingua. Tra tutte ne riportiamo alcune tratte dalle argomentazioni teoriche di Roberto Gusmani in Saggi sull Interferenza Linguistica : A n g l i c i s m o e s t e r n o e d i n t e g r a t o . S i t r a t t a d i u n a t i p o l o g i a d i p r e s t i t o c h e s i r e a l i z z a n e i c a s i i n c u i l a n g l i c i s m o , a c c e t t a t o e i n t e g r a t o n e l l a l i n g u a d i a r r i v o , h a c h i a r a o r i g i n e i n g l e s e . E s e m p i o : c o c k t a i l , w e e k e n d , b u d g e t , m a i l , f a x . P r e s t i t o o c c a s i o n a l e o c a s u a l e . P r e s t i t i a b b a s t a n z a n u m e r o s i i m p i e g a t i i n m a n i e r a o c c a s i o n a l e . G u s m a n i l i d e f i n i s c e c i t a z i o n i o c c a s i o n a l i d i p a r o l e s t r a n i e r e . P r e s t i t o a p p a r e n t e , f a l s o p r e s t i t o o p s e u d o a n g l i c i s m o . S o n o q u e i p r e s t i t i c h e s e m b r a n o d e i f o r e s t i e r i s m i, ma in realt sono stati creati indipendentemente da un modello straniero. Il fatto che non ci si trovi di fronte ad un autentico fenomeno di prestito dimostrato o dall assenza di un eventuale corrispondente nella lingua straniera o, se questo esiste, dal fatto che esso presenta un significato diverso. La fortuna di queste parole dovuta soprattutto al prestigio di cui gode la lingua modello che porta a preferire un determinato termine di aspetto straniero all equivalente presente nella propria lingua m a d r e . P r e s t i t o d e c u r t a t o . S i t r a t t a d i q u e i c o m p o s t i i n g l e s i c h e a p p a i o n o , s o p r a t t u t t o i n f r a n c e s e e i n i t a l i a n o , i n u n a f o r m a a b b r e v i a t a , c i o i n g e n e r e c o n l a p e r d i t a d e l s e c o n d o e l e m e n t o : d u n q u e l a d i s c r e p a n z a r i s p e t t o a l m o d e l l o c o n c e r n e i l s i g n i f i c a n t e . E s e m p i o : d u t y f r e e d a l l i n g l e s e d u t y f r e e s h o p . P r e s t i t o d i r i t o r n o . S i t r a t t a d i u n a d e n o m i n a z i o n e b e n c o n s o l i d a t a n e l l u s o , m a i m p r o p r i a v i s t o c h e l a p a r o l a c h e r i t o r n a n o n l a s t e s s a c h e a s u o t e m p o s t a t a p r e s a i n p r e s t i t o d a l l a l i n g u a s t r a n i e r a , m a p r e s e n t a d e l l e m o d i f i c a z i o n i o s u l p i a n o d e l s i g n i f i c a n t e o s u l p i a n o d e l s i g n i f i c a t o . E s e m p i o : b e a u t y – c a s e . P r e s t i t o c a m u f f a t o o n o n a d a t t a t o . S i t r a t t a d i u n a p a r o l a , g i e s i s t e n t e n e l l a l i n g u a r e p l i c a , l a q u a l e a c q u i s i s c e u n t r a t t o s e m a n t ico prima esclusivo del modello, al quale si richiama solo formalmente. In questo caso il parlante assegna ad un termine indigeno un nuovo significato, che appartiene ad un vocabolo straniero, solo sulla base di somiglianze formali. Il contatto tra due lingue diverse pu avvenire, per , anche in altro modo: piuttosto che accogliere una parola o una locuzione straniera, i parlanti possono riprodurre con materiali della propria lingua un modello straniero. Si parla in questo caso di calchi strutturali e calchi s e m a n t i c i . C a l c o s e m a n t i c o . I l c a l c o s e m a n t i c o c o n s i s t e n e l f a r c o m b a c i a r e n e l l a m i s u r a p i a m p i a p o s s i b i l e l e f u n z i o n i s e m a n t i c h e d e l l e d u e p a r o l e t r a l e q u a l i i s t i t u i t o i l r a p p o r t o , a l p u n t o d a p o t e r e s s e r e c o n s i d e r a t o a n c h e c o m e u n f e n o m e n o d i polisemia indotta. Si tratta della forma pi discreta di influsso di una lingua su un altra, poich non comporta una modificazione dell inventario lessicale di una lingua, ma un processo mimetico che impiega materiale linguistico gi preesistente nella lingua replica. La condizione indispensabile del calco semantico che il modello straniero sia polisemico, cio caratterizzato da un significato primario e da uno o pi valori secondari, ed inoltre che esista nella lingua ricevente un termine il cui significato coincida con una delle accezioni del lessema alloglotto. Nel calco semantico un unit lessicale preesistente amplia il suo spazio semantico, perci esso non sconvolge il sistema linguistico della lingua replica, trattandosi di parole indigene utilizzate con significati inediti. Esempio: il termine italiano pacchetto che ha mutuato la sua accezione turistica dal modello inglese package, sito, falco (falchi e colombe, in politica estera), guerra fredda C a l c o s t r u t t u r a l e . C o n s i s t e n e l l a r i p r o d u z i o n e d i u n m o d e l l o s t r a n i e r o d a l p u n t o d i v i s t a d e l l a s t r u t t u r a e d e l s i g n i f i c a t o , u s a n d o m a t e r i a l e l i n g u i s t i c o p r e e s i s t e n t e n e l l a l i n g u a i m i t a n t e . E s s o c o m p o r t a p e r c i l a f o r m a z i o n e d i u n n e o l o g i s m o s u i m i t a z i o ne di un modello alloglotto. Perch si possa verificare questo tipo di calco, necessario che il parlante della lingua replica sia capace di analizzare la struttura e il significato del modello alloglotto. fondamentale che il termine straniero abbia un significato descrittivo e sia strutturalmente motivato in modo che attraverso il calco sia possibile ricreare nella lingua replica il senso e la struttura del modello. Esempio: il termine italiano fuorilegge (bandito, criminale) dall inglese outlaw. C a l c o p a r z i a l e . P e r d e f i n i z i o n e i c a l c h i p a r z i a l i s o n o q u e l l e r e p l i c h e c h e i m i t a n o u n v o c a b o l o s t r a n i e r o , r i p r o d u c e n d o n e f e d e l m e n t e u n s o l o c o m p o n e n t e , m e n t r e l a l t r o e l e m e n t o r i c a l c a t o c o n m a t e r i a l e l i n g u i s t i c o i n d i g e n o . E s e m p i o : i l t e r m i n e i t a l i a n o g a p g e n e r a z i o n a l e m o d e l l a t o s u l l e s p r e s s i o n e i n g l e s e g e n e r a t i o n g a p . C a l c o s i n t a g m a t i c o . Q u e s t o t i p o d i c a l c o c o n s i s t e n e l l i m i t a z i o n e d i u n s i n t a g m a a l l o g l o t t o a t t r a v e r s o u n a r e p l i c a c h e p r e s e n t a a n c h e s s a u n a s t r u t t u r a s i n t a g m a t i c a . I s i n t a g m i c a l c a t i dall inglese diventano produttivi nella lingua italiana tali da creare delle neoformazioni autonome, che spesso presentano una sequenza inversa rispetto ai modelli. In quest ultimo caso si parla di calco sintagmatico imperfetto. Esempio: il termine italiano operatore turistico modellato sulla locuzione inglese tour operator e presenta un inversione nell ordine dei costituenti rispetto all archetipo alloglotto. C a l c o c o n c e t t u a l e . I n q u e s t o t i p o d i c a l c o , l a u t o n o m i a d e l l a l i n g u a r e p l i c a m o l t o f o r t e . L a r e s a i n d i g e n a d i u n e s p r e s s i o n e s t r a n i e r a , i n q u e s t o t i p o d i c a l c o , n o n h a c o n i l m o d e l l o u n a q u a l s i a s i r e l a z i o n e f o r m a l e o s e m a n t i c a . L i n t e r f e r e n z a c o n c e t t u ale, come afferma Gusmani: pu precedere l autentica interferenza linguistica, che si ha, quando il termine straniero da stimolo diventa un modello (pi o meno fedelmente imitato) dell innovazione, ovvero pu subentrare ad essa quando, per qualsiasi motivo, un prestito o un calco non riescono ad imporsi in un certo ambiente linguistico, che preferisce attribuire ai nuovi concetti forme di espressione d impronta pi chiaramente indigena . Il calco concettuale, inoltre, non costituisce solo un aspetto delle relazioni culturali tra due comunit , ma produce anche delle conseguenze dirette sul piano linguistico, perch stimola o rivitalizza la creativit di una lingua. Tra i calchi concettuali spiccano due fenomenologie tipologiche: le traduzioni approssimative, in cui la lingua replica impiega un lessema gi in circolazione o rivitalizza un proprio arcaismo, conferendo a questo termine una nuova accezione mutuata dal forestierismo (come l italiano panfilo, rivitalizzato per rendere l inglese yacht). I neologismi sostitutivi, formazioni della lingua replica motivate dal bisogno di trovare una resa per un elemento alloglotto che non trova nella lingua ricevente un adeguato corrispondente: si veda, ad esempio, l italiano oleodotto (conduttura fissa per il trasporto del petrolio greggio) che riproduce l inglese pipeline. Ilaria Bonomi sostiene che: gli stranierismi costituiscono il nucleo di gran lunga pi consistente delle voci degne di considerazione del lessico giornalistico del primo 900. Le ragioni di questo grande afflusso risiedono, in primo luogo, nei rapporti tra giornalismo del primo Novecento e i paesi europei, grazie al lavoro dei giornalisti, i quali impiegavano nei loro articoli termini stranieri. Secondo la studiosa gli anglicismi erano presenti soprattutto in alcuni settori del lessico giornalistico: sportivo, economico e politico. III.3.3 Integrazione ed acclimatamento Il carattere straniero di un forestierismo salta agli occhi: la diversa organizzazione di fonemi e lettere lo rendono riconoscibile, ma un prestito per potersi inserire all interno della lingua d arrivo subisce nel tempo delle modifiche. La lingua replica, infatti, reagisce al nuovo lessema adeguandolo alle proprie strutture. Il processo di adattamento del prestito pu cos essere di due tipi: integrazione e/o acclimatamento. Gusmani distingue questi due processi definendo il primo come lo sforzo applicato dalla lingua ricevente al termine straniero, al fine di adeguarlo alla sua struttura, ed il secondo come fenomeno dipendente dalla frequenza d uso, ossia pi frequente l utilizzo di un vocabolo straniero, pi alto sar il suo grado di acclimatamento. L integrazione perci circoscritta alla struttura della lingua e prevede, secondo Gusmani, diversi passaggi: dall integrazione grafica a quella fonologica e morfologica. L integrazione grafica consiste nella sostituzione di grafemi alloglotti con grafemi indigeni. Le parole straniere, entrate nell’italiano corrente, si scrivono secondo la loro grafia nella lingua d’origine e non sono evidenziate con caratteri formali speciali (corsivo, virgolette, grassetto, ecc.). Secondo Klajn , l adattamento grafico molto debole e agisce solamente sui vocaboli molto diffusi, come il termine inglese goal diventato in it. gol. L incertezza ortografica o la non perfetta conoscenza della norma della lingua straniera, possono generare delle varianti ortografiche che si scostano dal modello. Tipica nella grafia degli anglicismi la presenza del trattino nei composti, anche se in inglese non presente: best-seller, cow-boy, week-end. La funzione del trattino quella di facilitare la comprensione del composto, separando i due termini. Per quanto riguarda l integrazione fonologica la sostituzione dei foni alloglotti pu avvenire in due diversi modi: per approssimazione Si ha sostituzione per approssimazione se il modello alloglotto presenta un fono che non pu essere realizzato nella lingua replica, quindi si procede alla sostituzione del fono alloglotto. Per esempio: l inglese club [kl b ] d i v e n t a i n i t a l i a n o c l u b [ K l b ] . p e r a d e g u a m e n t o a l l e r e g o l e f o n o t a t t i c h e d e l l a l i n g u a r e p l i c a S i h a s o s t i t u z i o n e p e r a d e g u a m e n t o a l l e r e g o l e f o n o t a t t i c h e d e l l a l i n g u a r e p l i c a q u a n d o i l e s s e m i a l l o g l o t t i v e n g o n o r i p r o d o t t i s e c o n d o l e r e g o l e d i d i s t r i b u zione dei fonemi, proprie della lingua ricevente. Per esempio, poich davanti a nasale sonora in italiano tollerata la sibilante sonora, i prestiti inglesi snob, smog, che in lingua modello presentano la sibilante alveolare sorda, sono integrati in italiano in sno snob, smog per adeguamento meccanico alle regole vigenti nella lingua che compie il prestito. Per quanto concerne l integrazione morfologica, essa consiste nell assimilare il prestito alle strutture morfologiche della lingua replica. Klajn elenca tre tipi di assimilazione morfologica: 1. funzionale: la parola straniera inserita nelle categorie grammaticali della lingua ricevente, per esempio l inglese policeman diventa in italiano Il policeman; 2. formale: la lingua replica modifica la struttura della parola straniera tramite l aggiunta di morfemi, per esempio in italiano film > filmino; 3. derivati e composti: la parola straniera modificata attraverso l aggiunta o la rimozione di elementi per mutarne il significato o la struttura, per esempio l italiano smoking che deriva dall inglese smoking jacket. Secondo Klajn, l assimilazione morfologica di tipo funzionale quella che avviene in modo automatico, quella formale pi rara, mentre la formazione di nuovi derivati o composti avviene solo a seconda del bisogno. Un aspetto dell integrazione morfologica il problema dell attribuzione del genere maschile o femminile ad un termine straniero. Per quanto riguarda il genere attribuito ai prestiti dall’inglese esso dipende da quello della corrispondente parola italiana: la mailbox (casella di posta elettronica), il juke-box (apparecchio automatico per ascoltare dischi in locali pubblici). Questa regola non sempre rispettata o comunque non consente sempre di determinare chiaramente il genere di talune parole. Klajn sostiene che: Nell italiano, come in molte altre lingue, il genere privilegiato il maschile, che ha anche la funzione di neutro, cio di genere comune , mentre entrano nella classe opposta solo sostantivi che per quella particolarit semantica o formale sono sentiti come femminili. . Infatti, per quei nomi che non hanno un preciso corrispondente in italiano, la scelta del genere cade sul maschile: il clan; il poker, lo slogan. Alla luce degli esempi sopra citati, l acclimatamento un procedimento pi generale, poich riguarda la diffusione progressiva del prestito nella lingua. Esso dipende dalla familiarit e dal livello di conoscenza che i parlanti hanno del termine straniero. Per esempio, l espressione inglese ok (si veda l appendice n.7) perfettamente acclimatata in italiano tanto da ritenerla parte del suo vocabolario. Secondo Gusmani il fenomeno di acclimatamento presenta due poli opposti: le citazioni occasionali o casuals e le parole totalmente acclimatate, come film, sport, bar. A livello semantico, i prestiti, passando da una lingua ad un altra, perdono la polisemicit , cio sono mutilati della maggior parte dei loro impieghi. Questo fenomeno marcato soprattutto per gli anglicismi, a causa della forte polisemia dei termini inglesi. Essi, estraniati dal loro ambito linguistico originario, diventano monosemici e pi trasparenti nel significato. Questo fenomeno di restrizione del significato definito da Klajn nel seguente modo: Una parola straniera, infatti, non viene adottata nel suo complesso, come se fosse presa dalle pagine di un vocabolario, ma unicamente in quanto portatrice di un preciso significato tecnico ; le altre accezioni rimangono sconosciute nella lingua ricevente, sebbene alcune di esse possano essere importate in un secondo momento . Oltre a questi concetti, che fanno parte della fase pi generale di assimilazione dei prestiti, bisogna considerare anche l influsso esercitato dalla tradizione linguistica locale sul prestito, poich esso determiner il suo grado di integrazione ed acclimatamento. Gusmani sostiene che: in genere, quanto maggiore il prestigio (legato a fattori culturali, sociali, politici ecc.) di cui gode la forma straniera, tanto pi forti ostacoli incontrer la tradizione linguistica che compie il prestito a far sentire il suo influsso. . Quindi, il fenomeno del prestito non affatto un processo lineare, ma in esso confluiscono diverse forze: influssi stranieri, spinte assimilatrici e le scelte dei parlanti, i quali identificano la forma straniera, la interpretano e successivamente la modificano. Tali cambiamenti, come abbiamo visto, possono avvenire a livello fonetico, grafico, sintattico e semantico, a seconda della struttura della lingua d arrivo e a seconda di chi riproduce quella parola. Bisogna considerare il fatto che se una parola straniera proviene da ambienti colti, il prestigio che ricopre la stessa parola si opporr ad ulteriori alterazioni al vocabolo. Al contrario, se il prestito deriva da ambienti popolari la forza assimilatrice della lingua indigena sar pi forte . L integrazione e l acclimatamento di termini stranieri sono processi fondamentali per la comprensione di quanto un prestito si spinto all interno della lingua d arrivo. Tuttavia essi non sono fenomeni statici, ma rivelano un viaggio durante il quale il prestito acquista solidit fino ad entrare a far parte del lessico della lingua ricevente e diventare insostituibile. III.4. Provenienza e veicoli dell’introduzione nella lingua Come si pu osservare nella Storia della lingua italiana di Bruno Migliorini , gli anglicismi hanno cominciato a penetrare scarsamente il vocabolario italiano cominciando con il Cinquecento. Per la vera influenza inglese cominci con il Settecento, attraverso il francese (grazie alla moda e al linguaggio militare). In quel periodo si cercava di trovarsi la variante pi vicina al sistema lessicale e fonetico dell italiano. Cos , le parole panfletti, costituzione, comitato, comissione, opposizione, petizione, si sono integrate perfettamente. Cominciando con l Ottocento e continuando con il Novecento, tantissimi neologismi d origine inglese non sono stati pi adattati all italiano: budget, leader, meeting, self-government, speech, tunnel, tramway, trust, stock, check, performance, record, derby ecc. Solo per alcuni di essi si sono trovate delle varianti italiane, come per esempio sky-scraper stato sostituito da grattacielo, football da calcio, comfort da conforto, railway da ferrovia. Nei tempi passati i principali veicoli di ingresso dei forestierismi in una lingua sono stati le corti dei governanti, ambienti diplomatici, i grandi viaggiatori ed i circoli letterari per quanto riguarda la lingua aulica, mentre veicoli di termini pi quotidiani sono stati gli importatori di merci soprattutto dall’oriente e nell’era moderna anche dall’America. A causa delle restrizioni operate dal fascismo, i forestierismi diminuiranno; si assister poi ad una ripresa della loro diffusione con l avvento della democrazia nel secondo dopoguerra. Oggigiorno i forestierismi invadono la lingua italiana tramite tutte le vie dei mezzi di comunicazione di massa (televizione, radio, giornali, Internet), inclusa la pubblicit , del commercio; attraveso i linguaggi specialistici: tecnologico, finanziario (grazie all inglese),etc; tramite la moda ed il linguaggio militare (grazie al francese), la scuola e le universit , i romanzi di grande tiratura ed i luoghi di lavoro. Forestierismi nella pubblicit , nel settore della moda Per quanto riguarda la lingua spicciola prosegue il costante influsso dei termini commerciali assistito oggi anche e soprattutto da chi lavora nel settore della HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Pubblicit%C3%A0” \o „Pubblicit ” pubblicit , della moda. Forestierismi tramite i mezzi di comunicazione di massa. Si potrebbe pensare che gli addetti al sistema dell’intrattenimento e dell’informazione pubblica riportino semplicemente il linguaggio della societ ovvero quello usato dagli specialisti e rappresentino quindi appunto solo un mezzo non una fonte per lingua. In realt , stato dimostrato che per quanto riguarda, per esempio, linguaggi specialistici come quello finanziario, i giornalisti usino mediamente pi forestierismi che gli esperti stessi del settore. Riproducendo i mezzi di comunicazione un po’ tutta la societ , ha senso limitare il discorso, per esempio, ad alcuni linguaggi specialistici; al linguaggio finanziario stato appena accennato. Per quanto riguarda il linguaggio della politica fornendo i mezzi di comunicazione di massa un veicolo formidabile di autopromozione oramai essi stessi rappresentano il foro della politica a volte pi che il Parlamento stesso o le altre sedi istituzionali. Difficile , in questo caso, separare il contributo degli attori della politica da quello dei giornalisti, anche perch spesso con il giornalismo si fa ormai molta pi politica e si mobilitano molto di pi le masse di quanto poteva fare una vecchia campagna elettorale da porta a porta o simili iniziative. Comunque, a prescindere dalla fonte sono attualmente forestierismi della politica veicolati da televisione, radio e giornali, parole come welfare per interventi sociali, solidariet , …, bipartisan per unanime, trasversale, … (eventualmente bipartigiano, essendo termine derivato dall’Italiano, modificato e reimportato), authority per autorit , garante. Forestierismi a scuola La scuola sempre stata una fucina di nuovi linguaggi, di neologismi che un tempo restavano pi o meno circoscritti al linguaggio fra i giovani. Pi che essere introdotti a scuola i forestierismi trovano qui un veicolo fenomenale di diffusione, che non si trova in altri luoghi pubblici (piazze, mezzi di trasporto, strade) per la qualit delle relazioni fra gli studenti. Oltre ai classici veicoli del condizionamento pubblicitario (abbligliamento, accessori, mezzi di trasporto), gi da anni hanno preso piede i prodotti legati all’industria elettronica (calcolatori, giocattoli, riproduttori di musica miniaturizzati), ma soprattutto alla rete telematica, ai suoi giochi di ruolo, alle nuove forme di telecomunicazione associate. Forestierismi nei luoghi di lavoro Nel presentarsi al pubblico molte aziende private ma anche pubbliche usano parole come mission, vision, (corporate) governance al posto di missione, visione, gerenza e molti altri forestierismi: investor relations, news, newsletter, press room, press center, jobs, policy, management, credits, business, help, faq, highlights, outlook. Dei forestierismi usati nel settore ingegneristico molti sono quelli che poi giungono al cliente assieme ai prodotti tecnologici: air-bag, ma anche motore HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Common-rail” \o „Common-rail” common-rail , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Modem” \o „Modem” modem , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Router” \o „Router” router , ADSL, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/ADSL” \o „ADSL” splitter . Nell’ambito economico vengono adoperati in banca e nelle piazze finanziarie: stock option, ma anche opzione HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Opzione_put” \o „Opzione put” put , opzione HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Opzione_call” \o „Opzione call” call , asset, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Broker” \o „Broker” broker , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Home_banking” \o „Home banking” home banking , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Blue_chip” \o „Blue chip” blue-chips , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Insider_trading” \o „Insider trading” insider trading , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Public_company” \o „Public company” public company , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Business_plan” \o „Business plan” business plan . Nell’ambito della ricerca scientifica i forestierismi pi comuni sono un po’ quasi ovunque di origine inglese, perch un circolo vizioso di fattori, fa s che questa assuma sempre pi valenza di lingua franca nella scienza: si crede di guadagnare maggior prestigio pubblicando articoli su riviste scientifiche anglofone e cos si pubblica meno nelle riviste italiane che di conseguenza perdono di attrazione. Termini come articolo o sunto (riassunto, sommario) vengono ormai sempre pi spesso sostituiti da equivalenti inglesi (paper, abstract) e gran parte degli strumenti o tecniche di misura sono indicati con il loro nome in Inglese. In biologia l’inglese DNA invece dell’italiano ADN. Solo in Portoghese si chiama l’acido all’inglese, mentre nelle altre lingue romanze viene usato ADN. Ci sono usati anche semplici parole come transer, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Topo_knockout” \o „Topo knockout” knockout , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Marker” \o „Marker” marker , editing, gain of function, (metodo del) banding, decoy, splicing, (codone di) stop, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Primer” \o „Primer” primer , pathway, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Crossing-over” \o „Crossing-over” crossing-over , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Enhancer” \o „Enhancer” enhancer , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Introgression_line” \o „Introgression line” introgression line , junk DNA, split genes, frame shift. In medicina si introduce un bypass non un raccordo o un ponte e addirittura l’intervento viene chiamato cos . Si utilizza anche la parola im a g i n g . I n f i s i c a s i p a r l a s e m p r e p i d i s p i n i n v e c e c h e d i m o m e n t o a n g o l a r e . A l t r i e s e m p i : H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / B i a s ” \ o ” B i a s ” b i a s ( p r o n u n c i a t o a l l ‘ i n g l e s e [ b a j Y s ] ) , H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O f f s e t ” \ o ” O f f s e t ” offset , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Spintronica” \o „Spintronica” spintronica , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Wormhole” \o „Wormhole” wormhole , (effetto) HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_tunnel” \o „Effetto tunnel” tunnel , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Entanglement” \o „Entanglement” entanglement , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Flash_point” \o „Flash point” flash point , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Glueball” \o „Glueball” glueball , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Isospin” \o „Isospin” isospin , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Transistor” \o „Transistor” transistor , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gate” \o „Gate” gate , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/JFET” \o „JFET” source , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Drain” \o „Drain” drain , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Spettroscopia_di_risonanza_magnetica_nucleare” \l „Lo_Spostamento_Chimico_.28Chemical_Shift.29” \o „Spettroscopia di risonanza magnetica nucleare” chemical-shift , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Scattering” \o „Scattering” scattering , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Speckle” \o „Speckle” speckle , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dei_twistors” \o „Teoria dei twistors” twistor , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Tensore_energia_impulso” \o „Tensore energia impulso” tensore stress energia . In chimica si parla di cluster invece che di agglomerato o complesso o gruppo. Altri esempi: cracking, idrocracking e HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Cracking_(chimica)” \o „Cracking (chimica)” steam cracking , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Reforming” \o „Reforming” reforming , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Redox” \o „Redox” redox , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Tensore_energia_impulso” \o „Tensore energia impulso” lock and key , guest e HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Chimica_supramolecolare” \o „Chimica supramolecolare” host , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Bulk” \o „Bulk” bulk , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Dimero_dell%27acqua” \o „Dimero dell’acqua” binding-energy ; le varie tecniche o strumenti adottate dalla fisica come analizzatore HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/TOF” \o „TOF” TOF . In matematica si parla di computer algebra al posto di algebra computazionale. Altri esempi: gruppo SU ( HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_unitario_speciale” \o „Gruppo unitario speciale” special unitary ), fit, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Box-plot” \o „Box-plot” box-plot , (diagramma) HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Rappresentazioni_grafiche_in_statistica” \o „Rappresentazioni grafiche in statistica” stem-and-leaf , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Flow_chart” \o „Flow chart” flow chart , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Ricerca_operativa” \o „Ricerca operativa” operational research , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Test” \o „Test” test , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/K-teoria_ritorta” \o „K-teoria ritorta” K-teoria , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Poset” \o „Poset” poset , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Funzione_monotona” \o „Funzione monotona” order-preserving . In geologia si parla di slab pull invece che di trazione tettonica. Nel campo dell’informatica, la gran parte delle parole tecnici sono anglicismi: sito, link, internet, etc. (si veda l appendice n. 8) Forestierismi nei romanzi di successo del XX-imo secolo. Ricodiamo i romanzi di Federico Moccia: Tre metri sopra il cielo , Scusa ma ti chiamo amore , Ho voglia di te , Scusa ma ti voglio sposare . Forestierismi nella formazione universitaria Per quanto riguarda le facolt scientifiche, vale in parte il discorso dell’ambiente di lavoro della ricerca scientifica, ma i forestierismi sono diffusi soprattutto nei corsi di studio di materie economico-finanziarie, informatiche e anche ingegneristiche. In misura minore si usano per forestierismi anche in facolt umanistiche: (un esempio per facolt ) nei corsi di Filosofia si usa weltanschauung per concezione o visione del mondo, blitzkrieg per guerra-lampo nei corsi di Storia, pogrom per persecuzione o addirittura sterminio nei corsi di Scienze politiche: policy per politica, realpolitik per politica pragmatica, establishment gruppo di potere e/o di controllo; faience (francese per Faenza) per ceramica smaltata in Archeologia; la cross-examination per interrogatorio incrociato nel Diritto penale: HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Civil_law” \o „Civil law” civil law per diritto codificato e HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Common_law” \o „Common law” common law per diritto giurisprudenziale; gestalt (o anche Gestalt) per forma, schema (riconoscibile), transfert per traslazione, social cognition per cognizione sociale in Psicologia; no-global (antiglobal) per antiglobalizzazione, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Ageing_society” \o „Ageing society” ageing society per invecchiamento demografico (fenomeno dell’), HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Status_symbol” \o „Status symbol” status symbol per simbolo di appartenenza sociale, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Stickering” \o „Stickering” stickering per la pubblicit tramite adesivi, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Chiefdom” \o „Chiefdom” chiefdom per dominio personale in Sociologia. III.5. Motivazioni della loro introduzione Se vero che le due vie di ingresso maggiori dei forestierismi sono i mezzi di comunicazione di massa da un lato e quelle commerciali dall’altro, questo non spiega il motivo per cui essi vengano introdotti. Riguardo alla loro diffusione non c’ dubbio che il ruolo sostanzialmente passivo della societ nei confronti sia dei mezzi di comunicazione di massa che della pubblicit e del mercato siano determinanti: la comunit linguistica non interlocutrice, ma spettatrice, ascoltatrice e lettrice, da un lato, e consumatrice piuttosto condizionata, dall’altro. C’ sempre un gruppo di persone che trasferisce per primo i forestierismi alle masse, sia esso la redazione di una testata giornalistica ovvero adetti alla pubblicit . Si pensi alla parola film: oramai sono pochi quelli che la chiamano ancora pellicola (oppure pellicola cinematografica, cortometraggio, lungometraggio). Eppure cos la chiamavano tutti prima, con il termine italiano, ci sar pur stato qualcuno che l avr introdotta per primo. I forestierismi entrano nella lingua in due fasi: prima attraverso gli „addetti ai lavori” (operatori di borsa, tecnici, scienziati, ricercatori, specialisti, …) e poi vengono diffusi soprattutto attraverso pubblicitari, giornalisti. Ci si potrebbe chiedere allora se ci siano e quali siano le motivazioni per cui la singola persona decida di farne uso, se questo avvenga in modo inconsapevole o intenzionale: nel primo caso si ha inconsapevolezza innanzitutto laddove non si abbia proprio la percezione del tipo di linguaggio che si usa (inconsapevolezza del linguaggio). Per gli specialisti si aggiunge l’inconsapevolezza della propria responsabilit culturale come fonte primaria (inconsapevolezza del ruolo); quando l’informazione passa dagli specialisti agli adetti dei mezzi di comunicazione di massa, e questi la diffondono nella comunit linguistica, pu accadere che si sottovaluti l’effetto amplificatore che i sistemi di informazione di massa hanno per qualsiasi comportamento. Si adotta, in questo caso, non solo il tipo di linguaggio (specialistico, disinvolto, …) ma anche l’uso o meno di forestierismi, soprattutto nella fase della loro introduzione quando non sono comprensibili a tutti: in pratica si sottovaluta forse il fatto che il pubblico non composto da specialisti di tutti i settori e quindi non si pu pretendere che trasferendo alla lettera il linguaggio degli specialisti si venga compresi (inconsapevolezza del mezzo di comunicazione); l’attrazione per i HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Neologismo” \o „Neologismo” neologismi pu portare all’uso di forestierismi in quei Paesi che non dominano il mondo delle tecnologie e quindi non sono costretti a generarne la terminologia: in una societ sempre pi frenetica questa attrazione deriva spesso dal loro sintetizzare un significato complesso, a volte nuovo, in una singola parola o breve locuzione. anche la ristrettezza del lessico pu essere all’origine dell’uso od abuso di forestierismi: in questo caso l’indisponibilit eventualmente momentanea di un lessico specifico rende difficile una descrizione del concetto con parole proprie, che si risolve ripiegando pi comodamente sul termine straniero; L’uso dei forestierismi pu essere anche intenzionale e riflettere per esempio: pura HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Esterofilia&action=edit&redlink=1” \o „Esterofilia (pagina inesistente)” esterofilia : in questo caso l’obiettivo non tanto un vantaggio personale ma la tensione verso un’altra cultura, le sue mode ed anche la sua lingua. Il forestierismo spesso riferito non solo a termini o locuzioni stranieri ed al loro uso, ma anche ad altra forma culturale, come una HYPERLINK „http://www.sapere.it/gr/DictionarySearchServlet?DS_action=ItalySearch&DS_resType=14&DS_userInput=forestierismo&x=0&y=0” usanza proveniente dall’estero; in questo senso connesso all’esterofilia che in pi ha una componente emotiva di attrazione; la ricerca di HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Prestigio” \o „Prestigio” prestigio sociale: si cerca di mettersi in evidenza con l’uso di un linguaggio originale, di termini che suonano esotici, che attirano l’attenzione perch nuovi, al passo coi tempi, termini che suonano molto professionali; un atteggiamento HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Conformismo” \o „Conformismo” conformista : simile alla prima disposizione ma con motivazioni contrarie, inteso cio come un non voler apparire come voce fuori dal gruppo. Se, per esempio, un giornalista nel suo articolo ripete un termine straniero che l’esperto nell’invervista usa pur essendoci un termine appropriato in Italiano, ebbene il giornalista non ricerca in questo modo nessun prestigio sociale, riconosce forse la superfluit di usare un termine straniero, ma usandolo si sente pi conforme, al passo coi tempi (atteggiamento conformista); Nel caso dei forestierismi introdotti per vie commerciali, il ruolo di mediatori fra gli addetti ai lavori (ossia produttori ed i loro gruppi tecnici di ricerca) ed il cliente rappresentato dagli agenti di mercato in particolare dai pubblicitari. Trattandosi soprattutto di cose e non di concetti, l’uso intenzionale di forestierismi pu rivelare un maggior successo commerciale che si suppone abbia o possa avere un articolo se descritto con termini esotici o in lingue associate a Paesi moderni come per l’Inglese e gli Stati uniti d’America. III.6. Dinamica e primo approccio ai forestierismi Come ogni neologismo, i forestierismi non vengono sempre accettati spontaneamente dalla comunit linguistica e quindi nell’introdurli intenzionalmente si devono osservare delle precauzioni: si pu usare prudenza oppure si pu ostentare sicurezza ed una presunta ovviet del termine. Rispetto alla sorpresa, curiosit o diffidenza che ogni neologismo pu suscitare la prima volta all’atto della sua introduzione in qualsiasi constesto lavorativo, famigliare, nella pubblica amministrazione o nei mezzi di comunicazione di massa, si aggiunge il problema della lingua: mentre il neologismo italiano pu essere facilmente compreso, basandosi su termini probabilmente conosciuti dall’interlocutore, nel caso del neologismo straniero, il forestierismo, si pone ovviamente il problema della lingua. Attualmente la maggiorparte dei forestierismi introdotti dai mezzi di comunicazione di massa e dai veicoli linguistici commerciali di provenienza inglese, lingua il cui insegnamento che ormai gi da decenni ha preso il posto del Francese ed ancor di pi del Latino; quindi, la maggiorparte degli interlocutori non trova grandi difficolt , almeno apparentemente. Introdurre un forestierismo in una presentazione o discorso in ambiente di lavoro, in una lezione all’universit o a scuola, presuppone che si sia pronti a giustificare e chiarire il nuovo termine. Nel caso dell’ambiente di lavoro non si pu escludere che gli interlocutori, credendo di poter intaccare la stima da parte dei colleghi nei propri confronti, non si espongano con richieste di chiarimento. Nella scuola e nelle universit , sebbene siano luoghi per eccellenza preposti proprio all’insegnamento, non escluso che una certa soggezione degli interlocutori inibir tali richieste di chiarimento ed il forestierismo passer indisturbato. In questi casi sia l’impiegato che lo studente dovranno cercare spiegazioni in altra sede, ma intanto il forestierismo passato, nel senso che gi il suo uso da posizione pi o meno autorevole lo sdogana, a prescindere dalla sua comprensibilit od utilit . Nel caso invece di mezzi di comunicazione di massa a chi introduce intenzionalmente o meno un forestierismo non si pone proprio il problema di giustificarlo; non si ha alcun contraddittorio, non essendoci un contatto diretto con i destinatari: in questo caso il forestierismo passa (quasi) sempre e la sua ripetizione far s , che non appena ne sar compreso perlomeno il senso, i destinatari inizieranno ad usarlo fra di loro e piano piano si diffonder in ambiti sempre pi grandi. In generale si osserva che se il forestierismo risulta troppo vezzoso, estremamente superfluo o semplicemente impronunciabile, esso viene rifiutato non dal singolo ma dalla comunit intera. L’uso, invece, della lingua inglese non solo non produce rifiuto, bens attrazione nella maggiorparte della gente, perch essa riconosce in parte quanto appreso a scuola e lo interpreta come un segno di modernit , eleganza o affidabilit associata al prodotto. Nomi italiani per generi alimentari e capi di abbigliamento sono, per esempio, ben visti in Germania perch si associa all’Italia un certo buon gusto. Una ditta tedesca che assembla macchine fotografiche digitali, le vende sotto un nome giapponese perch l’imprenditore conta sull’equazione Giappone sinonimo di qualit tecnologica. III.7. Forestierismi e la loro alternativa linguistica Se vero che alcuni forestierismi non riempiscono alcuna lacuna della propria lingua, ma si aggiungono semplicemente senza arricchirla con nuovi significati, ci si pu chiedere se esista una alternativa per quelli che effettivamente descrivono nuovi concetti: la superfluit del forestierismo risiede nell’evidenza che la lingua un mezzo descrittivo degli uomini per simboleggiare a parole dei concetti. Questi concetti esistono di per s nella loro realt effettiva o immaginaria, ed essendo il neologismo di per s un esercizio arbitrario, si gode di assoluta libert nell’introdurli, disponendo di una grande variet di parole e HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Formazione_delle_parole” \o „Formazione delle parole” costruzioni linguistiche come base di partenza. Non che una lingua sia teoricamente pi adatta delle altre a creare termini, sono solo i risultati che sono diversi a seconda di dove si pone l’accento nella loro formazione. Partendo dalla propria lingua (ma anche appoggiandosi ad altre lingue osservando il loro percorso di formazione delle parole), si pu ricercare un risultato pregnante, diretto, piacevole acusticamente, onomatopeico, elegante, accademico, popolare. In qualsiasi lingua possibile estendere il significato di una parola ad un concetto simile oppure ad un nuovo senso: per esempio, un treno di pneumatici una serie di gomme, non un treno fatto di gomme; oppure l’albero motore non una pianta legnosa che sta dentro al motore, ma organo di varie macchine motrici atto a trasmettere il moto e la potenza, costituito da un asse rotante a sezione circolare (SIN asse: a. motore) . Inoltre, sarebbe ingeneroso addurre una maggior concisione della lingua straniera, perch spesso sono gi disponibili locuzioni altrettanto pregnanti ed in alternativa sono sempre possibili le seguenti operazioni: troncare una parola o locuzione alla sola parte principale o iniziale (auto invece di automobile, bici invece di bicicletta); esempi applicativi: branding -> promozione -> promo; reminder -> promemoria -> memo; timeline -> cronologia -> crono; riccorere all’antonomasia: ossia omettere in un’espressione una o pi parole sottointese come avviene nelle espressioni per antonomasia (la patrimoniale generalmente compresa come l’imposta patrimoniale); applicazioni: network -> rete di calcolatori -> la rete; joint venture -> consorzio di imprese -> consorzio; fluidificare un’espressione con un troncamento eufonico, sia esso una HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Elisione” \o „Elisione” elisione (via d’accesso) o una HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Apocope” \o „Apocope” apocope (far buon viso a cattivo gioco); un esempio applicativo ai forestierismi potrebbe essere l’imparar giocando per edutainment; sintetizzare un’espressione eliminando, per esempio, preposizioni deducibili dal contesto: per es. l’ingresso artisti ovviamente l’ingresso degli artisti, l’ingresso riservato agli artisti; applicazioni: ingresso dati per data input, vagone letto per wagon-lit, assistenza clienti per customer care; ridurre una descrizione agli elementi caratteristici: per es. quell’uccello che ha il petto rosso semplicemente un pettirosso, quella pianta dalla fioritura bianca e le molte spine semplicemente un biancospino; applicazioni: basketball->pallacanestro, walkie-talkie -> ricetrasmittente; comporre le parole con uno dei molti schemi tipici dell’Italiano: per esempio, preposizione+oggetto (clochard -> senzatetto, cordless->senzafili), avverbio+soggetto (jeep ->fuoristrada,evergreen->sempreverde,backstage -> retroscena ), verbo+oggetto (pager -> cercapersone, metaldetector->cercametalli, beauty-case ->portatrucco). Creare una parola o locuzione basandosi su un’altra lingua non meno nobile che nella lingua originale: si riprende solo il meccanismo mentale che porta alla formazione della parola, che non un’esclusiva di alcuna cultura. La lingua un prodotto astratto, ogni cultura libera di crearlo, svilupparlo, modificarlo come crede. L’imbarazzo creato dall’uso controvoglia di un forestierismo si potrebbe risolvere quasi sempre in modo semplice consultando un dizionario nella propria lingua. C’ poi la possibilit di consultare un dizionario monolingue nella lingua originale, come si fa nello scrivere dizionari bilingue, ma questo ne presuppone ovviamente la conoscenza. Per quanto riguarda i tecnicismi, il compito della creazione affidato alla responsabilit culturale degli specialisti nei confronti del loro Paese, questi infatti entrano ormai nella lingua molto prima che i dizionari ne possano attestare una diffusione dettagliata e quindi contemplarli. III.8. Forestierismi e la lingua nazionale in altri Stati I forestierismi sono presenti in forma pi o meno invadente anche in altre lingue, ma diverso l’approccio dei vari Stati rispetto alla propria lingua a livello costituzionale. Una visione d’insieme dell’approccio degli altri Stati pu aiutare a capire meglio il fenomeno anche in Italia. Paesi HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_francese” \o „Lingua francese” francofoni Il Francese trae vantaggio da un forte spirito di identit nazionale della Francia ed anche di alcuni Stati francofoni canadesi. In Francia, la lingua francese difesa per legge (Loi relative l’emploi de la langue fran aise) dal 1994. Fra le varie misure introdotte una vieta l’uso di anglicismi in contesti ufficiali. Motti pubblicitari in Inglese senza traduzione in Francese sono in base alla legge da perseguire penalmente. Per contenere l’uso indiscriminato di forestierimi la D l gation g n rale la langue fran aise et aux langues de France coordina la Commission de terminologie et de n ologie cui affiancata l’ HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Acad%C3%A9mie_Fran%C3%A7aise” \o „Acad mie Fran aise” Acad mie Fran aise con lo scopo di stilare una lista di termini francesi equivalenti ai forestierismi per ogni ambito della vita sociale (ha pubblicato, per esempio, un vocabolario di termini informatici: souris per mouse ; graveur per CD writer ; courriel per e-mail ; clef per stick ). Il loro uso a livello dei privati cittadini e delle imprese semplicemente privato, mentre obbligatorio nelle relazioni con la pubblica amministrazione. Come anche nel resto d’Europa anche in Francia si ha attualmente una predominanza degli anglicismi, soprattutto nel campo dell’informatica e dell’economia Si riconosce all’Inglese il vantaggio della concisione espressiva e pur rappresentando la lingua comune internazionale, ha un difetto di grande imprecisione. Paesi HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_spagnola” \o „Lingua spagnola” ispanofoni In Spagna la prima lingua nazionale il Castigliano, che gode di primato ufficiale rispetto alle altre lingue, le quali hanno carattere ufficiale solo nelle rispettive Regioni autonome di diffusione. Anche la Spagna lotta abbastanza fortemente contro gli anglicismi, cercando delle diverse equipollenze linguistiche con l aiuto del proprio vocabolario: ordenador per computer ; port til per laptop ; raton per mouse ; emilio per e-mail , ecc. Per la presenza in Spagna di varie lingue nazionali e per il fatto che generalmente ci si riferisce al Castigliano come allo Spagnolo, potrebbero essere considerati forestierismi gi le contaminazioni iberiche del Galiziano, del Catalano e del Basco, che non imparentata con le altre (n romanza, n indoeuropea). La Spagna ha subito in passato non solo influssi linguistici di matrice europea ma anche da parte araba durante il medioevo. Attualmente i forestierismi derivano soprattutto dalla lingua francese e inglese. Nel mondo ispanico americano invece si ha una predominanza degli anglicismi, in particolare dell’Inglese americano, che influenzano come in Europa soprattutto il settore informatico, economico, dell’industria dell’intrattenimento ed il mondo delle competizioni agonistiche. Paesi HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_tedesca” \o „Lingua tedesca” germanofoni Mentre in Germania il Tedesco non gode di alcun carattere ufficiale a livello costituzionale come lingua di Stato (leggi ordinarie gli conferiscono carattere di lingua amministrativa), in Austria e Svizzera la sua ufficialit sancita dalla Costituzione. Proprio in un Paese come la Svizzera con quattro lingue ufficiali il fenomeno dei forestierismi, soprattutto degli anglicismi, non solo non viene sottovalutato ma trova risalto anche in una posizione ufficiale della Cancelleria con cui si danno consigli a proposito del loro uso nei documenti amministrativi. Qui viene evidenziato il fatto che una lingua possa fornire lo strumento per una comunicazione ottimale e il pi possibile comprensibile da tutti solo se si basa su regole fisse (grammatica) e ed elementi costanti (il lessico), caratteristiche queste che sarebbero messe alla prova in modo invasivo dai forestierismi di derivazione prevalentemente angloamericana. Preoccupante sarebbe la situazione per quanto riguarda il settore dell’informatica e della comunicazione (con una terminologia settoriale quasi esclusivamente inglese) per la diffusione incontrollata di idioletti e usanze disinvolte (ad es. il cosiddetto internettese ). Questa diffusione permessa, secondo l’analisi della Cancelleria, da varie motivazioni fra cui cita la retorica commerciale globalizzata, la velocit della comunicazione, la seduzione dei termini nuovi ed esotici (esterofilia), ed infine il prestigio dell’uso di un linguaggio di moda. Questo porterebbe con se diversi inconvenienti, essendo l’interpretazione di questi forestierismi non sempre univoca; questo contribuirebbe ad emarginare i non addetti ai lavori e soprattutto un loro uso indiscriminato. L’ultima HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_ortografica_tedesca” \o „Riforma ortografica tedesca” riforma linguistica nei 3 Paesi germanofoni maggiori si limitata soprattutto all’ortografia, alla punteggiatura e per quanto riguarda i forestierismi semplicemente a come scriverli in Tedesco; non se ne voluta favorire cio una sostituzione con termini appropriati tedeschi, talvolta cadendo in contraddizione (es. per l’inglese Ketchup la nuova norma introduce Ketschup, visto che la pronuncia inglese di tch corrisponde in Tedesco a tsch, eppure la pronuncia inglese della parte finale della parola up rimane invariata sebbene in Tedesco essa si pronunci come l’Italiano up). Paesi HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_inglese” \o „Lingua inglese” anglofoni In Gran Bretagna non c’ alcuna lingua ufficiale come neanche negli Stati uniti dell’America settentrionale, dove per molti Stati federali hanno dichiarato l’Inglese ed altre lingue come lingue ufficiali. L’opinione pubblica inglese sta cambiando radicalmente rispetto ai forestierismi. In Irlanda la lingua inglese riconosciuta dopo quella irlandese come seconda lingua ufficiale. Paesi HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_russa” \o „Lingua russa” russofoni In Europa il Russo lingua ufficiale della Russia, dell’Ucraina (assieme all’Ucraino) e della Russia bianca (assieme al Bielorusso). Anche in Russia la Costituzione stabilisce la priorit del Russo rispetto alle lingue nazionali delle varie Repubbliche senza pregiudizio alcuno per queste ultime. III.9. Diffusione ed accettazione dei forestierismi nella societ Difficile stabilire quale sia la diffusione reale dei singoli forestierismi. Per alcuni si assiste ad una circoscrizione in determinati ambienti come nei HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gergo” \o „Gergo” linguaggi settoriali (linguaggio giovanile, linguaggio professionale, etc.). Alcuni, invece, si diffondo senza grande distinzione di et o professione ad un livello tale, che si pu dire che siano entrati nella lingua. Quali che siano le motivazioni del favore che essi incontrano un dato di fatto che la maggior parte non li senta come estranei (in questo senso il termine forestierismo non ha alcuna connotazione negativa). Sebbene, per , molti li accettino e contribuiscano a diffonderli pi o meno inconsciamente, alcuni ne fanno un uso pi consapevole, altri, inoltre, hanno un approccio pi differenziato. Per quanto riguarda la diffusione dei forestierismi attraverso il sistema di informazione, aspetti socioculturali come: il tipo di informazione radiotelevisiva e giornalistica (per esempio, informazione di tipo scientifico, artistico o mondano), l’approccio all’informazione di massa stessa, se critico o meno, se si ha un’opinione differenziata nei suoi confronti ovvero si condivide la cosiddetta HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Opinione_pubblica” \o „Opinione pubblica” opinione pubblica (per esempio, la scelta di una testata giornalistica), la scelta delle proprie letture: per esempio leggere classici, romanzi di grande tiratura pi o meno propagandati dalla pubblicit e dalla critica, oppure un tipo di letteratura favorita da certi circoli letterari (per esempio, quelli che assegnano premi letterari) oppure pi semplicemente accettare l’offerta editoriale che accompagna spesso alcuni quotidiani, oppure la scelta di non leggere proprio, ed infine l’ambiente che si frequenta sono tutti fattori che influenzano la scelta di ricorrere o meno al loro uso di volta in volta. Il fatto stesso che se ne discuta in molte associazioni culturali, ed autorevoli istituzioni linguistiche, nei loro siti telematici o in siti privati, rubriche di testate giornalistiche HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Forestierismo” \l „cite_note-56” \o „^ Nella rubrica Italians del Corriere della sera si parla del tema ” , mostra che il fenomeno gode di un certo interesse ed in parte sentito come un problema culturale. Oltre alle vie pubblicitarie attraverso il sistema di informazione stesso, i forestierismi trovano anche vie pi dirette al cliente, per esempio attraverso la denominazione dei prodotti, le insegne ed i cartelloni pubblicitari ed attraverso la denominazione delle stesse attivit commerciali; non per questo per hanno una penetrazione meno subliminale: per quanto riguarda il primo punto, la denominazione degli articoli da parte dei produttori (confezione) e dei rivenditori (cartellino), negli scaffali sempre pi frequentemente si trovano esposti fon piuttosto che asciugacapelli, non schermi ma display e beamer al posto dei proiettori; i programmi applicativi ed i sistemi operativi sono tutti semplicemente software, i negozi di abbigliamento vendono t-shirt non pi magliette, ed i maglioncini hanno lasciato spazio ai golf, le calze non sono pi aderenti ma collant; mentre i prodotti importati dalla Francia sono ancora fabriqu en France, quelli italiani per il mercato interno sono made in Italy (si veda l appendice n.9). La pubblicit viene fatta ormai non con volantini ma con flyer. In questo senso le insegne non contengono solo un messaggio commerciale ma danno un grande contributo alla diffusione dei forestierismi, in particolare, nelle zone molto frequentate quali i centri storici o i nuovi centri commerciali. Rispetto alle denominazioni delle attivit commerciali si constatano anche qui grandi cambiamenti: se un supermercato vende direttamente da magazzino attrezzato con cassa esso ormai per tutti un discount, in periferia le grandi aziende distributrici non hanno magazzini all’ingrosso ma outlet, gli istituti di bellezza sono beauty-center o beauty-farm, sempre meno ci si allena in paletra ma in uno sporting club dove si viene seguiti da un coach; i parchi acquatici sono diventati aquapark dove un baywatch ha preso il posto del bagnino. In alcune citt poi ci sono vie che pullulano di negozi in cui la situazione si rovescia: le insegne sono direttamente in lingua originale come anche le denominazioni e le confezioni dei prodotti ed il personale se pu , parla un po’ di Italiano. In questo caso si registrano dei ghetti etnico-culturali nascenti. Oltre che nel sistema dell’informazione, insomma, una regolamentazione per legge potrebbe evitare degli abusi. III.9.1. Forestierismi come arricchimento della lingua Fra coloro che hanno un approccio consapevole ai forestierismi una parte non ci confronta nessun problema culturale, semmai un arricchimento: un forestierismo pu conferire, per esempio, un tono di modernit ad un discorso; in pi , come vale in generale per l’uso di un linguaggio comune, anche l’uso condiviso di forestierismi pu aiutare a stabilire una certa complicit fra gli interlocutori, si pu sottointendere di stare sulla stessa lunghezza d’onda; molti sono semplicemente entusiasti del concetto introdotto dal forestierismo: spesso si tratta di concetti non contemplati nella propria lingua nel senso che non ne sia stata ancora creata (dagli altri) una denominazione ad hoc; altri reputano semplicemente una perdita di tempo cercare di descrivere un concetto nella propria lingua quando ci sarebbe gi un’espressione in un’altra lingua; infine, motivo di orgoglio per molti sarebbe anche il predominio dell’Italiano a livello internazionale nelle terminologie dell’arte, ma soprattutto della musica, grazie all’influenza culturale (ma anche in ambito finanziario, militare) italiana durante il Rinascimento e per la musica, in particolare, grazie al melodramma ottocentesco e d inizio novecento (senza nulla togliere a Monteverdi e agli altri musicisti italiani dal Barocco fino alla musica classica contemporanea). Questi successi dell’Italiano bilancerebbero quando anche non quantitativamente la presenza di forestierismi nell’Italiano, mostrando che ogni lingua ne presenta ma, a sua volta, ne pu offrire alle altre in misura maggiore o minore in relazione ai contributi culturali dei vari popoli. Se vero che i forestierismi pi diffusi non solo in Italia siano di origine inglese e questi pervadano la vita quotidiana (tecnologie ed economia), come quelli francesi per i gradi militari, d’altronde pure vero che quelli italiani nelle altre lingue pervadano campi di ben altri settori culturali (pittura, scultura, architettura e musica). Da ammettere c’ , per , che questi italianismi sono resistenti ma datati, quei pochi attuali si fanno avanti solo nel settore alimentare (mozzarella, parmigiano, spaghetti, pizza) ed indirettamente in quello dell’abbigliamento. III.9.2. Forestierismi come stimolo culturale a vantaggio dell’Italiano Alcuni aspetti della loro grande diffusione e soprattutto del loro abuso possono rappresentare uno stimolo culturale per migliorare la qualit della comunicazione, per rafforzare la percezione e la protezione della propria lingua e con essa l’identit culturale del Paese: la ricerca di un alternativa al forestierismo avvia un processo mentale che porta a comprendere meglio il concetto descritto ma soprattutto la propria lingua; alcuni sottolineano l’importanza di un linguaggio chiaro per la diffusione della conoscenza: di solito chi introduce o contribuisce a diffondere all’inizio un forestierismo, sono generalmente proprio coloro che pi hanno a che fare con il campo di applicazione del forestierismo, gli esperti, gli addetti ai lavori. Capita spesso in molti campi del sapere (ingegneria, scienza, economia, medicina, …) che nuovi concetti vengano esposti in una lingua franca (come per la scienza lo stato il Latino). Soprattutto in lingua franca sono scritti molti libri di approfondimento. Starebbe agli esperti capire e chiarire a se stessi e nel proprio gruppo di lavoro questi concetti cos bene, da rendere spontanea ed ineludibile una loro denominazione nella propria lingua (non necessariamente una traduzione, un calco). Pi efficace la definizione nella propria lingua e pi semplice sar comprenderne il concetto da parte degli studenti, che non dovranno perder tempo a cercare interpretazioni, ma soprattutto avranno con i concetti una relazione pi diretta e naturale, dovranno concentrarsi solo sulle connessioni fra i concetti, non sulle definizioni, sui nomi. Creare un termine specialistico appropriato o tradurre semplicemente un forestierismo nella propria lingua rappresenterebbe una sfida linguistica affascinante oltre che un onore. In tutti e due i casi l’alternativa al forestierismo gioverebbe alla comunicazione ed alla societ . III.9.3. Forestierismi come problema culturale Oltre a chi ha nei confronti dei forestierismi un approccio indifferente oppure positivo, c’ chi ha una visione meno entusiastica del fenomeno, per esempio chi arriva a vedere in loro una contaminazione della lingua oppure chi li reputa semplicemente superflui. Si tratta per lo pi di aspetti delicati e questioni per alcuni versi scomode, che hanno sempre generato un dibattito costruttivo nella societ e pu avere conseguenze positive anche per aspetti che vanno al di l della lingua: innanzitutto per alcuni rappresenterebbe un problema la diffusione di anglicismi, cui non si riuscirebbe pi a stare al passo, soprattutto quando si tratti di tecnicismi (in economia, scienza, nuove tecnologie ma anche in politica). In questo caso la disponibilit di alternative italiane desiderabile non per preconcetti o fastidio generato dai forestierismi, bens per pura necessit di comprensione. la contaminazione linguistica: alcuni vedono nell’uso dei forestierismi una contaminazione della lingua. Per loro essa l’unica vera esclusiva espressione dell’identit di un popolo, in quanto le arti, la musica, l’archittettura non hanno confini e neanche le invenzioni tecnologiche. La lingua, invece, una manifestazione dell’identit di quel popolo. Ciascuno ha la sua e sebbene possa venire influenzata da altre, rimane il suo carattere, almeno fin quando non si arrivi ad un uso indiscriminato dei forestierismi. Inoltre la lingua madre una forma di civilt altissima, arricchita ed affinata per secoli grazie al contributo autorevole di grandi letterati, scienziati e filosofi. Questi con intelligenza, ricerca paziente e sensibilit le hanno messo a disposizione una capacit descrittiva ormai talmente elevata da rendere possibile a tutti una coscienza creativa: tutti avrebbero la possibilit (ed in alcuni casi il dovere morale) di creare termini appropriati che tengano conto dell’evolversi della societ , con le sue nuove tecnologie, ma anche con le sue nuove istanze sociali, le sue nuove forme culturali. In questo senso lasciare l’esclusiva della creazione ad altri popoli sarebbe non solo una mancanza di modernit , ma cos si intaccherebbe inutilmente la purezza di questo dono prezioso che ci hanno lasciato con la lingua. Sarebbe anche una questione di responsabilit morale nei confronti delle generazioni furure, come anche per tutti i beni culturali ereditati; la manipolazione dell’opinione pubblica: alcuni criticano l’uso dei forestierismi da parte dei mezzi di comunicazione di massa, perch ne amplificherebbero e permetterebbero sublinalmente la diffusione. In questo, il pubblico rivestirebbe un ruolo tristemente marginale, passivo, di puro lettore, ascoltatore, spettatore e non avrebbe la possibilit di difendersi. Non tutti avrebbero un approccio critico al sistema informativo e quindi la possibilit di reagire a quest influenza. Essendo per molti ormai la realt percepita, quella presentata ma non necessariamente rappresentata dai mezzi di comunicazione di massa, si correrebbe il rischio di una manipolazione dell’opinione pubblica; la contaminazione attraverso il commercio: l’abuso delle lingue straniere comporterebbe in casi estremi la formazione di ghetti etnico-culturali con effetti sociali contrari a quelli desiderati di integrazione ed assimilazione, favorendo cio il loro isolamento. L’integrazione secondo alcuni critici del fenomeno forestierismo, non si realizzerebbe importando la propria lingua nella comunit nazionale, perch se lo facessero tutte le comunit straniere si avrebbe presto una babele senza identit comune, si stravolgerebbe la cultura ospitante; la colonizzazione culturale: la quasi irrimediabilit degli effetti dei forestierismi sulla societ e sulla lingua dovuta ad aspetti commerciali, viene vista da alcuni come rientrante in un discorso generale di colonizzazione culturale, in cui, per esempio i fast-food e gli snack-bar hanno preso il posto dell’osteria o del pranzo in famiglia, le jeanserie ed i bingo hanno scacciato dai centri storici le attivit tradizionali. Secondo questo punto di vista si tratterebbe di una colonizzazione culturale e commerciale che non avrebbe potuto avere la stessa dimensione non solo se l’industria cinematografica inglese non avesse imposto per decenni il modello di societ dell’America settentrionale, ma neanche se si fossero importati questi modelli usando nomi italiani: per es. un ristorante che offrisse in Italiano un panino con medaglione alla griglia ed acqua colorata zuccherata da portare da soli al tavolo su vassoii e consumare in tutta fretta, perch altri avventori aspettano gi in piedi che si liberi il proprio tavolo, invece di non essere proprio lasciati entrare per l’esposizione del cartello completo all’ingresso come un tempo, ebbene questi ristoranti veloci non avrebbero avuto successo commerciale (al contrario ci si sarebbe lamentati per il misero trattamento riservato al cliente): complice la pubblicit , un cheese-burger incuriosirebbe di pi di un panino al formaggio; similmente un paio di jeans venderebbe di pi di un classico pantalone, sia perch proposto per decenni nelle pellicole inglesi che perch suonerebbe pi esotico (almeno nei primi anni della loro grande diffusione, ora non pi ). Federica Pellegrino , nel suo articolo Forestierismi e latinismi, affermava che la maggior parte delle parole straniere hanno delle equivalenze in italiano e per questo si deve sacrificare la moda e l esotismo di queste parole e preferire la chiarezza delle parole italiane: riunione, convegno invece di meeting , capo del progetto invece di project manager , bilancio di previsione invece di budget , pareggio di bilancio invece di break even . Sfortunatamente la pubblica amministrazione usa spesso il linguaggio della globalizzazione formato specialmente dagli anglicismi citati sopra, per non spiegabile la scelta dei nomi per i ministeri del welfare e della devolution, quando in italiano si sarebbe potuto esprimere cos chiaramente il ministero del benessere e della devoluzione . Insomma, per quanto riguarda la diffusione dei forestierismi ci si trova di fronte a molti atteggiamenti differenti: una diffusissima sostanziale indifferenza al tema, un’entusiastica loro accettazione come accettazione della modernit che rappresentano ed infine, una visione pi differenziata che vede nel loro abuso l’occasione per iniziare un processo positivo e costruttivo volto a migliorare, da una parte, aspetti sociali degenerativi e dall’altra, la protezione della lingua nazionale. La lista che segue raggruppa delle voci relative alle parole inglesi usate comunemente in italiano, quando conservano la sua forma originale. Cos , per esempio, HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Scautismo” \o „Scautismo” scautismo non va inclusa (perch ormai una parola italiana, anche se si potrebbe considerare un anglicismo per la sua origine inglese), ma HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Call_center” \o „Call center” call center s . Non si devono includere neanche HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Nome_proprio” \o „Nome proprio” nomi propri , n HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Marchio” \o „Marchio” marchi . Se una parola viene spostata alla sua versione in italiano, si dovrebbe eliminare da questa categoria (per esempio, se c’ una voce per HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Trademark” \o „Trademark” trademark che viene spostata a HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Marchio” \o „Marchio” marchio ). Un anglicismo o anglismo o inglesismo una parola o una costruzione della lingua inglese che viene recepita in un’altra lingua. L elenco con i pi usati anglicismi in italiano: Vai a: HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Anglicismi_usati_in_italiano” \l „column-one” Navigazione , HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Anglicismi_usati_in_italiano” \l „searchInput” cerca A HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Aquaplaning” \o „Aquaplaning” Aquaplaning HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_blob” \o „Architettura blob” Architettura blob B HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Bossing” \o „Bossing” Bossing C HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Call_center” \o „Call center” Call center HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Capping” \o „Capping” Capping HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Chat” \o „Chat” Chat HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Check-in” \o „Check-in” Check-in HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Civil_law” \o „Civil law” Civil law HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Cocktail” \o „Cocktail” Cocktail HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Common_law” \o „Common law” Common law HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Computer” \o „Computer” Computer HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Continuity” \o „Continuity” Continuity D HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Database” \o „Database” Database HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Disclaimer” \o „Disclaimer” Disclaimer E HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/E-mail” \o „E-mail” E-mail HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Establishment” \o „Establishment” Establishment F HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Fantasy” \o „Fantasy” Fantasy HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Fast_food” \o „Fast food” Fast food HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Flash_fotografico” \o „Flash fotografico” Flash fotografico HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Fly-by-wire” \o „Fly-by-wire” Fly-by-wire HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Frame” \o „Frame” Frame HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Funk” \o „Funk” Funk G HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gay” \o „Gay” Gay G cont. HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gay_pride” \o „Gay pride” Gay pride HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gender_bender” \o „Gender bender” Gender bender HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gossip” \o „Gossip” Gossip HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Groove” \o „Groove” Groove H HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Hamburger” \o „Hamburger” Hamburger I HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Infotainment” \o „Infotainment” Infotainment J HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Jet_set” \o „Jet set” Jet set HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Jigger” \o „Jigger” Jigger K HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Know-how” \o „Know-how” Know-how M HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Mobbing” \o „Mobbing” Mobbing HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Mouse” \o „Mouse” Mouse O HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/One-hit_wonder” \o „One-hit wonder” One-hit wonder HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Orchestra_jazz” \o „Orchestra jazz” Orchestra jazz HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Outlet” \o „Outlet” Outlet P HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Pacemaker” \o „Pacemaker” Pacemaker HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Password” \o „Password” Password HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Piercing” \o „Piercing” Piercing HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Popular_music” \o „Popular music” Popular music HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Privacy” \o „Privacy” Privacy HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Proof_of_concept” \o „Proof of concept” Proof of concept HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Pulp_(genere)” \o „Pulp (genere)” Pulp (genere) HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Punk_(cultura)” \o „Punk (cultura)” Punk (cultura) HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Puzzle” \o „Puzzle” Puzzle Q HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Queer” \o „Queer” Queer R HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Rock_and_roll” \o „Rock and roll” Rock and roll S HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Scattering” \o „Scattering” Scattering HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Scattering_Thomson” \o „Scattering Thomson” Scattering Thomson HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Serial_killer” \o „Serial killer” Serial killer HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Sexy_shop” \o „Sexy shop” Sexy shop HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Shaker” \o „Shaker” Shaker HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Shampoo” \o „Shampoo” Shampoo HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Shoefiti” \o „Shoefiti” Shoefiti HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Short_message_service” \o „Short message service” Short message service HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Side-project” \o „Side-project” Side-project HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Slang” \o „Slang” Slang HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Splatter” \o „Splatter” Splatter HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Splicing” \o „Splicing” Splicing Spot HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Stalking” \o „Stalking” Stalking HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Steampunk” \o „Steampunk” Steampunk HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Strainer” \o „Strainer” Strainer Summit=vertice T Target HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Tongue-in-cheek” \o „Tongue-in-cheek” Tongue-in-cheek HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Transgender” \o „Transgender” Transgender HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Trash” \o „Trash” Trash U unisex:unisesso, ambigenere uploa (v.),uploadare, uppare: caricare; inviare user name, username: nome utente userprofile:profilo dell utente Questo elenco che segue raggruppa delle voci relative alle parole francesi usate comunemente in italiano, quando conservano la sua forma originale. Cos , per esempio, se la voce intitolata HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Men%C3%B9” \o „Men ” men non va inclusa (perch ormai una parola italiana, anche se si potrebbe considerare un gallicismo per la sua origine francese), ma HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Menu” \o „Menu” menu s (perch conserva ancora la forma francese). Non si devono includere neanche HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Nome_proprio” \o „Nome proprio” nomi propri , n HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Marchio” \o „Marchio” marchi . I gallicismi sono costruzioni verbali particolari della lingua francese , e pertanto non si possono tradurre letteralmente in italiano. L elenco con i pi usati gallicismi in italiano: HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Francesismo” \o „Francesismo” Francesismo A HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Argot” \o „Argot” Argot C HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Calembour” \o „Calembour” Calembour E HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/%C3%89migr%C3%A9″ \o ” migr ” migr L HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Limousine” \o „Limousine” Limousine M HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Menu” \o „Menu” Menu Lo Spagnolismo una parola o locuzione della lingua spagnola fatta propria da un’altra lingua. L elenco con gli spagnolismi in italiano: A Autodaf C Corrida E Embargo F Fflamenco M Matador S Siesta Il Germanismo una parola o locuzione della lingua tedesca fatta propria da un’altra lingua. L elenco con i germanismi in italiano: B Blitz (flash, lampo) Bremsstrahlung O Ostalgie P Principio dell’Aufbau W Weltanschauung (concezione del mondo) W rstel Lo Slavismo parola o locuzione di una lingua slava, in particolare della lingua russa, fatta propria da un’altra lingua. L elenco con le espressioni co m u n i d e l l a l i n g u a r u s s a : 7 7 A H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / A p p a r a t % C 4 % 8 D i k ” \ o ” A p p a r a t i k ” A p p a r a t i k H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / A u l _ ( v i l l a g g i o ) ” \ o ” A u l ( v i l l a g g i o ) ” A u l ( v i l l a g g i o ) B B a l a l a i k a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / B o t v i n % 2 7 j a ” \ o ” B o t v i n ‘ j a ” B o t v i n ‘ j a C H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / % C 4 % 8 C e k a ” \ o ” e k a ” e k a D H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / D a c i a _ ( a b i t a z i o n e ) ” \ o ” D a c i a ( a b i t a z i o n e ) ” D a c i a ( a b i t a z i o n e ) H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / D e c a b r i s m o ” \ o ” D e c a b r i s m o ” D e c a b r i s m o H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / D r u % C 5 % B E i n a ” \ o ” D r u ~ i n a ” D r u ~ i n a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / D u m a ” \ o ” D u m a ” D u m a E H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / E d i n o v e r i e ” \ o ” E dinoverie” Edinoverie F HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Filippovcy” \o „Filippovcy” Filippovcy G HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Glasnost%27” \o „Glasnost'” Glasnost’ HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Goskino” \o „Goskino” Goskino HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gosplan” \o „Gosplan” Gosplan HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gossnab” \o „Gossnab” Gossnab HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gubernija” \o „Gubernija” Gubernija HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Gulag” \o „Gulag” Gulag I HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Intellighenzia” \o „Intellighenzia” Intellighenzia HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Isba” \o „Isba” Isba HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Iskra” \o „Iskra” Iskra K HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Kala%C4% 8 D _ ( p a n e ) ” \ o ” K a l a ( p a n e ) ” K a l a ( p a n e ) H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / K o l c h o z ” \ o ” K o l c h o z ” K o l c h o z H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / K o m s o m o l ” \ o ” K o m s o m o l ” K o m s o m o l H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / K r a j ” \ o ” K r a j ” K r a j HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Kulaki” \o „Kulaki” Kulaki HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Kvas” \o „Kvas” Kvas L HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Lavra” \o „Lavra” Lavra M HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Matrio%C5%A1ka” \o „Matrio ka” Matrio ka HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Menscevismo” \o „Menscevismo” Menscevismo HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Mir” \o „Mir” Mir HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Molniya” \o „Molniya” Molniya HYPE R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / M u % C 5 % B E i k ” \ o ” M u ~ i k ” M u ~ i k N H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / N o m e n k l a t u r a ” \ o ” N o m e n k l a t u r a ” N o m e n k l a t u r a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / N u , _ p o g o d i ! ” \ o ” N u , p o g o d i ! ” N u , p o g o d i ! O H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O b l a s t % 2 7 ” \ o ” O b l a s t ‘ ” O b l a s t ‘ H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O b % C 5 % A 1 % C 4 % 8 D i n a ” \ o ” O b a i n a ” O b a i n a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O k h r a n a ” \ o ” O k h r a n a ” O k h r a n a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O p r i % C 4 % 8 D n i k i ” \ o ” O p r i n i k i ” O p r i n i k i H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O p r i % C 4 % 8 D n i n a ” \ o ” O p r i n i n a ” O p r i n i n a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / O r g b u r o ” \ o ” O r g b u r o ” O r g b u r o P H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P e r e d v i % C 5 % B E n i k i ” \ o ” P e r e d v i ~ n i k i ” P e r e d v i ~ n i k i H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P e r e s t r o j k a ” \ o ” P e r e s t r o j k a ” P e r e s t r o j k a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P i r o g ” \ o ” P i r o g ” P i r o g H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P i s a n k a ” \ o ” P i s a n k a ” Pisanka HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Pogrom” \o „Pogrom” Pogrom HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Politburo” \o „Politburo” Politburo HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Popovcy” \o „Popovcy” Popovcy HYPERLINK „http://it.wi k i p e d i a . o r g / w i k i / P o r u % C 4 % 8 D i k ” \ o ” P o r u i k ” P o r u i k H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P o s a d n i k ” \ o ” P o s a d n i k ” P o s a d n i k P r e s i d i u m H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / P r o g r a m m a _ S p u t n i k ” \ o ” P r o g r a m m a S p u t n i k ” P r o g r a m m a S p u t n i k R H Y P E R L I N K ” http://it.wikipedia.org/wiki/Rajon” \o „Rajon” Rajon HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Raskol” \o „Raskol” Raskol HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Rassol%27nik” \o „Rassol’nik” Rassol’nik R cont. HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Rusalki” \o „Rusalki” Rusalki HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Russkaja_Pravda” \o „Russkaja Pravda” Russkaja Pravda S HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/%C5%A0ara%C5%A1ka” \o ” ara ka” ara ka HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Samizdat” \o „Samizdat” Samizdat HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Samovar” \o „Samovar” Samovar HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Sots-art” \o „Sots-art” Sots-art HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Sovchoz” \o „Sovchoz” Sovchoz HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Soviet” \o „Soviet” Soviet HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Sovnarchoz” \o „Sovnarchoz” Sovnarchoz HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Specnaz” \o „Specnaz” Specnaz HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Starec” \o „Starec” Starec HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Starosta” \o „Starosta” Starosta HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Stavka” \o „Stavka” Stavka HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Stoglavyj_sobor” \o „Stoglavyj sobor” Stoglavyj sobor HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Strel%27cy” \o „Strel’cy” Strel’cy T Taiga Tundra HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Tysjackij” \o „Tysjackij” Tysjackij U HYPERLINK „http://it.wikipedia.org/wiki/Ukaz” \o „Ukaz ” U k a z V H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / V e % C 4 % 8 D e ” \ o ” V e e ” V e e H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / V o d k a ” \ o ” V o d k a ” V o d k a H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / V o t % C 4 % 8 D i n a ” \ o ” V o t i n a ” V o t i n a Z H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / Z a r ” \ o ” Z a r ” Z a r H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / Z a r e v i % C 4 % 8 D ” \ o ” Z a r e v i ” Z a r e v i H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / Z e m s k i j _ s o b o r ” \ o ” Z e m s k i j s o b o r ” Z e m s k i j s o b o r H Y P E R L I N K ” h t t p : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / Z e m s t v o ” \ o ” Z e mstvo” Zemstvo III.10. Gli anglicismi I pi usati forestierismi nel linguaggio pubblicitario italiano Siccome la maggiorparte dei forestierismi nella lingua italiana (e soprattutto nel linguaggio pubblicitario – l argomento, il motivo centrale della mia tesi) sono gli anglicismi, ho deciso di effettuare un analisi dettagliata di queste voci e di dedicargli un capitolo intero. Oggi l inglese ad esercitare la maggiore influenza sulle altre lingue. Essa ormai diventata una lingua internazionale in ambito politico, economico e tecnologico, e questo si riflette nell aumento di termini ed espressioni inglesi e americane in altri sistemi linguistici. Abbiamo gi visto che la pubblicit ha un ruolo importante nella difusione degli anglicismi. Essa tende ad utilizzare pi parole o espressioni straniere forse per evidenziare l origine straniera del prodotto o per attirare l attenzione del pubblico. Per esempio, nel caso della pubblicit di Coca-Cola si conservata l espressione originaria The happiness factory , evitandosi di usare la traduzione italiana La fabbrica della felicit . Scegliendo il titolo in inglese dalla compagnia pubblicitara si rischia che il messaggio sia capito solo dalla gente istruita, invece gli italiani che non parlano l inglese potrebbero essere marginalizzati dal punto di vista della trasmissione dell informazione pubblica. Usandosi delle parole inglesi, forse per avere un impatto pi profondo al pubblico televisivo e attirare l attenzione su un mercato media dove c tanta concorenza e numerosi canali privati italiani hanno scelto un nome inglese (come, per esempio SKY, Health&Beauty TV, All Music, ACM Channel), la rete pubblica italiana di televisione RAI ha optato per la RAI educational, la RAI international, la RAI gulp, la RAI news24. Ci Sono, a volte, dei messaggi pubblicitari in cui troviamo dei sintagmi in inglese, che vengono poi tradotti in italiano nello stesso spot. (si veda l appendice n.10) III.10.1. L interferenza linguistica tra Italiano ed Inglese III.10.1.1. La diffusione dell Inglese Dall inizio del XX secolo la politica linguistica europea e nazionale orientata alla promozione dell inglese come lingua franca, tanto che attualmente essa ha assunto lo status di necessario mezzo di comunicazione . Diversamente, nel passato l influenza della lingua inglese su quella italiana stata episodica e limitata a causa, probabilmente, della distanza tipologica fra le due lingue. A partire dalla seconda met del 1900 la situazione si totalmente rovesciata e la traiettoria d afflusso degli anglicismi in italiano non conosce ritorni su se stessa, se non quella artificiale imposta all epoca dell autarchia culturale durante il fascismo, e si configura, decisamente, come una linea di sviluppo in via di progressione costante e di tipo geometrico . Secondo David Crystal: una lingua raggiunge uno status genuinamente globale nel momento in cui sviluppa un ruolo speciale che viene generalmente riconosciuto in tutti i paesi e per raggiungere tale status, una lingua deve circolare ed entrare nelle altre lingue del mondo . Nel 1848, un revisore del periodico britannico The Atheneum scrisse: Nella sua semplicit di costruzione grammaticale, nella sua scarsit di flessione, nella sua quasi totale indifferenza per la distinzione di genere eccetto per le distinzioni tali per natura, nella semplicit e precisione delle finali e dei verbi ausiliari, non meno nella maest , vividezza e abbondanza delle sue espressioni, la nostra lingua [l inglese] sembra essere ben adatta, per la sua organizzazione, a diventare la lingua del mondo . La situazione attuale della lingua inglese il risultato di due fattori essenziali: l espansione della Gran Bretagna come potenza coloniale, che raggiunse il suo picco pi alto verso la fine del XIX secolo e l affermazione degli U.S.A come potenza economica mondiale del XX secolo. Il potenziale economico, politico e tecnologico degli U.S.A e il peso politico della Gran Bretagna fanno s che l inglese si imponga su altre lingue quali il tedesco e il francese, meno rilevanti sotto questo aspetto. Inoltre, la penetrazione dell inglese non pi di lite, ma di massa e coinvolge fasce di popolazione molto diversificate per et e preparazione culturale. Alcuni studiosi temono che la tendenza a adottare anglicismi finisca con lo snaturare le caratteristiche originarie dell italiano, e considerano l uso di parole straniere un inquinamento della lingua nazionale. Altri, invece, sono favorevoli alla permeabilit alle altre lingue e culture e ritengono che il lessico inglese sia pi rapido, efficace, e che l italiano sia una lingua ampollosa e, specie per le scienze, meno ricca di terminologia. III.10.1.2. Gli anglicismi nella lingua italiana: dati statistici Tullio de Mauro , sulla base di un campione di 500 vocaboli, presi dal Dizionario etimologico dell italiano di Battisti e Alessio e dallo Zingarelli, affermava che i forestierismi non adattati nell italiano ammontassero all 1,4%, senza indicare un riferimento preciso per gli anglicismi. Alcuni anni pi tardi, nel 1972, Ivan Klajn, nel suo libro Influssi inglesi nella lingua italiana, elenca 1600 anglicismi sulla base di un vocabolario italiano di 150.000 parole, quindi poco pi dell 1%. Questo dato rimane immutato, quando nel 1987 Gaetano Rando, nel Dizionario degli anglicismi nell italiano postunitario, elenca 1503 prestiti dall inglese. In ultimo, nell ultima edizione del GRADIT diretto da Tullio de Mauro sono elencati 5370 anglicismi, che corrispondono all 1,7% dei complessivi 316.800 lemmi. molto difficile calcolare quanti sono i prestiti dall inglese presenti nella lingua italiana ed ancor pi difficile capire quanto profonda la loro penetrazione. Infatti, non basta riportare un elenco di termini inglesi, ossia non sufficiente riportare dei dati numerici, per stabilire se ci troviamo di fronte ad un prestito o meno. Questo perch la diffusione di un vocabolo straniero dipende dall uso fattone dai parlanti e dal grado di conoscenza che essi hanno della lingua modello. Per esempio, una parola potrebbe essere valutata come prestito, ma la sua diffusione all interno della lingua pu essere relativamente bassa. Il primo dato dimostra che il termine presente nella lingua ricevente, ma il secondo rivela che il suo uso limitato, poich esso potrebbe far parte di un settore tecnico, di un lessico specialistico o appartenere ad una determinata cerchia di parlanti. I dati statistici, perci , non sono tutto. Anche se a livello superficiale si ha la sensazione che il fenomeno sia sempre pi esteso, sulla base dei dati appena esposti evidente che esso non compromette la genuinit della lingua italiana. Infatti, se ci atteniamo ai dati del GRADIT, tra i 6695 vocaboli comuni ci sono solo 31 anglicismi, lo 0,5%; mentre tra i 67.012 vocaboli ad alta disponibilit ce ne sono solo 53, lo 0,08%. Inoltre, bisogna sottolineare che, la presenza in italiano di termini derivati dalla lingua inglese, anche se statisticamente pu apparire poco significativa, percepita come un invasione, grazie alla capacit di amplificazione dei mezzi di comunicazione. Oggi, infatti, i vocaboli propri dell inglese, entrati nella lingua italiana, sono protagonisti nella pubblicit , nei programmi televisivi e nei giornali. Secondo il linguista spagnolo Manuel Carrera D az: quel che soprattutto colpisce la fortissima e peculiare presenza degli anglicismi integrali nei mezzi di comunicazione scritti, cio nella stampa italiana, aspetto che [ ] non trova paragone nelle altre lingue romanze . Quest ultima affermazione rientra pienamente in questa ricerca, durante la quale ho potuto constatare che la presenza degli anglicismi, pur essendo percepita superficialmente come un attacco alla lingua italiana, rimane pur sempre limitata nell analisi dei dati quantitativi. III.10.1.3. Reazioni agli anglicismi: teorie a confronto L influsso dell inglese, o dell americano, sull italiano una questione della lingua che interessa molti studiosi, poich essa non solo un fenomeno di tipo quantitativo. I termini derivati dalla lingua inglese tendono, grazie alla grande forza divulgatrice dei media, a diffondersi dal linguaggio tecnico-specialistico a quello quotidiano e giovanile, influenzando in questo modo la lingua italiana a tutti i livelli. Diverse sono le posizioni dei linguisti nei confronti degli anglicismi. Nel 1987 Arrigo Castellani pubblic un saggio sull invasione dei termini angloamericani che ebbe una notevole risonanza. Il linguista vedeva, in questa massiccia entrata di forestierismi, gli inizi d un processo di scadimento e frantumazione della lingua: solo crepe nei muri e qualche pavimento sconnesso. Ma bisogna intervenire, e bisogna farlo sia individualmente, sia nella scuola, sia attraverso i mezzi d informazione e gli organi ufficiali . Castellani manifesta cos una seria preoccupazione per lo stato di salute della lingua italiana, la quale presenta sintomi chiarissimi di morbus anglicus (con complicazioni), fase acuta . Lo studioso propone in alternativa una italianizzazione totale degli anglicismi. Egli convinto che i prestiti debbano essere subordinati al sistema che li accoglie, debbano trasformarsi secondo le leggi di quel sistema . Nel suo contributo emerge una serie di principi riconducibili ad una chiara posizione teorica: Prima di tutto, si dovrebbero accogliere -in linea di massima- solo le parole che rispondono ad un bisogno reale. E queste parole si dovrebbero insieme adottare e adattare [ ]. Forestierismi accettabili, cio compatibili con le strutture dell italiano: s accettano (tango e simili). Forestierismi che non si possono accettare senza cambiamenti: 1) s adattano ( il caso di film e simili); 2) si sostituiscono con voci gi esistenti (barca che estromette yatch); 3) si sostituiscono con neoformazioni. Fra le neoformazioni si ricorder per esempio regista, che, grazie a Bruno Migliorini, ha preso il posto di metteur en sc ne ( in Germania r gisseur). Per quel che riguarda il mio uso personale [ ] potrei aggiungere fubbia (fumo+nebbia) al posto di smog (smoke+fog) o velopattino al posto di windsurf [ ] . Castellani prosegue: Per concludere: il problema degli anglicismi si pu risolvere solo attraverso una pi estesa coscienza delle norme della nostra lingua e attraverso un atteggiamento (individuale e ufficiale) meno inerte . Questa posizione contrasta con la complessa realt linguistica e con il naturale processo di contatto ed interferenza tra le lingue cos come si verifica nei nostri giorni. Tullio De Mauro, diversamente da Castellani, ha sempre minimizzato il valore degli anglicismi e americanismi in italiano. Nella Storia linguistica dell Italia unita, egli, infatti, sostiene che il numero degli anglicismi o americanismi non molto rilevante se rapportato al lessico tradizionale e che non si tratta comunque di parole collocabili tra quelle a pi alta frequenza: La differenza tra la percentuale di esotismi esistenti nel vocabolario dell italiano contemporaneo (1,6%) e la percentuale della frequenza d uso degli esotismi (0,48%) [ ], rilevante [ ]. La differenza pu spiegarsi soltanto ammettendo che gli esotismi esistenti nel vocabolario italiano vengono usati in media meno di quanto in media vengono usate le singole parole del fondo tradizionale della lingua. Occorre cio concludere che dinanzi alle scelte record/primato, bar/caff , knock-out/fuori combattimento etc. i parlanti non adoperano indifferentemente l uno o l altro della coppia, ma optano, pi spesso di quanto credano i tradizionalisti pessimisti, per i termini strutturalmente pi legati al fondo tradizionale italiano [ ] . Attualmente, l utilizzo di anglicismi percepito diversamente in conseguenza di nuove importanti realt , come la realizzazione dell Unione Europea e la globalizzazione dei mercati che, rafforzando il ruolo della lingua inglese, l hanno resa requisito fondamentale per chiunque voglia essere un cittadino europeo. Per garantire alla lingua italiana uno sviluppo libero, senza dover rinunciare al contributo di altre lingue straniere, necessario cercare di capire i fenomeni di interferenza con gli strumenti pi adatti e superare quei motivi, di ordine culturale, politico e ideologico, che risiedono dietro alla contrariet agli influssi stranieri. III.10.1.4. Gli anglicismi del 900 Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, il ruolo del francese come lingua di comunicazione internazionale inizia a vacillare e a questo punto l inglese inizia a prendere piede in Italia. Accanto all inglese si profila anche l American English, che dopo, il boom economico degli anni 50, il pi vasto serbatoio di forestierismi per l italiano. L influenza dell American English forte nel settore del linguaggio politico: bipolarismo, establishment, ponte aereo, welfare state . Fino agli anni 40 l inglese veniva utilizzato quasi esclusivamente per il commercio e pochi potevano studiare questa lingua. Negli ultimi decenni, al contrario, l inglese diventato il maggior strumento di comunicazione nelle relazioni politiche e diplomatiche tra stati, nella comunicazione fra parlanti lingue diverse e negli scambi connessi alla ricerca scientifica e alla vita culturale. Mentre un tempo, i prestiti da lingue straniere erano veicolati da altri parlanti bilingui e la loro diffusione era graduale, oggi al contrario, l interferenza un fenomeno di massa. I modelli stranieri penetrano immediatamente fra gli strati pi larghi della popolazione e il loro processo di diffusione e assimilazione sembra esser stabilito pi che dai singoli parlanti, dagli stessi mezzi di comunicazione. La penetrazione dal basso non significa comunque maggiore stabilit dei prestiti: certi settori lessicali sono attivi e aperti alle novit , altri, al contrario restano isolati. Nel linguaggio comune continuano, nonostante tutto, anglicismi di moda imposti da scelte casuali o dalla potenza del mezzo. La pubblicit , il gergo giovanile, alcuni ambienti tecnico-scientifici presentano un alto tasso di concentrazione di anglicismi. La dimostrazione dell efficacia dei mezzi di comunicazione sta nel fatto che singoli termini riescono ad imporsi con estrema facilit solo perch ricorrono in una battuta di un film, in uno spot pubblicitario: no Martini, no party , Mission impossible , Nuovo Dove Fresh Touch , Mixer , Le Iene Show , Happy spritz Happy Aperol , Media Shopping , Fanta Village , Tim Night and Day , Unicredit Pass , Fuori Out Dentro In , ecc. Questa situazione favorisce interferenze e pseudoanglicismi che, grazie all influenza dei mezzi di comunicazione, si insinuano nel linguaggio scritto e in quello parlato. In tal modo, anche chi non conosce bene l inglese impiega nelle conversazioni molte espressioni proprie di questa lingua. III.10.2. I forestierismi nel linguaggio dei quotidiani Il linguaggio dei quotidiani si caratterizza, a livello lessicale, per il massiccio ingresso di forestierismi di matrice inglese e americana. Il presente studio esamina l apporto di termini inglesi alla lingua dei quotidiani italiani, in particolare al lessico. Prima di tutto utile ricordare ci che scriveva Beccaria: il gran bene che ha fatto il giornale [ ], oltre che per la diffusione della cultura, anche per la diffusione dell italiano , grazie alla sua funzione decisiva di unificazione linguistica . Il giornale, rivolgendosi ad un pubblico molto ampio, diventa un importante mezzo di diffusione della lingua italiana e di tutti i neologismi e forestierismi che in essa vi penetrano. Esso la piattaforma lessicale della stampa come mezzo di comunicazione . Il giornale racchiude in s vari argomenti di diversa provenienza, (cronaca, politica, finanza, economia, cultura, ecc.) e ognuno dei quali con un lessico specialistico. Tali linguaggi specialistici risentono dell interferenza di altre lingue straniere e soprattutto dell inglese. Questo ha un effetto complessivo sulla lingua dei quotidiani, che diventano luogo di penetrazione di ogni innovazione linguistica. Tali innovazioni si diffonderanno, in misura diversa, nel pubblico, seguendo un processo di introduzione nella lingua ricevente dall alto verso il basso. Dardano sostiene che: la scrittura giornalistica nasce dalla confluenza di diversi sottocodici (politico, burocratico, tecnico, economico), ma il fattore distintivo consiste in un processo di riformulazione che mira a rendere vendibili prodotti di diversa provenienza . Questo significa che ogni termine straniero, anche il pi tecnico, pu essere diffuso dal quotidiano ed entrare a far parte del linguaggio comune, producendo un arricchimento del vocabolario. In questo senso il quotidiano visto come luogo di incontro, di livellamento e di diffusione di diverse variet lessicali . Per quanto riguarda l influsso inglese sull italiano, esso si sviluppato in maniera crescente, dall ultimo dopoguerra in poi, per ragioni storiche, economiche e culturali e pertanto termini di matrice angloamericana sono penetrati in tutti gli strati sociali, grazie anche all azione dei mass media. L inglese perci si imposto come lingua di prestigio a scapito del francese. Inoltre, si manifestata una maggiore tolleranza verso gli anglicismi non adattati, confermata dalla diffusa pratica della formazione di derivati italiani da basi inglesi, dovuta principalmente al fatto che gli anglicismi sono accolti nella maggior parte dei casi attraverso il parlato e sono resi con una pronuncia approssimativa di quella inglese e con realizzazioni fonetiche che variano dall uno all altro strato sociale e non attraverso lo scritto come accadeva un tempo . A causa delle restrizioni operate dal fascismo, i forestierismi diminuiranno; si assister poi ad una ripresa della loro diffusione con l avvento della democrazia nel secondo dopoguerra. Bibliografia: ABRUZZESE, Alberto, Metafore della pubblicit , Genova, Costa & Noian, 1991 ABRUZZESE, Alberto, FAUSTO, Colombo, Dizionario della pubblicit . Storia, tecniche e personaggi, Bologna, Zanichelli, 1994 ADAMO, G. Duemilasei parole nuove. Un dizionario di neologismi dai giornali, Sperling & Kupfer, 2005 AIOANE, Mirela, Forme alocutive si reverentiale in limbile romanice, Pronumele alocutive in limbajul publicitar, I a _ i , U n i v e r s i t a s X X I , 2 0 0 3 A N T O N I M I , A n n a , L a l i n g u a d e i q u o t i d i a n i , i n L a l i n g u a i t a l i a n a i n m o v i m e n t o , p r e s s o l ‘ A c c a d e m i a , F i r e n z e , 1 9 8 2 A P P I A N O , A . , P u b b l i c i t e c o m u n i c a z i o n e v i s u a l e . T e s t o e c o n t e s t o , T o r i n o , S t a m p a t r e , 1 9 8 6 . A T T A N A S I O , F r a n c o , L a p u bblicit oggi, 7 edizione, Milano, Franco Angeli, 1997 BALDINI, M., Le fantaparole. Il linguaggio della pubblicit , Roma, Armando Editore, (1987, 1996) BANNOK, G., BAXTER, R.E., & REES, R., Dizionario di economia, Ed.Italiana a cura di Federico Caff e Nicola Acocella, Bari, Editori Laterza, 1974 BASSAT, Luis, LIVRAGHI, Giancarlo, Il nuovo libro della pubblicit , Milano, Il Sole 24 Ore Libri, 2005 BATTAGLIA, S., Grande Dizionario della Lingua Italiana, Torino, Utet, 2002 BIAGI, Altieri, Un linguaggio „venduto”, in M. Baldini (a cura di), Le fantaparole. II linguaggio della pubblicit , Roma, Armando Editore, 1987 BONOMI I.& MASINI A. & MORGANA, A. (a cura di), La lingua italiana e i mass media, Roma, Carocci, 2003 CARDONA, G. 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V I I I , 2 0 0 6 D U M B R V E A N U , I o n , S t u d i u d e d e r i v a t o l o g i e r o m a n i c i g e n e r a l , C h i i n u , 2 0 0 8 F A B R I S , G i a n p a o l o , L a p u b b l i c i t : t e o r i e e p r a s s i , M i l a n o , F r a n c o A ngeli,1997 FALABRINO, G. L., Pubblicita serva padrona, Milano, Il Sole 24 Ore Libri, 1989 FALABRINO, G. L., Effimera & bella. Storia della pubblicit italiana, Torino, Gutemberg 2000, 1990 FERRARO, G., La pubblicit nell’era di internet, Roma, Meltemi Editore, 1999 GIACOMELLI, Roberto, La lingua della pubblicit , in Bonomi Ilaria, Masini Andrea, Morgana Silvia (a cura di), La lingua italiana e i mass media, Roma, Carocci, 2005. GIOVANARDI, C. & GUALDO, R. (2003). Inglese – Italiano 1 a 1: tradurre o non tradurre le parole inglesi?, San Cesario di Lecce, Manni, 2003 GRANDI, Roberto, Come parla la pubblicit . 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Oxford English Dictionary Online: www.oed.com. www.publi.tv HYPERLINK „http://www.wikipedia.org” www.wikipedia.org APPENDICE N.1 Immagine N.1 Immagine N. 2a) Immagine N.2b) Immagine N.3 Immagine N.4 Immagine N.5 Immagine N.6 Immagine N.7 Immagine N. 8 La Redazione vi propone una serie di immagini della nuova collezione Minimal Chic; per vederla in tutta la sua completezza e perfezione, nonch per acquistare, visitate il sito di Giulia, cliccando sul link. E non dimenticate che oltre alla Collezione Minimal Chic, anche le Collezioni So Chic e Hip Chic vi faranno impazzire! I Giulielli danno dipendenza e tutti vi chiederanno dove li avete comprati noi di ModaEvviva vi abbiamo avvisato!!!! Immagine N.9 Immagine N.10 APPENDICE N.2 Lista di oltre 2000 parole straniere di uso comune in italiano con traduzione e alternative italiane possibili A abat-jour: paralume; lampada con paralume abstract: sommario, sunto acajou: acagi access: accesso accessibility: accessibilit access point: punto di accesso; ricevitore/trasmettitore [fisso]; ripetitore di segnale access prime time: (telev., s.) fascia preserale, primissima serata; (telev., attr.) preserale account: (inform.) conto; profilo; accesso; [ac]credito accountability: responsabilit , responsabilizzazione, attendibilit , controllo, rendicontabilit , rendicontazione; trasparenza accounting manager: gestore di registrazione; capocontabile, direttore amministrativo a[c]quagym: ginnastica acquatica, acquamoto a[c]quapark: parco acquatico, acquaparco a[c]quascooter: moto d’acqua addicted: appassionato, -dipendente, -mane addiction: dipendenza add-on: (inform.) vd. plug-in advisor: consigliere/consulente [finanziario] advisory board/body: comitato/organo consultivo affiche: affisso, manifesto, avviso, cartello, cartellone after hours: fuori orario; scambi serali, borsa serale agent: (inform.) agente aggregator: aggregatore agreement: accordo airbag: [cuscino] salvavita airglow: luminosit notturna, luminaura, nottiluc re aliasing: (inform.) scalettatura, gradinatura; (elettron.) distorsione da campionamento lento, da sottocampionamento, sottocampionatura ambient music: musica ambientale/d ambiente anchorman: conduttore [di studio], commentatore [televisivo], [uomo] ncora anonymize: anonimizzare anonymizer: anonimizzatore antitrust: (attr.) antimonopolio; (s.) antimonopoli[o] (s.f.); Autorit Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), Garante del Mercato, Garante della Concorrenza appeal: attrattiva, richiamo appeasement: pacificazione, acquiescenza; contentare, cedere applet: applicazioncina application launching: lancio, avvio d applicazione applique: lampada da muro, pplica approach: approccio aquaplaning: acquaplanaggio; pattinamento archive: (inform.) archivio [compresso] arrangement: combinazione, accomodamento assessment: valutazione asset allocation: composizione del portafoglio, ripartizione degli investimenti, ripartizione delle attivit ; diversificazione degli investimenti asset management: gestione patrimoniale asset: attivit , attivo, massa attiva; bene, risorsa, vantaggio; patrimonio; partecipazione [azionaria], ecc. assist: (sport.) passaggio, appoggio, rifinitura, ultimo passaggio, giocata vincente at (@): chiocciola, presso atelier: studio (di un artista), sartoria [d alta moda], laboratorio atout: [buona] carta, asso attachment: allegato audience: ascolto, ascolti, s guito audit: consultazione auditing: revisione [dei bilanci] austerity: austerit authority: autorit (garante, ecc.) autocar: autocarro, torpedone automotive: (attr.) motoristico, automobilistico, autoveicolistico; (s.) industria/settore motoristica/dell’automobile/automobilistica/autoveicolistica autorun: autoavvio, esecuzione automatica autovelox: velocimetro avance: [tentativo di] approccio, proposta, provata avatar: avat ra (s.m.) awareness: [indice di] notoriet B baby: (attr.) micro-, precoce, anticipato (pensione : pensione anticipata); (s.) bimbo, beb , pupo baby-sitter: tata, bambinaia, balia, guardabimbi (Castellani 1987) baby talk: linguaggio bambinesco, bambinese back testing: controllo/prova/verifica a posteriori; controllo/prova/verifica retroattiva; controcollaudo backbone: [spina] dorsale, infrastruttura; colonna portante, architrave back-end: sistemi di produzione, parte interna, retroparte background: retroterra, sfondo, sostrato; bagaglio backlog: residuo; portafoglio ordini, accumulo di ordini, riserva di ordini; deprezzamento arretrato back-office: retrosportello, ufficio, sistemi di produzione; gestione e logistica backslash: barra rovesciata backspace: [tasto di] ritorno unitario backstage: retroscena; dietro le quinte back-to-back testing: verifica incrociata/comparata/spalla a spalla; prova in circuito chiuso backtracking: ritorno all indietro backup: copia di riserva/scorta, copia di sicurezza ausiliaria; salvataggio backward and forward compatible: compatibile con le versioni precedenti e future; compatibile all indietro e in avanti; ante- e poscompatibile badge: tesserino [magnetico]; cartellino; distintivo badminton: vol no bagarre: disputa, controversia, contesa; gazzarra, trambusto, subbuglio, tumulto; baruffa, rissa ballon d’essai: pallone sonda, pallone pilota; sonda, cartina di tornasole ballpoint [pen]: penna a sfera, penna biro, biro ban (v.): bandire, mettere al bando, bannare ban[ning]: [messa al] bando, banno banana plantain: vd. plantain bang supersonico: vd. boom sonico banjo: bangio banner: inserto pubblicitario, striscione, striscia pubblicitaria, targa [pubblicitaria] bar: caff , caffetteria, birreria, mescita; locale barbecue: brace, griglia; grigliata barrique: barrica bascule: bascula, stadera baseball: palla[b]base basket[ball]: palla[c]canestro batch: (inform.) lotto (di schede); – job: elaborazione a lotti; gruppo (di lavori): – data terminal: terminale per elaborazione a lotti; – file: archivio sequenziale; – header: intestazione di lotto; – processing: elaborazione sequenziale, trattamento a lotti/gruppi; – record: registrazione di archivio sequenziale; – total: totale di controllo baywatch: bagnino bazooka: bazzuca, bazuca beach volley: palla[v]volo da spiaggia beamer: proiettore di dati, videoproiettore beat: bitto (Castellani 1987) beatnik: bittone (Castellani 1987) beauty case: borsa/bauletto della toletta, portatrucco, portatoeletta beauty centre/center: istituto di bellezza beauty farm: vd. beauty centre bed and breakfast: camera e colazione beggiare: vidimare, passare, strisciare benchmark: indicatore, misura; parametro/indice [di riferimento]; collaudatore, prova comparativa, esame di confronto, prova di valutazione delle prestazioni benefit: beneficio, indennit , facilitazione, vantaggio, gratifica best effort: [servizio] alla meglio, senza garanzia best practices: pratiche ottimali/migliori/di successo, le buone pratiche; buona prassi, la prassi migliore; raccomandazioni bestseller: (s.) vendissimo (Castellani 1987), campione di vendite; successo letterario, caso letterario, successo editoriale; il pi venduto beta tester: beta-saggiatore beta testing: beta-verifica bias: polarizzazione; distorsione, tendenziosit biberon: poppatoio big: grande, grandioso; pezzo grosso big bang: gran botto bijou: gioiello biker: motociclista bikini: due pezzi, bichini binge: bulimia, iperfagia, polifagia bipartisan: bilaterale; trasversale; bipolare; unanime, consensuale birdwatcher: osservatore di uccelli; ornitofilo, ornitologo dilettante birdwatching: osservazione degli uccelli, osservazione ornitologica; ornitofilia black out: interruzione [di corrente], oscuramento, buio, abbuio (Castellani 1987); vuoto blend: miscela blind date: appuntamento al buio blind trust: fondo cieco blister [pack]: confezione; confezione a vesciche; confezione laminare soffiata, lamina soffiata, confezione plastificata (aderente) blitz: incursione, sortita, scorreria; vd. raid blizzard: tempesta di neve, bufera di neve bloc notes: taccuino, blocco note blockbuster: film di cassetta blog: diario [in rete]; blog[g]o blogger: blogghista, diarista virtuale/in Rete blue-chip: azioni/societ sicure bluff: simulazione, dissimulazione, inganno, bluffo board: consiglio boarding pass: carta d imbarco bob, bobsleigh: guidoslitta; slittino, slitta body builder: culturista body building: culturismo body: costume integrale bodyguard: guardia del corpo, satellite boh mien: anticonformista boiler: scaldabagno [elettrico] [ad accumulazione] bomber: (sport.) cannoniere bon ton: buon tono bonbon: confetto bond: obbligazione, titolo di credito boogie-woogie: bughi-vughi book: (fotogr., graf.) cartella, portafoglio; campionario bookcrosser: giralibri, corsaro bookcrossing: giralibri booking: prenotazione; ufficio prenotazioni bookmaker: allibratore bookmark: segnalibro boom: scoppio, esplosione, bum; successo boom sonico: boato sonico boomerang: bumerango boost (s.): spinta, incremento, slancio; lancio boost (v.): amplificare, aumentare, rilanciare, galvanizzare boot: avviare borderline: (attr.) limite boss: capo bot: (inform.) automa bottom-up: dal basso boule [dell acqua calda]: borsa dell acqua calda bouquet: mazzo di fiori bouquiniste: muricciolaio boutade: battuta [di spirito], motto di spirito, arguzia, sparata boutique: negozio bowling: stendibirilli bow-window: bovindo box: [auto]rimessa [individuale/privata/pertinenziale], posto auto/macchina [coperto]; riquadro; casella, campo [di testo], area; (inform.) cfr. case box doccia: cabina doccia boxe: pugilato boxer: mutande [a calzoncino], calzoncini [intimi], pugilini boy-scout: piccolo/giovane esploratore brain drain: fuga di cervelli brain trust: comitato degli esperti, comitato scientifico; [gruppo/squadra di] saggi, probiviri brainstorming: tempesta di idee, consulto, seduta intensiva brand: marchio brandy: arzente break: pausa, interruzione, stacco break-even: pareggio (di bilancio) break-even point: punto di pareggio brick: scatola, cartone bricolage: lavoretti, fai da te bridge: brigge briefing: riunione/colloquio [informativo], brevione; informativa brioche: cornetto, brioscia bristol: cartoncino, semilucido broadband: a banda larga broadcast, broadcasting: telediffusione, emittenza; ampia diffusione broadcaster: emittente, radiotrasmettitore, organismo di radiodiffusione, giornalista radiotelevisivo broche: spilla brochure: opuscolo, fascicolo, pieghevole; brossura broken link: collegamento interrotto broker: mediatore, intermediatore, agente di cambio, sensale browse: (inform.) navigare browser: (inform.) navigatore brul : vin caldo brunch: spuntino, pranzo veloce; merenda bubble wrap: [fodera] pluribolla; fodera a bolle [d aria] budget: bilancio di previsione, b. preventivo; massimo investimento, massima spesa; stanziamento, investimento buffer: memoria tampone buffering: memorizzazione [temporanea dati], immagazzinamento [dati in memoria temporanea]; caricamento buffet: rinfresco bug: baco, falla, difetto, guasto, errore build: (inform.) [numero di] assemblaggio, versione building: costruzione; edificio bulk e-mail: posta [elettronica] a valanga (cfr. spam) bulldozer: apripista; ruspa bungalow: villino, bungalo bungee jumping: salto nel vuoto [con corda elastica] bunker: casamatta bureau: ufficio d’amministrazione burnout: [sindrome da] esaurimento [professionale]; (agg.) esaurito, scoppiato, stracco. (s.) fumata; sgommata a fermo business: affari; attivit , lavoro, professione; settore (economico/di attivit ); ufficio business, [cliente]: [cliente] aziendale/professionale business angel: investitore provvidenziale, angelo commerciale, mago delle vendite, degli affari business centre: centro affari business hub: piattaforma affari; snodo commerciale businessman: uomo d affari, imprenditore business plan: piano operativo, strategico, aziendale business school: universit /scuole (di gestione) aziendali business to administration: [da] impresa a amministrazione business to business: [da] impresa a impresa, interaziendale business to consumer: [da] impresa a consumatore; al dettaglio buy back: riacquisto buyer: compratore by night: di notte, notturno bypass (s.): bipasso, sorpasso (Castellani 1987); raccordo, deviazione bypass (v.), bypassare: aggirare, evitare byte: ottetto C c/o: presso cabaret: cabar , spettacolo, variet cabinet: vd. case cabriolet: tettuccio apribile cache: memoria di servizio; memoria nascosta/intermedia cache file: archivo di memoria intermedia cachet: compenso [artistico/professionale]; compressa, pillola, capsula, cialdino calembour: gioco di parole, freddura call: telefonata; chiamata call center: centralino, centro supporto clienti; centro informazioni call deflection: deviazione di chiamata call [option]: acquisto a premio, opzione di acquisto call transfer: trasferimento di chiamata cameraman: cineoperatore, teleoperatore, operatore televisivo, [tele]camerista (Castellani 1987), videooperatore camion: autocarro, autotreno, autoarticolato camp: pacchiano camping: campeggio candid camera: specchio segreto canyon, ca n: canione (Castellani 1987), canalone, gola capital gain: plusvalenza, plusvalore; guadagno in conto capitale card: scheda, carta, tessera carillon: cariglione carnet: libretto, blocchetto, taccuino car pooling: auto di gruppo; uso collettivo dell auto carrier: portatore; (elettron.) [onda] portante car sharing: auto in affitto/condivisa; passavettura cartoon: cartone [animato] cartoonist: cartonista, disegnatore (di cartoni [animati]); fumettista cascading style sheets (CSS): fogli di stile sovrapposti, fogli di stile a cascata, fogli di stile a cateratte case: (inform.) telaio, involucro, contenitore, scocca; cassetto, contenitore [per dischi fissi esterni]; (tipogr.) cassa case management: cartella gestionale case sensitive, case-sensitive: sensibile al maiuscolo/minuscolo, che distingue maiuscolo e minuscolo, distinzione maiuscole e minuscole cash: contanti, cassa; pronta cassa cash and carry: magazzino all’ingrosso cash flow: flusso di cassa cast (s.): (cinem., teatr.) compagnia, complesso, insieme [di attori/artistico], distribuzione delle parti/artistica; (biol.) metatipia cast (v.): (biol.) metatipizzare; (cinem., teatr.) ingaggiare, scritturare; – as: assegnare la parte di casting: (cinem., telev.) selezioni, provini; scritturazione casual: pratico, sportivo, informale catering: ristorazione cellophane, cellofan: cell fane (s.f.), cellof no (s.m.) CEO (chief executive officer): amministratore delegato, direttore generale chalet: villetta, casa di campagna challenge: gara, sfida, competizione chance: opportunit , possibilit , occasione; sorte, probabilit ; opzione change management: gestione/governo della svolta / del cambiamento / della transizione change over: riconversione; conversione channel: canale charter: noleggiato, a noleggio charterizzare: noleggiare ch ssis: vd. case chat, chatting: ciarla, chiastierare chat room/line: spazio di ciarla, salotto di discussione, chi stiera, [canale] chiacchiera cheap: dozzinale, volgare; povero, economico, semplice; scarso cheat: trucco, imbroglio cheater: baro, imbroglione check: controllo, verifica check-in: accettazione check list: lista di controllo check-point: posto di controllo; posto di blocco checksum: informazione controllo errori checkup: (med.) controllo/visita generale; controllo, verifica, revisione chef: cuoco, capocuoco cherry-brandy: ratafi di ciliegie chewing gum: cicca, gomma [da masticare/americana] chief information officer (CIO): direttore dell informazione chignon: cr cchia, n do chip: [micro]circuito integrato, microcircuito; piastrina; scaglia, truciolo choc: vd. shock chutney: catni city car: auto da citt clacson: avvisatore [acustico], tromba, class ne claim: richiamo; frase ad effetto; indicazione clan: gruppo, brigata, famiglia, compagnia, congrega, banda, setta, chiesuola, cricca, conventicola, combriccola, casta, classe claque: clacche; (la persona:) clacchista, plauditore, favitore class action: causa collettiva, azione collettiva clearance: depurazione clergyman: abito ecclesiastico clich : clisc ; stereotipo; lastra/o click: (s.) clicco; (v.) cliccare, premere, scegliere clickstream: percorso [di navigazione] client rating: valutazione del cliente client: cliente cliffhanger, cliff-hanger: finale sospeso, episodio mozzafiato; cfr. suspense clip: spezzone, audiovisivo, filmatino; corto; ripresa; fermaglio clip art: immagine predefinita, clipparte clochard: senzatetto, vagabondo, barbone cloche: leva (del cambio), barra closed user group: gruppo chiuso di utenti clou: culmine, punto culminante, bello, colmo; cruciale clown: pagliaccio clown therapy, patchtherapy: terapia del sorriso, comicoterapia, risoterapia club: circolo, locale, associazione, gruppo, societ cluster: grappolo; blocco, settore coach: allenatore; commissario tecnico, CT; formatore, istruttore coaching: allenamento, assistenza, supervisione; cfr. training cockpit: abitacolo cocktail: arlecchino (Migliorini 1990) codare: scrivere [codice], programmare code of conduct: codice deontologico coffee break: pausa [per il] caff cohousing: vicinato elettivo collant: (calze) aderenti collateral damage: danno collaterale combine: accordo illecito, comunella comfort: agio, comodit , benessere; agiatezza; conforti, agi comfortable: comodo, agevole, confortevole coming out: rivelazione, sortita, uscita, denudamento commit (s.): affidare, rimettere, impegnare commitment: impegno, obbligo, responsabilit community: comunit [virtuale] competitor: concorrente, competitore compilation: selezione, raccolta, antologia compile time: fase di compilazione compliance: partecipazione, collaborazione, conformit , conformarsi; osservanza compliant: partecipe, collaboratore, conforme compost: concime (organico), composto, composta, terricciato; contenitore per il : vedi composter composter: concimaia, compostiera computer: calcolatore, computiere (Castellani 1987), elaboratore [elettronico], ordinatore computer art: arte digitale/numerica computer crime: criminalit informatica computer network: rete informatica computing: calcolo informatico; informatica concept store: negozio a tema, negozio tematico, negozio-concetto conditional order: ordine condizionato conference call/calling: conferenza telefonica congestion charge: imposta di accesso, pedaggio; tassa sul traffico, tassa antingorgo connection: connessione; coincidenza oraria; collegamento, alleanza segreta, intrigo internazionale console: mensola, consolle; quadro di comando; consolle da gioco, ludoconsolle consulting: consulenza, consultazione consumer, [cliente]: casalingo, consumatore container: contenitore content management system (CMS): sistema di gestione del contenuto content manager: gestore del contenuto, dei contenuti content provider: fornitore di contenuti content: contenuto contractor: contraente; appaltatore; imprenditore; fornitore; consulente contratto call, contratto put: vd. call [option], put [option] controller: comando [analogico]; comandi controlling: controllo convention: assemblea, congresso, convegno, simposio, convenzione, assise; n-giorni, fiera cookie: (inform.) marcatore, biscottino cooler: dissipatore cool-hunter: ricercatore/cacciatore di tendenze, fiutamoda coolhunting: fiutamodismo coolkeeper: vd. cool-hunter copyright: diritto d autore; colophon copywriter: redattore pubblicitario coque, alla ( la): al guscio, alla goccia cordless: [telefono] portatile, telefono fisso senza filo, senzafilo core business: attivit caratteristica/primaria/fondamentale/tipica core process: attivit centrale, processo nucleico, procedimento base core: centro, anima, nucleo, nocciolo, zoccolo duro corner: (sport.) angolo; angolo, spazio cornflakes: cereali, fiocchi di mais corporate design: immagine/identit visiva; disegno aziendale; logotipo corporate governance: governo d impresa; direzione aziendale; gestione di gruppo corporate identity: immagine dell azienda corv e: comandata, servizio, fatica co-sourcing: corisorsa cost saving: economia di scala cottage: villetta cotton fioc: bastoncino ovattato; netta-orecchi, nettorecchi, pulisciorecchi counselling, counseling: consulenza; sostegno psicologico country manager: direttore nazionale, responsabile per coupon: cedola, buono country: campagnolo cover: (dischi, CD, rivista:) copertina; (cellulari:) mascherina, guscio; (canzone:) ripresa, riproposta, riedizione, reinterpretazione, tributo cover-band: gruppo imitatore, gruppo di tributo covered bond: prestito obbligazionario garantito covered warrant: buono di sottoscrizione cowboy: vaccaio, mandriano, allevatore; avventuriero crack (s.): [tra]crollo, rovina; (inform.) [programma] sprotettore/scassinatore crack (v.): (inform.) scassinare, forzare, sproteggere cracker: galletta, sbiciolino, sbriciolone; (inform.) pirata [informatico], scassinatore cranberry: ossicocco, mirtillo palustre crash (s.): blocco; crollo crash (v.), crashare: bloccarsi; incantarsi, impazzire; andare in palla/bomba, impallare credit card: carta di credito cr me: crema, fior fiore cr me caramel: pannacotta, caramello, budino cr pe: crespella crew: equipaggio, squadra; cfr. staff cric: martinetto, cricco criminal profiler: esperto di profili criminali, psicocriminologo criminal profiling: profili criminali, profilazione croissant: cornetto cross (sport.): traversone; [colpo/tiro] diagonale/incrociato; (attr.) [di] campagna, campestre, campagnolo cross-dresser: travestito cross-dressing: travestitismo crossmediale: multimediale, transmediale crossposting: invio multiplo cult: culto, adorazione, devozione, venerazione; passione, rispetto; mania, pallino cult searcher: cercaculto curling: bocce su ghiaccio curry: carri customer care: assistenza clienti customer relationship management: gestione delle relazioni con i clienti customize: personalizzare cutter: taglierino/a, taglietto, sgarzino cyber-: ciber- cybercrime: criminalit informatica cyclette: bicicletta da camera, ciclocamera, cicletta D dancing: sala da ballo dandy: esteta, raffinato data mining: estrapolazione dei dati, estrazione/esplorazione d[e]i dati, ricerca [dei] dati data warehouse: magazzino d[e]i dati, archivio [dati]; societ d informatica data: dati database: banca [di] dati; base di dati datagram: datagramma, pacchetto dati data logger, datalogger: registratore di dati, registradati, segnadati datamart: mercatino dei dati dataset: insieme di dati, dati, campione; tabella day hospital: ricovero/ospedale in giornata day surgery: chirurgia in giornata, bisturi veloce deadline: scadenza, termine ultimo, termine invalicabile deal: affare; accordo d b cle: rovina, tracollo, rotta, smacco debug[gare]: spulciare; mettere a punto; correggere (gli errori [di programmazione]) debugging: spulciatura, sbacatura; messa a punto, correzione (degli errori [di programmazione]) debunker: smascheratore, demistificatore decanter: (enol.) caraffa, decantatore decision-making: processo decisionale decoder: decodificatore; cfr. set top box decoding: decodifica[zione] d collet : scollo, scollatura, decolt deep link[ing]: collegamento in profondit , collegamento diretto d faillance: mancamento, resa, cotta, crisi, debolezza default, [di]: predefinito, automatico, [per] difetto; [di] base deficit: disavanzo, ammanco, perdita; mancanza, deficienza, menomazione d fil : sfilata d j -vu: gi visto delete, deletare: cancella[re], elimina[re], rimuovi/rimuovere delisting, effettuare il: dequotare, squotare d mod : fuori moda, disusato, obsoleto denim: denimauso d pendance: dipendenza; succursale d pliant: volantino, pieghevole, foglietto, bugiardino; opuscolo d rapage: derapata derby (sport.): derbi, stracittadina deregulation: deregolamentazione, semplificazione [burocratica] dernier cri: ultimo grido d shabill : vestaglia, mezzo vestito design: stile, aspetto, linea; progettazione, disegno [industriale], disegno artistico/inventivo designer: stilista, architetto, progettista, disegnatore industriale; artista grafico desktop: (s.) scrivania; (attr.) da tavolo/scrivania; fisso desktop computing: microinformatica desktop publishing: editoria individuale, editoria da scrivania; impaginazione elettronica dessert: dolce, frutta; chiudipasto dessous: intimo femminile detective: investigatore, poliziotto device: apparecchio; dispositivo, periferica devolution: decentramento, devoluzione; autonomia, federalismo DHCP: automatizzatore indirizzi dial[l]er: compositore di numeri; sintonizzatore dial-in: accesso, collegamento rete dial-up line: canale, linea telefonica dial-up: accesso commutato, accesso via telefono digital divide: divario informatico/elettronico digital signature: firma elettronica digital: digitale, numerico, cifrale; informatico, elettronico diktat: imposizione dimmer: [interruttore a] reostato, varialuce, variatore di luminosit , oscuratore graduale directory: indice; cartella; direttorio disc jockey: discoliere; graffiadischi disclaimer: liberatoria, clausola esonerativa; limitazione/diniego/rinuncia/esonero/esclusione di responsabilit , sgravio [di responsabilit ]; avvertenza, nota discomfort: disagio, scomodo, scomodit , incomodit ; grado/livello/fattore di disagio discount: sconto (hard discount: ipersconto) dispatch (v.): distribuire, recapitare, spacciare dispenser: dosatore, distributore; dosasapone display (s.): schermo, visore, visualizzatore; quadrante, quadro; (attr.) video display (v.), displayare: visualizzare divertissement: divertimento DNA fingerprinting: impronta del DNA Dolby surround: sistema Dolby Domain Name Registration: registrazione nome dominio Domain Name Service: risoluzione nomi dominio domain name system (DNS): sistema di denominazione dei dom ni (SDD) domain: dominio doping: drogaggio, dopaggio dossier: incartamento, inserto, fascicolo, documentazione; cartella/scheda [personale]; inchiesta, approfondimento dot-com: punto-com double face: reversibile; (fig.) versipelle double option: opzione doppia, di raddoppio downlink: trasmissione (dati) discendente download: (v.) scaricare, copiare; (s.) scaricamento; archivio [scaricabile] downloading: scaricamento, prelievo downsizing: ridimensionamento, riduzione; decentramento drag and drop: trascina[re] e rilascia[re] dress code: codice di abbigliamento; etichetta dribblare: (sport.) palleggiare, schivare; (fig.) eludere, scansare, svicolare, scantonare dribbling: dribblaggio, scarto drink: bevanda, bibita, alcolico, aperitivo, bicchierino; brindisi drive: unit [di lettura/scrittura] drive-in: autocinema, cineparco, cineparcheggio drive-through, drive-thru: servizio al volante; (sport.) attraversamento driver: [componente/stadio] pilota; gestore [di dispositivo/periferica] drive test: prova di guida drop: gocciola drop-out: disperso (cfr. dispersione scolastica) drug store: emporio aperto 24 ore su 24 dry farming: aridocoltura dry: secco dual-band: a doppia banda dubbing: doppiaggio, duplicazione duffing: (sport.) svirgola[ta] dumping: (s.) svendita [all estero], svenditura; svalutazione; sovvenzioni/aiuti [statali] all esportazione/alla produzione; concorrenza sleale; abbattimento del prezzo [internazionale]; (attr.) sottocosto; da svendita. duty free [shop]: negozio esentasse, zona franca E early warning: preavviso, ammonizione e-banking: banca elettronica; operazione bancaria in rete, tele[operazione ]bancaria; bonifico in rete ecc. e-bill: fattura elettronica e-book: libro elettronico e-business: imprenditoria elettronica e-cash: moneta elettronica eco-label: marchio ambientale/ecologico [di qualit ] e-commerce: commercio elettronico e-communication: comunicazione elettronica e-compatibility: compatibilit elettronica e-content: contenuto elettronico e-coupon: tagliando elettronico cru: tessuto grezzo, crudo edit[are]: variare, modificare; pubblicare; rivedere, emendare, curare, redigere, preparare [per la stampa]; dirigere; (tipogr.) tiponare; (cinem.) montare; (giorn.) passare, cucinare editing: revisione, elaborazione, redazione; (cinem.) montaggio, tiponaggio editor: redattore, curatore [editoriale], proto; correttore di bozze, revisore [del testo]; (inform.) editore, redattore (cfr. text editor) e-ducation: teledidattica edutainment: educattenimento e-finance: teleserviz finanziar e-form: modulo elettronico e-government: telegoverno e-learning: teledidattica, apprendinlinea election day: elezioni accorpate lite: eletta, eletti; la crema, il fior fiore; classe dirigente; aristocrazia e-mail: posta elettronica e-mail [message]: messaggio [di posta elettronica], lettera [elettronica], elettrolettera, e-p stola, elle (s.f.) e-management: dirigenza elettronica e-market: mercato elettronico embedded journalist: giornalista aggregato/acquartierato (tra le truppe)/al seguito delle truppe e-mission: missione in rete e-money: denaro elettronico emoticon: (inform.) faccina, emoticona /- k o – , – k T – / , c i b e r f a c c i a e m p o w e r m e n t : v a l o r i z z a z i o n e , p o t e n z i a m e n t o ; p r o m o z i o n e d e l l e c o m p e t e n z e , c o n f e r i m e n t o d i r e s p o n s a b i l i t ; f o r m a z i o n e e – m u s i c : m u s i c a i n r e t e e n c o d i n g : c o d i f i c a z i o n e e n c r i p t i o n : c r i p t a g g i o e n d o r s e m e n t : s o s t e g n o , a p p o g g i o ; g i r a t a e n d urance: tenuta end user: utente finale enfant prodige: bambino prodigio, novellino prodigio enfant terrible bambino terribile engagement: impegno engineering: ingegneria enjambement: inarcatura, accavalciamento en passant: di sfuggita, di passaggio, di passata, incidentalmente, per inciso en plein: il massimo; pieno, pienone enter: invio entertainment: intrattenimento entourage: collaboratori, cerchia entraineuse: intrattenitrice entry level: di entrata, economico, base e-pharmacy: farmacia in rete e-print: prepubblicazione elettronica e-procurement: approvigionamenti elettronici e-publishing: editoria in rete equal time: par condicio; tempo equo quipe: gruppo, squadra erasare: eliminare, cancellare e-retail, e-tail, e-tailing: commercio al dettaglio in rete escalate: intensificare; inoltrare escalation: intensificazione, intensificarsi; crescita, crescendo; spirale; degenerazione; scalata; inasprimento, incrudelirsi, recrudescenza, aggravamento, peggioramento escamotage: espediente, ripiego, scappatoia, trucc[hett]o escort: accompagnatrice, accompagnatore; scorta e-services: serviz in rete e-signature: firma elettronica establishment: classe dirigente, vertice; gerarchia, gerarchie e-store: negozio in rete, punto vendita in rete tag re: cantoniera e-technology: tecnologia elettronica e-ticketing: biglietteria in rete e-training: apprendimento/formazione in rete, tele-apprendimento/formazione event: evento, manifestazione, incontro, appuntamento evergreen: sempreverde, intramontabile e-voting: voto elettronico, elettrovoto e-waste: tecnospazzatura executive: dirigente aziendale executive office: ufficio amministrativo exit poll: sondaggio a caldo exit-strategy: strategia d uscita expertise: vd. know-how exploit: prodezza, impresa, gesta, trionfo; picco expo: esposizione universale export: esportazione, esporto extension: vd. plug-in e-zine: rivista, settimanale elettronica/o F facilitator: facilitatore facility management: gestione facilitazioni, gestione logistica, gestione esterna fact sheet: foglio informativo, scheda informativa, infoscheda factoring: cartolarizzazione, cessione crediti factory outlet: spaccio, emporio, prezzario di fabbrica fading: attenuazione dei segnali, evanescenza, affievolimento, segnale debole fair play: correttezza; gioco leale fallout: ricaduta; [radioattivo]: ricaduta/pioggia/precipitazione radioattiva; feccia [nucleare] family business: impresa [a conduzione] familiare family friendly: [pensato] per la famiglia (cfr. friendly) fan: appassionato, ammiratore, fanatico, tifoso, sostenitore fantasy: (genere:) fantastico; (di libro, di film:) fantasy/-i faq: domande frequenti/ricorrenti fard: cipria compatta fashion: (anche attr.) [di] moda, stiloso fast ethernet: ethernet veloce fast food: ristorazione veloce/rapida; pasto rapido fast motion, [in]: [all ]acceleratore; lettura accelerata, scorrimento veloce fax (s.): telecopia feed RSS: flusso RSS feedback: retroazione, reazione, controreazione; riscontro, ritorno, risposta, responso; commento; segnale di ritorno feedstock: materia prima feeling: intesa, empatia, sintonia f erie: fantasia f erique: fiabesco fellow: associato, membro; borsista fellow candidate: candidato associato fellow tenant: collocatario fellow worker: collega fellowship: titolo d associato; affiliazione; borsa [di studio] fellowship scheme: programma di borse di studio festival: festa, sagra, manifestazione, festivale feuilleton: romanzo d appendice fiche: gettone fiction: narrativa/cinematografia d immaginazione, fizione; opera d immaginazione; (specif.:) [televisiva]: (rappresentazione di opera letteraria o soggetto narrativo:) sceneggiato, (di eventi realmente accaduti:) ricostruzione, (di situazioni verosimili:) messinscena, simulazione field: campo fifty-fifty: cinquanta-cinquanta, a mezzo, met e met , met per uno file: (inform.) archivio, filza, fascicolo; (specif.:) documento, applicazione, eseguibile, immagine, ecc.; (pl., anche:) dati file allocation table: tavola d allocazione degli archivi file server: serviente di archivi file sharing: condivisione archivi file transfer: trasferimento archivi film: pellicola, filme; opera cinematografica; corto[metraggio], lungometraggio; (specif.:) commedia, dramma, ecc. filmare: riprendere, registrare film-maker: cineasta; produttore, regista fineliner [pen]: rapido; pennarello, penna a feltro; penna da disegno, pennino finger: identificatore utente finger printing: impronta [delle proteine] finish: volata finissage: rifinitura firewall: parafuoco firmware: microprogramma; microprogrammario first lady: prima cittadina, prima signora; moglie del presidente, ecc.; (scherz. o iron.) regina first mover: pioniere fiscal drag: drenaggio fiscale fishing expedition: ricerca generalizzata [di dati]; spedizione di pesca; studio di generazione di ipotesi fitness: benessere, ginnastica; [buona] forma [fisica]; (biol.) idoneit fitwalking: camminata sportiva fixing: quotazione ufficiale flag: (inform.) indicatore, bandiera; spunta; casella flamb : alla fiamma flame: polemica, rissa; fiammata, messaggio offensivo flash: lampo; notizia lampo flash memory: memoria istantanea flash technology: tecnologia istantanea flashback: analessi, retrospezione, rievocazione; digressione, excursus; richiamo, ricordo; [ricordo] lampo, lampo flat rate, tariffa flat: tariffa fissa/unica flat [rate] tax: aliquota unica flipper: biliardino [elettrico] flirt (s.): avventura, filarino flirt (v.), flirtare: amoreggiare, filare, fare il filo flood: inondazione, flusso floodare: inondare, ingolfare flop, [fare]: [fare] fiasco, fallimento flou: sf[u]ocatura fly and drive: autoaereo fly by: sorvolo ravvicinato fly-by-wire [control]: comando di volo elettrico flyer: volantino fly surf: deltapattino, tavola ad aquilone focus: lente [d ingrandimento]; accento, concentrazione, importanza, interesse, attenzione; (ling.) fuoco, centro focale focus group: gruppo di discussione/sperimentazione/analisi f hn: (meteor.) favonio folder: cartella folk: popolare follow-up: s guito, prosieguo fon: asciugacapelli font: (tipogr.) fonte / f o n t e / ( s . f . ) ; f a m i g l i a , t i p o , c a r a t t e r e f o o t b a l l : c a l c i o f o o t e r : [ r i g a / c a s e l l a a ] p i d i p a g i n a f o o t i n g : v d . j o g g i n g f o r p r o f i t : a s c o p o d i l u c r o , l u c r a t i v o f o r c i n g : s p i n t a , p r e s s i o n e , a l l u n g o f o r e c a s t : p r o n o s t i c o , p r e v i s i o n e f o r e n s i c : l e g a l e , f o r e n s e : m edicina legale (forensic medicine); informatica legale (forensic computer) forfait, a forfait, forfettario: forf ; fisso (prezzo fisso, tariffa fissa, ecc.); prezzo in blocco, senza specifica; dichiarare, dare : abbandonare, rinunciare, ritirarsi, dare buca form: modulo, formulario format: formato, genere, formula; modello, schema forum: (inform.) f ro [virtuale], piazza [virtuale]; dibattito [in rete] forward: inoltrare fotofinish: foto d arrivo, dell arrivo, all arrivo; al : sul filo di lana, al fermo immagine, fermoimmagine foulard: fazzoletto, velo foyer: atrio, vestibolo frac: fracche, marsina frame: riquadro, struttura, gabbia; fotogramma; disposizione mentale; contesto framework: (econ.) scaletta, canovaccio, ossatura franchising: affiliazione [commerciale]; catena; concessione frapp : frullato freak: fricchettone free climber: arrampicatore, scalatore free climbing: arrampicata libera free lance: [collaboratore/giornalista] esterno, indipendente, libero, volante free press: giornali gratuiti freeware: [programma] gratuito freezer: congelatore, surgelatore friendly: facile per ; ben disposto verso ; affabile; (spec. urban.) [ben] attrezzato per , predisposto per (cfr. family friendly, user-friendly) fringe benefits: benef ci accessori frisbee: disco [volante] front man: uomo immagine, uomo di facciata front-end: gestione interattiva, parte frontale, sistemi di facciata front office: sportello, sistemi di facciata, accoglienza clienti/utenti FTP: protocollo trasferimento archivi (PTA) full credit: a carico totale di full immersion: immersione totale/intensiva; apprendimento concentrato, corso accelerato full-range: pantofono full text: testo completo, integrale full text search: ricerca a tutto testo full time: (anche attr.) [a] tempo pieno fum : grigio scuro functional food: [alimento/cibo] dietetico/funzionale; nutricamento; cfr. nutraceutico funding: finanziamento; cfr. fund raising fund raising: raccolta fondi, colletta fuseaux: fus , pantaloni aderenti/attillati future, [contratto]: [contratto] [con consegna] a termine; mercato [dei cambi] a termine; derivati fuzzy logic: logica sfumata G gadget: gingillo, ninnolo, aggeggio, aggeggino, accessorio, gaggetto; (pl.) oggettistica gaffe: t pica; figuraccia gaffeur: topicone, granchista gag: battuta (comica) gallery: galleria. photogallery: fotogalleria game: gioco game over: fine del gioco gang: banda, ghenga, ganga gap: divario, ritardo, scarto; distanza, lontananza garage: (auto)rimessa gar onni re: piccolo appartamento garden party: festa in giardino, festa all’aperto gargote: bettola, gargotta gate-crasher: presenzialista gatekeeper: controllore d accesso, prima accoglienza, primo soccorso, guardiano, portiere gateway: passerella, nodo gay: omosessuale, omo gazebo: chiosco gender unit: unit delle pari opportunit gender: sesso; sessuospecifico, specifico di genere general contractor: contraente/appaltatore generale gentlemen’s agreement, gentleman’s agreement: accordo/patto informale, patto d’onore ghost writer: negro, scrittore fantasma gilet: panciotto gin: gineprella glac : glassato, lucido glamour: fascino, mal a, ill cebra, glam re; (agg.) glamoroso; glamorosit globe-trotter: giramondo, vagamondo, mond vago, orb vago goal: rete; fare -: segnare golden share: quota (o partecipazione [azionaria]) privilegiata, d oro golf: maglioncino, giacchetta good governance: buon governo, buona gestione goodies: regalo promozionale, omaggio googleplex: gugolplesso gossip: pettegolezzi, cronaca mondana gourmet: degustatore, buongustaio governance: [sistema/forma di] gestione/governo; governabilit , governanza; amministrazione, direzione; dirigenza grading: (med.) classificazione, gradazione grand commis: alto funzionario; [alto] papavero grand prix: gran premio greedy: (inform.) massimale green washing: risciacquatura verde/ecologica grill: griglia, graticola, ferri groom: fattorino, inserviente, garzone grossier: sboccato, grossolano, rozzo, volgare; grossiere grounding: blocco a terra (di flotta aerea); incaglio, arenamento grunge: largo e trasandato guard-rail: barriera di sicurezza, guardavia (Migliorini 1990), sicurvia gu pi re: bustino, corpetto, vespiera guest star: ospite di spicco, stella ospite H habitu : avventore, [frequentatore] abituale, [cliente] assiduo hairstylist: parrucchiere, acconciatore hall: atrio; sala d’ingresso, ingresso hall of fame: olimpo, empireo hamburger: [bistecca] svizzera, svizzerina hamster: pelliccia di criceto handicap: menomazione, minorazione; svantaggio; impedimento handicappato: disabile, menomato, andicappato handout: (di conferenza o sim.:) programma, sintesi, allegato (Serianni), datino (Castellani 1987); (di lezione universitaria:) dispensa hangar: aviorimessa happening: spettacolo d’improvvisazione, evento happy end: lieto fine hard: forte hard copy: copia cartacea; copia dura hard core: pornografico hard top: tettuccio rigido hardware: (s.) apparecchiatura, macchinario, strumentario; ferraglia, componentistica; (attr.) fisico haute couture: alta moda header: testata, intestazione heading: intestazione; titolo [di capitolo, sezione] headline: formula pubblicitaria hearing: indagine conoscitiva; audizione; udienza hedge fund: fondi speculativi help desk: servizio d assistenza [tecnica], sportello assistenza help line: linea d aiuto, assistenza in linea hi-end: [di] alta fascia; professionale high impact: [di] grande impatto highlights: il meglio di, momenti migliori/salienti, grandi momenti; gemma, gioiello; punto forte, sintesi high tech: alta tecnologia; di ultima tecnologia hi-low impact: aerobica combinata hinterland: retroterra, cintura, conurbazione history: (inform.) cronologia hit parade: rassegna di successi, superclassifica hit: (informatica) contatto, accesso, visita; (musica) successo hoax mail: burla/bufala telematica hoax: burla, bufala hobbista: dilettante hobbistico: dilettantesco hobby: passatempo, interesse, attivit , ubino (Castellani 1987); passione, pallino; per -: per diletto, per passione hockey: disco su ghiaccio, chei [call] hold: chiamata in attesa holding: societ capogruppo/contenitore; [societ ] finanziaria home banking: banca da casa home recording: registrazione/incisione casalinga/fai-da-te home run: (sport.) fuori campo home theater: cinema in casa, cinecasa homeless: vd. clochard homepage: atrio, pagina d accoglienza, pagina d ingresso, pagina iniziale, prima pagina hooligan: teppista, uligano (Migliorini 1990) horror: dell’orrore, orrorifico, orroroso hors d’oeuvre: antipasto host broadcaster: diffusore ufficiale; emittente principale, ufficiale host: ospite hostare: ospitare; caricare hostess: assistente di volo; guida, assistente, anfitriona, ostessa hosting: ospitamento, ospitazione, [servizio di] ospitalit hostname: nome [macchina] ospite hostserver: serviente ospite hot pants: pantaloni aderenti hotel: albergo hotline: permanenza telefonica; linea calda hotspot: vd. access point houseboat: casa galleggiante, casa-nave, casa-barca hover (s.): (inform.) sovrapposizione, [effetto] camaleonte hover (v.): (inform.) posizionare, fare scorrere, puntare hovercraft: (veicolo a) cuscino d’aria, aeroslittante, aeroscivolante hozelot: vd. ocelot hub: snodo, nodo; centralina; concentratore human powered mobility: spostamenti a piedi, semovenza humour: spirito, umorismo hyperlink: collegamento/nesso ipertestuale I iceberg: isbergo (Migliorini 1990), montagna di ghiaccio, ghiacciaio galleggiante, blocco di ghiaccio, ghiaccione, mongelato; punta dell : epifenomeno icon: icona identikit: ritratto (segnaletico), ritratto verbale/parlato; profilo idle: riposo, inattivit idrocracking: idroscissione/idroclasi image maker: creatore d immagine image: immagine impasse: vicolo cieco, irrisolvibilit impeachment: impetizione, sfiducia implementation: implementazione import/export: importazione/esportazione, importo/esporto, commercio con l’estero import: importazione, importo imprim : stampato, modulo imprinting: (etol.) impronta, impressione, conio; condizionamento irreversibile; (fig.) formazione, conio, educazione, insegnamento, traccia, influenza, impostazione; subire, avere un : essere formati/plasmati/influenzati impromptu: improvvisazione, improvviso; all’impronta, all’impronto in: alla moda in progress: in corso, in fieri inbreeding: endogamia inburgering: integrarsi, ambientarsi, condolidarsi; prendere paese inclusive tour: giro turistico incumbent: monopolista, (in posizione) dominante index: indice in-door: al chiuso, [al] coperto induction: induzione; avviamento infomap: mappa informativa/delle informazioni; vd. succ. information mapping: correlazione fra informazioni information pool: centro d informazioni information technology (IT): infotecnologia infotainment: informattenimento ingroup: (biol.) gruppo interno input: (inform.) dati; ingresso, entrata; immissione, introduzione, inserimento; spinta, stimolo, spunto; opinione, fatto, riscontro; materia prima, materie prime, fattori produttivi insider trading: speculazione con informazioni riservate/privilegiate, speculazione d iniziato; transazione sleale/infedele; abuso d informazioni privilegiate/riservate instant book/film/movie/ecc.: libro/ecc. lampo, simultaneo, di attualit instant messaging: messaggistica istantanea, messaggeria istantanea instant messenger: messaggero istantaneo, programma per messaggistica istantanea intelligence: [contro]spionaggio; servizi segreti intercity: intercitt interclub: associazione sportiva intercooler: scambiatore di calore; refrigeratore/raffreddatore intermedio interface: interfaccia internal auditor, i. auditing: uditore interno, revisore/revisione interno/a, revisore/revisione indipendente international a u d i t i n g : [ p r i n c p i d i ] r e v i s i o n e i n t e r n a z i o n a l e i n t e r n a t i o n a l a u d i t o r : r e v i s o r e i n t e r n a z i o n a l e , u d i t o r e i n t e r n o I n t e r n e t : i n t e r r e t e / i n t e r r e t e / , R e t e ; c f r . W o r l d W i d e W e b I n t e r n e t a d d i c t i o n : d i p e n d e n z a d a l l a R e t e , r e t e d i p e n d e n z a I n t e r n e t c a f : v d . i n t e r n et point internet point: punto internet, postazione internet interview: colloquio [di lavoro]; intervista inverter: invertitore Irish cofee: caff irlandese ISDN: rete numerica integrata nei servizi (RNIS) ISP: vd. provider, [Internet service] issue: (fin.) emissione IT: vd. information technology IT management: gestione dei sistemi [informativi] J j’accuse: accusa jack: spinotto, spina, maschio; fante jackpot: montepremi; piatto jeans: genovesi, ginsi jeep: fuoristrada jet set: alta societ , bel mondo, gran mondo, giro internazionale; piani alti jet: aereo a reazione, aviogetto jet-lag: mal di fuso; sfasamento jingle: motivetto job center: agenzia di lavoro interinale job on call: lavoro a chiamata job rotation: rotazione lavorativa; mobilit orizzontale job sharing: lavoro in due; lavoro ripartito, ripartizione del lavoro jogging: corsetta, trotterello (Castellani 1987), aerobismo joint venture: [impresa in] compartecipazione, societ mista, societ a capitale misto, consorzio jolly: gi lli, matta; (inform.) [carattere] jolly, carattere plurivalente/polivalente/matto (cfr. wildcard) journaling: giornalizzazione joystick: leva [analogica], ludomanetta; manopola; comandi jumping: salto [nel vuoto] junk [e-]mail: vd. spam junk food: cibo-spazzatura K karaoke: cara che kermesse: sagra, festa, evento ketchup: salsa rubra key account manager: gestore dei conti chiave, responsabile clienti strategici keyword: parola chiave kick off meeting: seduta inaugurale, riunione di lancio kidnapping: rapimento killare: (inform.) terminare killer: assassino, omicida; sicario kit: borsa; corredo, batteria, equipaggiamento, attrezzatura; pacchetto kite surf: vd. fly surf kitsch: pacchiano; dozzinale kiwi: chivi, attinidia knock-out: fuori combattimento know-how: competenza/conoscenza [specifica/tecnica/tecnologica]; specializzazione [tecnica] knowledge management: gestione delle conoscenze kolossal: colossale, spettacolo eccezionale Krapfen: bombolone; crafen, graffo/a k mmel: cumino K-Way: impermeabile (pieghevole) L label: marchio [di qualit ]; etichetta [autoadesiva] lam : laminato LAN: rete locale, LAN LAN adapter: scheda LAN laptop: portatile last minute: dell ultimo minuto/momento, ultim’ora launching: lancio layout: impaginazione, menab , bozzetto; gabbia grafica; presentazione, disposizione, tracciato LCA (Life Cycle Assessment): valutazione del ciclo di vita leader: (s.) capo, guida; presidente, segretario ecc.; capo di stato, statista; esponente, protagonista, campione; primo violino, timoniere; capoclassifica, conducente, battistrada; (attr.) all avanguardia, capofila, di punta, modello, pioniere/-o, primo leadership: egemonia, preminenza, primato, primazia; guida, comando, conduzione, governo; carisma; direzione, presidenza ecc. leaflet: volantino, pieghevole, foglietto, bugiardino lean production: produzione snella; fabbricazione a piccoli lotti learning organisation: organizzazione apprendente lease-back: (econ.) retrolocazione leasing: locazione [finanziaria / con opzione di acquisto], prestito locativo, creditolocazione; affitto, noleggio leftover(s): avanzi legal quote: numero legale; razione legale, quota minima di distribuzione lettering: letterizzazione; scelta dei caratteri leverage [ratio]: rapporto di indebitamento, rapporto passivit /capitale proprio liaison: legamento, legame; cfr. feeling liberal: progressista life-work balance: equilibrio tra lavoro e vita privata, equilibrio vita-lavoro lift (s.): (geom.) rilevamento lifting: ritidectomia (abbr.: riti [s.f.]), stiramento; ringiovanimento, rimodellamento, levigatura/levigazione light: leggero, magro light pen: penna ottica lime: lima, limetta, lime lingerie: biancheria intima, lingeria link: collegamento, nesso, rimando, legame; indirizzo; contatti linotype: linotipo live: dal vivo, in diretta loading: caricamento lobbismo, [attivit di] : pressione [politica] lobby: gruppo di pressione/interesse, fazione, corporazione, loggia local loop: anello locale, ciclo locale; linea locale, linea d utente location: posizione, localit , sede, posto, luogo, ubicazione, ambientazione, collocazione, area, zona lock (s.): lucchetto, protezione, blocco lock (v.): proteggere, blindare, bloccare loden: cappotto pesante loft: studio, locale log: registro, diario, giornale log file: archivio storico, archivio [di] registro, [documento di] registro logging: giornalizzazione log in/on: accedere, entrare; connettersi, collegarsi; autenticarsi log-in/-on: accesso; connessione; autenticazione log out/off: uscire; disconnettersi, scollegarsi log-out: uscita; disconnessione long drink: bevanda allungata long life learning: formazione permanente long playing, lp: trentatr giri look: stile, immagine, aspetto, abbigliamento, tenuta loop: ciclo, iterazione; spirale, circolo love story: storia d amore low-cost: economico, a basso prezzo/costo low impact: basso impatto low profile: di basso profilo, sottotono, discreto lower case: minuscolo, bassa cassa lurk, lurkare: (inform.) sbirciare, spiare, guatare, aleggiare; osservare; curiosare M macho: maschio; mascolino, virile, virilista made in Italy: prodotti tipici, prodotti italiani; marchio Italia magazine: rivista, settimanale, giornale ecc.; rubrica mail (v.): spedire, inviare mailing: invio postale mailing list: lista di diffusione/invio/inoltro/distribuzione; indirizzario (elettronico), lista d(e)i destinatari mainframe: elaboratore principale mainstream: corrente [di pensiero] principale. (agg.) corrente mainstreaming, [gender]: parificazione [delle opportunit ]; inclusione mais: granoturco, granturco ma tre penser: ideologo, guida ideologica make up: trucco making [of]: genesi, produzione [di], facimento malware: codice maligno, malcodice managed care: prevenzione [sanitaria] management summary: sintesi per la direzione management: direzione, dirigenza, gerenza, gestione, amministrazione manager: dirigente [d azienda]; direttore, responsabile; gestore, gerente manche: mano, giro, turno manchette: finestr na, blocch tto, riqu dro, fianch tta manicure: manicura maquillage: trucco; mascheratura marketing: mercatistica, vendistica (Castellani 1987), commercializzazione; promozione mass media: media, organi/mezzi d informazione, mezzi di comunicazione di massa master: specializzazione [post laurea] master [disc]: [disco] matrice master plan: piano/schema direttore; progetto/piano primario/principale masterizzare: scrivere, incidere; registrare; stampare; copiare masterizzatore: incisore; unit di incisione/scrittura [dischi]; registratore match (s.): partita, gara, incontro; competizione, lotta; (inform.) corrispondenza match (v.): (inform.) corrispondere meet up, meetup: incontro, riunione, assemblea meeting: incontro, raduno, congresso, convegno, riunione, conferenza, assemblea melting pot: crogiuolo [di razze/etnie/culture] membership: adesione, appartenenza, partecipazione, iscrizione, ingresso memorandum of understanding: lettera d intenti, dichiarazione comune d intenzioni; memorandum/protocollo d intesa; accordo, accordo informale (De Franchis 1984), abboccamento memorial: monumento commemorativo, memoriale, cippo, cenotafio; miscellanea [pubblicazione] memory card (v.): (inform.) scheda di memoria; carta a memoria mentee: apprendista, tirocinante, discepolo mentoring: tutoraggio; apprendistato, tirocinio menu: men , listino, carta merchandising: mercataggio; prodotti (promozionali), vendita promozionale merchant bank: banca d affari; banca d investimento, banca di credito finanziario, banca mercantile metadata: metadati metal detector: rivelametalli, cercametalli meta-tag: etichetta di metatesto, metaetichetta middleware: sistema intermedio, programmi st ndari personalizzati, programma intermediario mid-range: mesofono milestone: pietra miliare; tappa; scadenza ultima/perentoria/inderogabile minicar: miniauto mission [statement]: obiettivi/scopi aziendali; missione, ideale; dichiarazione d intenti mister: (sport.) vd. coach mix: misto, miscela, sintesi, insieme; (econ.) composizione mixare: (mus.) missare; mescolare, miscelare mixer: frullatore mobbing: vessazioni/angherie/persecuzione (sul posto di lavoro), ostracizzazione mobile computing: informatica mobile/portatile mobile technology: tecnologia per le comunicazioni mobili mobility manager: addetto [alla] mobilit modem: modulatore, modemulatore monitor: schermo, video, visore, monitore monitorare: porre/mettere/tenere sotto osservazione; seguire; specolare; controllare, verificare, supervisionare monitoring: [misure di] controllo, sorveglianza, monitoraggio, supervisione monotype: monotipo moquette: mochetta, mocchetta moral suasion: persuasione, pressione [autorevole], convincimento motel: autostello motherboard: scheda madre mountain bike: rampichino mouse: selezionatore video, topolino; puntatore mousepad: tappetino [per il mouse (vd.)] mousse: spuma multi-channel-access: accesso multicanale, multiplo, molteplice multiplayer: multigiocatore multiple choice [test]: [questionario a] scelta multipla multiplex: [cinema] multisala multitask: (inform.) multiprogramma, multiprocesso; (fig.) multifunzionale, polivalente, tuttofare, simultaneista multitasking: (inform.) multiprogrammazione multithread [programming]: (inform.) [programmazione] multifilone musical: musicale must: (attr.) irrinunciabile, imperdibile, d obbligo, di dovere/rigore; (s.) necessit , mai pi senza N nanopublishing: nanoeditoria near-Earth object: (astron.) [oggetto] parageo n cessaire: [il] necessario netiquette: galateo della rete, retichetta network (s.): rete; rete [radio]televisiva; accordo di mercato network (v.): interconnettere, retizzare network adapter: scheda rete networking: messa in rete; lavorare, scrivere in Rete new entry: nuova entrata; novellino, nuovo arrivato, nome nuovo new global: neoglobalista (cfr. no global) new public management (NPM): nuova gestione pubblica (NGP) nuova pubblica amministrazione; rinnovo della – newbie: neofito, novellino, novizio, niubbo, burba news: novit , notizie, informazioni, nuove, novelle; notiziario newsgroup: forum, gruppo di discussione newsletter: bollettino [d informazioni], infolettera newsmagazine: rivista nick[name]: soprannome; pseudonimo night [club]: locale notturno no blame approach: metodo/approccio non colpevolizzante no fly zone: zona di non sorvolo no global: antiglobale, antiglobalizzazione; movimento dei movimenti (l insieme) (cfr. new global) no man s land: terra di nessuno no show: assenza improvvisa, non-arrivo, mancata presentazione; mancanza no tax area: esenzione fiscale no-frost: antibrina noir: nero nomination: candidatura; nominazione; presentazione non profit: non a scopo di lucro, non lucrativo, senza profitto nonchalance: disinvoltura, noncuranza, indifferenza, noncal nza non-stop: (attr.) continuo, ininterrotto, senza soluzione di continuit ; (s.) maratona notebook: [calcolatore] portatile O object-based: basato sull oggetto, strutturato all oggetto object-oriented: orientato all oggetto, orientato verso l oggetto ocelot: ocellotto, ocelotto; gattopardo americano off: spento; inattivo, non attivo off limits: vietato, proibito; zona vietata, zona ad accesso/transito vietato offline: non in linea, disconnesso offset: (tipogr.) rotocalcografia, fotolitografia; sfalsamento; stampa indiretta / affari compensat ri, stampa a freddo offshore: paradiso fiscale; (agg.) oltre confine, oltrefrontiera, nei/dei paradisi fiscali; al largo, marino offshore banking center: piazza bancaria (finanziaria) oltrefrontiera offshore company: societ caimano / oltrefrontiera / dei paradisi fiscali / [con sede] nei paradisi fiscali offside: fuorigioco off topic (OT): fuori tema (FT) OK: (int.) va bene, d accordo, [sta] bene, benissimo, ottimo, ecc.; (s.) approvazione, via libera ombudsman: (organo:) giur , (procedura:) conciliazione; difensore civico on: acceso; attivo on demand: a richiesta one-man-show: (spettacolo) assolo, pezzo, monologo one-stop shop: sportello unico online: in linea, in rete; connesso, collegato on the road: sulla strada on the rocks: con ghiaccio op art: vd. optical open: gara aperta [a tutti] open book: a libri aperti open end: a capi aperti open source: (inform.) sorgente aperto open space: spazio aperto operating system: sistema operativo operative: operativo optical: [arte] ottica opt-in: inclusione, adesione opting out: diritto di recedere (da), diritto di chiamarsi fuori (da), diritto di recesso optional: opzionale, a opzione, a richiesta, accessorio opt-out [clause]: clausola di dissociazione, clausola di esclusione opzione put, opzione call: vd. put (option), call (option) organizer: agenda [elettronica] outdoor: all aperto, all aria aperta outgroup: (biol.) gruppo esterno outing: rivelazione [imprevista], smascheramento, stanamento outlet: spaccio [aziendale] outperform: surclassare, eclissare; (fin.) sovrappesare outplacement: ricollocazione output: uscita, emissione, produzione; prodotto, prodotti outsider: rivelazione, sorpresa; estraneo, fuorirosa, novit ; fuori scuderia; profano, terzo; eccentrico outsourcing: esternalizzazione, appalto, terziarizzazione over : ultra enne, i pi di [anni], i pi che enni (gli over 60: gli ultrasessantenni, i pi di 60, i pi che sessantenni) overbooking: sovraprenotazione overclocking: sovraccadenzamento, sovraccelerazione overdose: sovraddose, superdose, sovraddosaggio, extradosaggio; flebo (farsi una flebo di) overflow: sovraccarico, traboccamento, straripamento, tracimazione, sovrafflusso overhead: sovrappi override: ridefinizione, riscrittura; prevalere, sostituire, sovrascrivere oversize: oltre misura overweight: sovrappesare; preponderanza ozelot: vd. ocelot P P2P: (inform.) PaP: vd. peer to peer [network] pacemaker: segnapassi [artificiale], regolabattito, stimolatore cardiaco; stimolatore elettrico package: pacchetto, [servizio] tutto compreso; impacchettare, imballare packaging: imballaggio, confezione. confezionamento paella: paeglia pager: teleavvertitore, cercapersone paillette: lustrino paletot: palt pallet: bancale, paletta palmtop: palmare, calcolatore tascabile pamphlet: libello, libretto, opuscolo pancarr : pane in cassetta panel: comitato, commissione, tavola rotonda; campione rappresentativo, gruppo di dirigenti, pannello paper: compito, documento, curriculum paperback: libro economico, in brossura, tascabile park and ride: parcheggio d interscambio, parcheggio periferico, parcheggio di corrispondenza parking: parcheggio parquet: pavimento di legno, tassellato, parchetto, palchetto parser: analizzatore sintattico. parsing: analisi, elaborazione ecc.; analisi sintattica, grammaticale, lessicale ecc. part time: (a) tempo parziale; a tempo definito; orario ridotto parterre: platea; aiuola/letto di fiori partner: compagno, alleato, socio, collega, partenario partnership for peace: alleanza (partenariato) per la pace partnership: alleanza, collaborazione, coordinamento, partenariato, societ , compartecipazione, associazione party: festa, ricevimento, intrattenimento parvenu: arricchito, nuovo ricco, arrivato, homo novus pass lunch: buono pasto passe-partout: comunella, chiave universale, sopraffondo password: parola d accesso, codice, parola chiave, parola d ordine, contrassegno patch: pezza, aggiornamento; correzione patchwork: mosaico path: (inform.) percorso pattern: struttura, motivo; sagoma, modello, prototipo, schema, configurazione, disegno; (pl.) sequenze ripetute, regolarit pay-back: ammortamento, ripagamento pay off: guadagno pay TV: TV a pagamento pay-per-view: pagaevvedi, pagamento alla visione PC: calcolatore personale, PC, picc peace inforcement, peace enforcement, peace forcement: imposizione della pace, ristabilimento della pace peace keeping: mantenimento della pace, costruzione della pace; polizia internazionale, pacificazione peacekeeper: mediatore di pace peacemaker: guardapace, pacificatore pedicure: cura dei piedi, pedicura peeling: microesfoliazione, monda peer review: esame dei pari, valutazione reciproca, revisione/supervisione paritaria peer to peer [network]: (inform.) rete paritaria/paritetica pellets: pet[t]ole, pallottole peluche: pupazzo, pupazzetto, bambolotto; peluscia, pelusce (f.), peluscio; felpa pending: prenotazione in richiesta pendrive: (inform.) chiavetta [USB], penna [USB] performance index: indice di efficacia/ efficienza/ produttivit / convenienza/ prestanza/ prestazione performance: prestazione, risultato, rendimento, efficacia, efficienza, performanza; rappresentazione, spettacolo, interpretazione, esibizione; (ling.) esecuzione personal training: allenamento personalizzato pet therapy: zooterapia petting: preliminari; toccamento, palpeggiamento; limonare, pomiciare pharming: sviamento, dirottamento phishing: carpitura/spillaggio (di dati sensibili) [in Rete/telefonica/-o], camuffamento [in Rete/telefonico]; raggiro photo finish: vd. fotofinish pick-up: autocarro per colletame/con cassone ribaltabile; [autocarro] cassonato pic-nic: colazione/merenda all aperto, romanata, picche nicche pi ce: opera teatrale pied- -terre: piedatterra, alloggetto, scannatoio, appoggio pied-de-poule: a zampa di gallina piercing: perf ro, perforino; perforazione [decorativa]; diac ntesi [decorativa]. Nome specifico: anello ecc. PIN (personal identification number): NIP (numero d identificazione personale) pin: spilla pin-up: ragazza-immagine; modella; bella; (fam.) bona, bonazza; (est.) stella, primadonna, protagonista (cfr. soubrette) pipe-line, pipeline: oleodotto; condotto pit lane: corsia di servizio, corsia di depannaggio pit stop: sosta, fermata pitcher: lanciatore pitching: lancio pixel: punto [di risoluzione] plaid: coperta; scialle; pled plan: piano, programma planning: pianificazione, piano di lavoro plantain: pl ntano plaquette: placchetta plateau: vassoio, cassetta; (scient.) pianerottolo; (geog.) platea, espandimento lavico, massiccio play boy: uomo di mondo, seduttore, dongiovanni play-back, cantare in : cantare sul preinciso player: campione, protagonista; competitore, attore; giocatore; riproduttore, lettore playlist: lista di ascolto, scaletta, (a) programma playmaker: regista play-offs: partite a eliminazione, eliminazioni play-out: spareggio, partita di spareggio plot: trama, intreccio plot twist : colpo di scena; evento inaspettato plug-in: estensione, [programma] innesto pochette: borsetta, astuccio; fazzoletto da taschino; cartella, cartellina pocket [book]: [libro] tascabile podcasting: poddiffusione, trasmissione-pod, spassodiffusione pointillisme: puntinismo pole position: partenza/posizione al palo; posizione di testa, primo posto policy: politica, regolamento; direzione, orientamento programmatico, programma politically correct: politicamente corretto pollution charge: tassa sull inquinamento, imposta di accesso, pedaggio pony express: fattorino, agenzia di recapiti pool: consorzio, squadra; insieme pop corn: granturco soffiato/scoppiato pop up: (inform.) finestra a comparsa, finestra pubblicitaria; 3D; a intermittenza pop up menu: (inform.) men a comparsa port forwarding: (inform.) inoltro porta portfolio: cartella, portafoglio poster: manifesto; riproduzione, stampa post (s.): (inform.) intervento, messaggio post (v.), postare: (inform.) inviare; pubblicare post-it: giallino; promemoria pouf: poggiapiedi, puffo power off: spegni powered by: alimentato/attivato/azionato da praline: pralina, fondente premier: presidente del consiglio, presidente; primo ministro, primo; capo del governo premi re: prima; prima donna, prima attrice preprint: prepubblicazione; stampa preliminare, estratto anticipato/preliminare; atti preliminari prequel: [episodio] precedente, antefatto, prequela pre-release: anteprima preset: impostazione predefinita, preimpostazione, preselezione pressing: pressione; azione incalzante presspan: semicuoio, cartone pressato lucido pr t- -porter: moda pronta pricing: prezzamento prime rate: tasso [d’interesse] minimo prime time: (telev.) prima serata print (s.): stampato, stampa print (v.): stampare print screen: [tasto] stampa schermata, stampaschermo privacy: [diritto alla] riservatezza, [diritto alla] privatezza; informativa sulla : informativa sulla riservatezza, informativa sul trattamento dei dati personali private equity: fondo chiuso problem solving: [strategia di] risoluzione dei problemi processing: trattamento, elaborazione product placement: pubblicit occulta/indiretta profit center: centro di profitti profit warning: allarme utili project financing: finanza di progetto project management: gestione dei progetti; realizzazione di progetto, progettazione aziendale project manager: capoprogetti, gestore dei progetti promoter: promotore prompt: (inform.) pronto; carattere di sollecitazione prospect: cliente potenziale provider, [access]: fornitore di accesso provider, [Internet service] (ISP): fornitore di accesso alla Rete, fornitore [di accesso a] Internet proxy [server]: [serviente] intermediario pub: birreria [di stile anglosassone]; locale [notturno] public-private partnership: alleanza pubblico-privato public relations: pubbliche relazioni public speaking: arte oratoria pudding: puddingo pull-back: (geom.) controimmagine pull-down menu: (inform.) men a tendina pullman, autopullman: autobus; torpedone, corriera, autocorriera pulp: poltiglia push-forward: (geom.) immagine push technology: distribuzione selettiva put [option]: vendita a premio, opzione di vendita puzzle, [jigsaw]: mosaico; gioco a incastri Q quartet: quartetto querelle: disputa, controversia, polemica query: interrogazione quest: inchiesta, ricerca question time: (polit.) interrogazioni; botta e risposta, dibattito quiz: domanda [predisposta], quesito; quizzo quote (s.): (inform.) citazione quote (v.), quotare: (inform.) citare, riportare; sottoscrivere, approvare, condividere R racing: gara di corsa rack: portastereo, mobiletto; telaio racket: mafia, mala; criminalit organizzata, organizzazione criminale; malavita; estorsione radar: radiorilevatore radical chic: radical-sofisticato radio button: pulsante/bottone radio raid: irruzione, furto, rapina, incursione raider [finanziario]: rastrellatore, scalatore; speculatore, razziatore (finanziario), predatore [finanziario] ralenti, rallenty: [al] rallentatore; rallentato; riassunto, riepilogo rally: ralli ramages: disegni fioriti ranch: fattoria, allevamento range: intervallo; gamma, spettro, estensione; raggio d’azione ranger: guardaboschi [page]rank: popolarit [della pagina], posizione/livello [in classifica] [della pagina] rapper: rappatore, rappettaro, rappista rate: tasso, aliquota, saggio rating: valutazione, classamento, stima raw food: crudismo, crudivorismo reading: lettura pubblica reality show: televerit , spettacolo realt real-time: (in) tempo reale reboot (s.): riavvio reboot (v.), reboottare: (v.) riavviare reception: accettazione, accoglienza; ricezione, ricevimento r clame: avviso pubblicitario, insegna/cartellone (pubblicitario), pubblicit record: primato, massimo; (inform.) voce [completa]; scheda recovery: recupero, ristabilimento, ripristino, ripresa, risanamento redirect: reindirizzamento referato: referenziato refill: ricarica, ricambio refrain: ritornello, ripresa refresh: aggiornamento; aggiornare relax: rilassamento, rilasso; svago release: edizione, versione, uscita relevant: pertinente, rilevante remainder: (bibliol.) [libro di] giacenza, libro di magazzino, seconda scelta; giacenzeria remake: riedizione, restauro, rifacimento reminder: promemoria, agenda [elettronica)], avviso remote (attr.): da remoto, a distanza, tele- rendering: resa (tridimensionale), presentazione fotorealistica rendez-vous: incontro, appuntamento rentier: redditiere, reddituario replay: ripetizione; moviola; rallentato; riassunto, riepilogo; vd. highlights report: rapporto, relazione reportage: servizio; inchiesta, approfondimento reporter: inviato, corrispondente; cronista, radiocronista, telecronista reporting: relazione, rapporto [redazione di -]; (giorn.) cronaca reporting [tools]: aus li per le relazioni repository: archivio, gestione dell archivio; centro di deposito, deposito reprint: estratto; ristampa [anastatica]; riedizione, nuova tiratura reservation: prenotazione reset (v.), resettare: azzerare, reimpostare; far ripartire (daccapo), ricominciare; cfr. reboot residence: casa di soggiorno; complesso residenziale resort: villaggio [di] vacanze; centro di villeggiatura, centro turistico response rate: tempo di risposta, di reazione; tasso di rispondenza restore (v.): restaurare, ripristinare restyling: rinnovamento, ristrutturazione, rifacimento retail: al dettaglio/minuto retrieval: recupero, reperimento retrorunning: corsa all’indietro revival: reviviscenza, ritorno di moda/attualit ; riproposta, ritorno; rinascita, rinascimento, rifiorimento revolver: rivoltella revolving [credit]: [credito] rotativo rightsizing: cfr. downsizing ringtone: suoneria risk assessment: valutazione del rischio risk management: gestione del rischio/dei rischi road pricing: pedaggio [urbano]; tariffazione stradale road show: tour promozionale, spettacolo itinerante roadmap: tabella di marcia, programma, piano, percorso, calendario; ruolino roaming: itineranza robot: automa, r boto roll: permesso roll-bar: barra di protezione rollerball [pen]: penna [a sfera] a inchiostro liquido roll-on: rullo; rotosfera rollout: varo, lancio roof-garden: terrazza giardino rootkit: (inform.) occultatore ros : rosato roulette: rul tta, rol tta, roll tta roulotte: rulotta, rulotte; carovana round: (sport.) turno, ripresa, giro, partita; (diplom.) negoziato, serie/ciclo [di colloqui] round-trip fund: fondo esterovestito router: instradatore routinario: abitudinario routine: abitudine, abitudinariet , monotonia, prassi, normalit , trantran routing: instradamento aereo royalty: regal a; diritto d autore, brevetto; aliquota, quota, canone [di concessione], diritto d utilizzo rugby: pallaovale, pallovale rumors: voci, dicerie run time: tempo/periodo di esecuzione; ambiente rush finale: volata finale, scatto finale; dirittura d arrivo S sabl : sabbiato, sabbioso sabot: sab ; zoccolo, ciabatta salary cap: tetto salariale sale: vendita sales analyses: analisi delle vendite, analisi vendistiche sales executive/director/manager: direttore delle vendite, direttore commerciale, capo vendite salesman: agente di vendita, venditore, commesso saloon: salone, sala salopette: calzoni/tuta da lavoro; tuta da sci sample: saggio, campione, modello, prototipo sandwich: panino, tramezzino satin: raso savoir-faire: tatto, diplomazia, accortezza, garbo, grazia, abilit , destrezza, saper(ci)fare scan: scandire, scansionare scanner: scanditore, scansionatore; lettore; (med.) scannografo, tomodensitometro scanning: scansione scattering: (fis.) diffusione schedule: lista degli orari scoop: colpo [giornalistico], esclusiva scooter: motoretta, motorino score: punteggio, risultato scoring: arrangiamento, orchestrazione; valutazione; punteggio scouting: cercavolti, esplorazione, sondaggio; scautismo (cfr. talent-scout) screen: schermo screen print: stampa della schermata screen saver: salvaschermo screening: controllo (diagnostico)(periodico), prevenzione (diagnostica), diagnosi precoce; preselezione, selezione; vd. trailer screenshot: istantanea; [riproduzione della] schermata script: sequenza automatica d istruzioni; programmino, automatismo; copione scroll bar: barra di scorrimento scroll: scorrimento, spostamento search engine: motore di ricerca search: ricerca self-control: autocontrollo, padronanza di s self made man: uomo che s’ fatto da s self-service: fai da te, faidatt , autoservizio send, sendare: inviare; cfr. post (v.) sequel: seguito, prosieguo, [episodio] successivo/seguente, sequela serial: serie [televisiva] serial killer: assassino a catena, seriale server: serviente, servente service center: centro di servizi service pack: pacchetto di aggiornamento set (s.): serie, insieme; (sport.) partita; (cinem.) scena, studio set (v.): (inform.) impostare set point: punto finale setting: (inform.) impostazione set top box: decodificatore, sintonizzatore, ricevitore; cfr. decoder set-up: configurazione sex-appeal: attrattiva, richiamo, fascino, procacit sex symbol: simbolo erotico sexy: conturbante, erotico, affascinante, procace, seducente shadow cabinet: governo ombra shake-down, shakedown: collaudo shaker: sbattighiaccio, scotitoio shampoo: sciampo share: percentuale d ascolto; ascolti, pubblico (il 15% di : il 15% degli ascolti/del pubblico); quota, titolo azionario shared service center: centro servizi condivisi shareware: [programma] saggio, programma prova/assaggio sharing: condivisione shiftare: scalare, traslare shock: (s.) squasso, colpo, scossa, urto, collasso, trauma; (attr.) sconvolgente shopper: sacchetto, borsa, sportina shopping: acquisti, compere, spese (fare ); andare [in giro] per i negozi short list: elenco/lista [di candidati] ristretto/a; rosa [di nomi], selezione, selezionati short: calzoncini, pantaloncini shot: cicchetto, cicchettino, bicchierino, sciottino show: spettacolo, concerto, programma [TV]; manifestazione, mostra show business: mondo/industria dello spettacolo show-down: resa dei conti show room: salone, sala mostra/d esposizione showgirl: donna di spettacolo shuttle: navetta shuttlebus: bus navetta side-car, sidecar: ciclocarrozzino, motocarrozzetta side-effect: effetto collaterale sightseeing: giro turistico, visita turistica; giro panoramico (in autobus), [auto]bus panoramico signage: segnaletica silhouette: profilo; siluetta silver plated: placcato in argento single: scapolo, libero; singolo; celibe | nubile singletudine: singolitudine, scapolaggine sister group: (biol.) gruppo fratello sit-com, situation comedy: telecommedia a puntate [con personaggi fissi] site map: mappa del sito sit-in: picchetto sizing: dimensionamento skateboard: rollopattino, tavola a rotelle sketch: scenetta skilift: sciovia skill: abilit , competenza skimmer: schiumatore skinhead: testa rasata skin-popping: bucarsi skipass: tessera, lasciasciare skipper: capitano, capobarca, timoniere; nostromo, nocchiere skunk: moffetta skylab: laboratorio spaziale skylight: [filtro] luce-del-cielo skyline: profilo, orizzonte slang: gergo slash: barra [obliqua] sleeperette: poltrona letto sleep mode: modo veglia (cfr. stand-by) slide: diapositiva, lucido, trasparenza slideshow: diaporama, presentazione slip: mutande; costume slogan: motto/frase/tormentone [pubblicitario]; frase ad effetto slot: spazio, alloggiamento; fascia, fascia di decollo, permesso/diritto di volo; tempo; sezione; fessura [dell’alettone] slot machine: [macchina] mangiasoldi slow: lento slow food: cibo tradizionale slums: bassifondi smart card: c a r t a i n t e l l i g e n t e , c a r t a a / c o n m i c r o p r o c e s s o r e , c a r t a a m i c r o c i r c u i t o ( c f r . m e m o r y c a r d ) s m a s h : s c h i a c c i a t a s m i l e , s m i l e y : ( i n f o r m . ) f a c c i n a , e m o t i c o n a / – k o – , – k T – / , c i b e r f a c c i a s m o g : c a l i g i n e , n e b b i a n e r a , f u b b i a ( C a s t e l l a n i 1 9 8 7 ) ; i n q u i n a m e n t o [ a t m o s ferico] smoking: abito da sera, vestito da cerimonia snack: spuntino, merenda; merendina sneakers: scarpe da ginnastica sniper: cecchino, franco tiratore, tiratore scelto snob: snobbe; affettato, pretenzioso; spocchioso; puzzone snowboard: nevep ttino, tavola da neve soap[-opera]: vd. telenovela social networking: networking (vd.) comunitario socket: zoccolo, alloggiamento; presa, attacco (femmina) soft: morbido, leggero, molle soft drink: soda, analcolico soft economy: economia dolce software: (s.) programma/i, componenti di programmazione, programmario; (attr.) virtuale, applicativo sommelier: [eno]degustatore, sommeliere sonar: ecogoniometro; scandaglio acustico soubrette: subretta, subrettina, stella, primadonna, protagonista soul [music]: musica dell’anima sound: suono [tipico, caratteristico], sonorit sountrack: colonna sonora souvenir: ricordino spam (s.): posta [elettronica] spazzatura/indesiderata; fuffa; pubblicit spazzatura spam (v.): inviare posta/elettrolettere spazzatura; ingolfare; cfr. flood spambot: spazzatur ma spamming: spazzaturazione [=(posta) spazzatura + saturazione], invio indiscriminato di posta sparring partner: compagno d’esercitazione, d’esercizio; sparro sparring: esercitazione; contatto (libero); sguantonamento speaker: annunciatore, locutore; lettore, doppiatore; conduttore, presentatore, congressista, telecronista, relatore; altoparlante, cassa [acustica] speakeraggio: lettura, doppiaggio speakerina: annunciatrice speaking note: scaletta, appunti (per la discussione), progetto [d intervento] special: speciale speedometro: tachimetro, velocimetro speen [generation]: lesti, lestini; generazione dei velocissimi spell checker: correttore ortografico spelling: ortografia, grafia; fare lo : compitare spin doctor: manipolatore d opinioni, [in]doratore d immagine spin: (fis.) girazione, momento angolare intrinseco spin-off: impresa figlia; serie-costola; derivata; figlio/a splatter: (cinem.) sanguigno; disturbo via radio spleen: malinconia, abbattimento split screen: schermo ripartito/diviso splittare: suddividere splitting: suddivisione spoil system: bottino elettorale, ricambio (post)elettorale; sistema delle spoglie spoiler: anticipazione, rivelazione, anteprima, soffiata; (autom.) alettone , fendiaria sponsor: finanziatore, sostenitore (finanziario), spons re sponsoring: finanziamento, sostegno, sponsorizzazione spork: forchiaio sport: sporte (Castellani 1979), diporto; agonismo; attivit agonistica/atletica/fisica, moto; allenamento ecc. sportswear: abbigliamento sportivo spot: messaggio/avviso pubblicitario, pubblicit , spotto (Castellani 1987); una tantum, occasionale spray: nebulizzatore, spruzzatore; spruzzo, schiuma spread: (econ.) scarto, margine, differenziale, intervallo spreadsheet: foglio di calcolo, foglio elettronico, programma tabulatore sprint: scatto, volata sprinter: velocista, scattista, centometrista spy story: romanzo/storia di spionaggio spyware: programma spia squall: (meteor.) groppo staff: collaboratori; personale, organico; gruppo, squadra staff leasing: lavoratori in affitto, lavoratori interinali stage: tirocinio [formativo] staging: (med.) stadiazione stakeholder: portatore d interessi, interessato, parte, interlocutore stalking: perseguitare, tallonare, braccare; molestie assillanti stand: banco, stallo, gazebo, bancarella, padiglione; esposizione stand-alone: indipendente, autonomo standard: st ndaro (Castellani 1987); (agg.) normale, usuale, ordinario, comune, regolare, canonico; uniforme, omogeneo, unificato; piatto, omogeneizzato, tipo; lineare; (s.) modello, campione, tipo; formato; livello [di qualit ], grado, misura, specifica; valore, qualit medi; abitudine, canone, norma; principio, criterio; metodo, procedura, prassi; disciplinare stand-by, [in]: [in] attesa, stato d attesa (cfr. sleep mode) standing: (attr.) in piedi. (s.) posizione, rango; importanza, rilevanza, imponenza; situazione; luogo di fermata standing ovation: ovazione (in piedi), applauso (in piedi / caloroso) starlet: (spett.) stellina, attricetta start up: lancio, avvio, decollo, debutto start up, [societ ] : [impresa] debuttante, in [fase di] avvio, giovane, matricola starter: (sport.) mossiere; giudice di partenza; avviamotore starter kit: pacchetto iniziale, dotazione iniziale statement: dichiarazione, atto, enunciato station-wagon: (auto) familiare, giardinetta status: stato; statuto status symbol: simbolo di prestigio [sociale] steeplechase: corsa campestre di cavalli step: passo, tappa, fase; gradino stepper: gradinatore steward: assistente [di volo] stick: tubetto, bastoncino; colla a : tubetto di colla, colla a tubetto, bastoncino di colla stoccaggio: deposito, immagazzinamento stoccare: depositare, immagazzinare stock: rimanenza, giacenza, riserva; carico, partita; deposito; da : da ingrosso stock option: opzioni su azioni, azioni optate, prenotazioni azionarie stop: (s.) fermata; arresto; (inter.) ferma, alto, altol stopper: fermata; tappo; (sport.) [terzino] centrale store: negozio; supermercato story: soggetto (cinematografico); storia story-board: illustrazione di scene; sviluppo streaming, [in]: [in] [flusso] continuo; [in] emissione [continua]; [in] trasmissione stress: (psic.) spossatezza, defatigazione, pressione, pressura, tensione, logorio; (fis.) sforzo; tensore degli sforzi stress testing: verifica di resistenza/logoramento stretching: allungamento, allungamenti, stiramento strip: striscia strip-tease: spogliarello stuntman, stunt man: controfigura, cascatore style sheet: foglio di stile styling: linea, stile, progettazione (cfr. design) subcontracting: subcontrattazione subwoofer: ipobarifono suite: pacchetto, sistema, serie, completo; appartamento summit: vertice superstar: superstella, persona famosa supertweeter: iperossifono superuser: superutente supplier: fornitore, produttore support: supporto, assistenza supporter: tifoso, sostenitore, appassionato surf (s.): tavola [da onda] surf (v.): (inform.) navigare [in Internet] surplus: sovrappi , eccedenza, residuo suspense: sospensione, sospesa (Migliorini 1990); attesa, tensione, incertezza, apprensione, trepidazione sustainability: durabilit ; sostenibilit , tollerabilit sustainable: durevole; sostenibile, tollerabile switch: interruttore; commutatore; deviatore; spostamento switchare: scambiare, commutare syndication: consorzio, distribuzione sysadmin: amministratore di sistema system: sistema system integration: integrazione del sistema, integrazione di sistema T tabloid: [formato] ridotto tackle (sport.): contrasto, scontro, (intervento in) scivolata tag: codice; targa; marca, marcatore, marchio, identificatore; etichetta; firma, sigla tailleur: taglierino take [d agenzia]: lancio [d agenzia], agenzia take away: da portar via, da asporto take-off: decollo take-over: assorbimento, scalata, acquisizione, acquisto talent-scout: scopritalenti, scovatalenti (cfr. scouting) talk show: salotto (televisivo), salotto spettacolo; dibattito tank: carrarmato, carro tap in: ribattuta tapis roulant: tappeto mobile, tappeto scorrevole; tappeto da corsa; nastro trasportatore target: destinatario, pubblico; bersaglio, obiettivo target price: valore obiettivo task force: unit operativa, forza operativa, gruppo di lavoro; spedizione tattoo: tatuaggio tax manager: commercialista, fiscalista, tributarista tax wedge: (econ.) cuneo fiscale taxi: tass , autopubblica team building: aggregazione della squadra/del gruppo, lavoro di gruppo, [attivit di] fortificazione della squadra, cementazione [dello spirito] di gruppo team: squadra telenovela: teleromanzo, telenovella; serie [televisiva] teleordering: acquisti in rete, teleacquisti, acquisti per corrispondenza teleprompter: gobbo [elettronico], [tele]suggeritore telethon: tele[mara]tona template: modello, tipo tenure track: co.pro terminal: (s.) (aero)terminale test: collaudo, prova, verifica, esame, controllo, saggio, esperimento; (psic.) reattivo testare: collaudare, provare, verificare, esaminare, controllare, sperimentare testimonial: testimone, padrino/madrina t te- -t te: a quattr occhi, a viso a viso text editor: (inform.) editore di testi; programma di videoscrittura, videoscrittore texture: trama, composizione, struttura; tessitura think tank: fabbrica di idee, serbatoio di pensiero; pensatoio, gruppo di riflessione, laboratorio di idee, centro studi; guru third-party (attrib.): terzo; (posp.) di terzi; (inform.) prodotto/sviluppato da terzi thread: filone [di discussione] thriller: [romanzo/pellicola/racconto] di tensione, tenebroso; brividoso thumbnail (image): miniatura [d immagine] ticket restaurant: buono pasto ticket: contributo (sanitario), tassa; tagliando, tessera, biglietto, cedola; tandem tie-break: (sport.) [gioco/partita di] spareggio, vantaggi tight: abito da giorno, da cerimonia; vel da tilt, in: bloccato, impazzito time out: (sport.) tempo [sospeso]; sospensione, pausa, interruzione time sharing: banca del tempo, ripartizione del tempo, condivisione del tempo timeline: cronologia, tabella di marcia, linea del tempo timer: contaminuti, temporizzatore timing: coordinazione; tempismo, tempistica; tempestivit ; momento; messa in fase; cronometraggio; coordinamento delle scadenze toast: tramezzino; tosto, tostino, pane abbrustolito (imbottito) toilette: toletta; gabinetto, bagno, servizi toner: polvere/inchiostro/pigmento per fotocopiatrici tool: strumento; utilit toolbox: strumenti, attrezzatura; armamentario, strumentario top: (inform.) [torna] in cima / su; (abbigl.) bustino, corpetto, corpino; il sopra; piano top-down: dall alto top management (team): vertice, giunta, dirigenti di punta top manager: dirigente di punta (o carica corrispondente) top model: primamodella, modella [di alto livello] top secret: riservatissimo, segretissimo; (s.) [documento] secretato topic: argomento; (ling.) tema topless: senzasopra touch-pad: tappetino tattile touch screen: schermo tattile; sensore tattile toupet: parrucchino, posticcio, tupp , tup tour: giro tour de force: impresa, prodezza; prova di forza, prova di resistenza tourn e: girone, giro, turn , iter tour operator: operatore turistico touch : toccato tout court: a farla breve, alla spiccia, in breve, semplicemente, meramente, senz’altro track down: individuare track-ball: [pallina] tracciante; sfera magnetica tracking system: sistema di rilevamento/orientamento/inseguimento tracking: tracciamento; rilevamento, puntamento, inseguimento track-pad: vd. touch-pad trademark, [registered]: marchio registrato, marchio di fabbrica trader: speculatore, operatore in titoli/di borsa/ecc. trading: (s.) compravendita, contrattazione, speculazione; (attr.) speculativo, di breve termine, non strategico trailer: prossimamente, promo; cfr. anteprima, presentazione trainer: istruttore, allenatore, formatore, preparatore training: addestramento, allenamento, esercizio, formazione trait d union: ponte, tramite, anello di congiunzione tram: tranvai trance: stupore, catalessi, ipnosi tranchant: netto, deciso, perentorio tranche: quota, porzione transfer: trasferibile transfer pricing: prezzatura di trasferimento transfert: traslazione transgender: transessuale, trasgenere traveller s cheques: assegno turistico, assegno al viaggiatore, assegno da viaggio trekking: escursionismo trend: tendenza, andamento trendy: alla moda, di moda, di tendenza, che fa tendenza trial (clinico): sperimentazione, prova, esperimento tri-band: a tripla banda tribute band: vd. cover-band tricot: [lavoro a] maglia trojan horse: cavallo di Troia troll: trollo trolley: valigia con rotelle, rullovaligia; carrello troubleshooter: risolutore di problemi troubleshooting: ricerca guasti, individuazione degli errori, soluzione dei problemi troupe: compagnia, gruppo, truppa, complesso trousse: astuccio, borsetta true and fair view: presentazione fedele / veritiera e corretta trust: cartello, monopolio; [contratto] fiduciario; [societ ] fiduciaria truthiness: veraceria T-shirt: maglietta [a maniche corte] tunnel: galleria, traforo turn-over: ricambio, avvicendamento tutor: tutore; vd. autovelox tutoring: tutorato; coordinamento tweeter: ossifono tycoon: magnate; monopolista; imprenditore U ultras: ultr unbundling: separazione (contabile, gestionale ecc.); tariffazione separata under : i meno di [anni], i meno che enni, infra enni (gli under 20: i meno di 20, i meno che ventenni, gl’infraventenni) under class: basso ceto underscore: sottolinea, linea inferiore, lineetta bassa; tasto di sottolineatura understatement: minimizzazione, attenuazione unisex: unisesso, ambigenere unlock: sbloccare unplugged: [in] acustico unzip: decomprimere; 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World Wide Web); (attr.) di rete, in rete, per la rete; Internet web designer: progettista siti web master: amministratore/gestore [del sito] webbista: internauta, internettiano, internettista, internettaro webcam: telecamerina week-end: fine settimana, intr dima (Castellani 1987) welfare: politiche sociali, servizi sociali, ammortizzatori sociali; [insieme delle / politiche di ] tutela/copertura/protezione sociale, assistenza [sociale]; salute, benessere welfare state: stato sociale/assistenziale wellness: benessere welter: (sport.) 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Sobrero, (a cura di), Introduzione all italiano contemporaneo. Le strutture, Roma-Bari, Laterza, 1993, p. 321 PAGE PAGE 4 PAGE \* MERGEFORMAT 4 PAGE PAGE 112 – 2 3 ; G V zhz zhz R R + h cF h$8 6 B* OJ QJ ] mH ph sH # h cF h$8 6 B* OJ QJ ] ph h cF h$8 B* OJ QJ ph + h< L h$8 6 B* OJ QJ ] mH ph sH % h< L h$8 B* OJ QJ mH ph sH * j h cF h$8 0J B* OJ QJ U ph h$8 B* OJ QJ mH ph sH % h cF h$8 B* OJ QJ mH ph sH ( h cF h$8 6 B* OJ QJ mH ph sH 5 6 7 B D j 7 X Y Z b i j s { } sb ! h$8 6 CJ OJ QJ aJ mH sH ' hg h$8 6 CJ OJ QJ aJ mH sH + h cF h$8 6 B* OJ QJ ] mH ph sH ( h cF h$8 6 B* OJ QJ mH ph sH h$8 B* OJ QJ mH ph sH * j h cF h$8 0J B* OJ QJ U ph % h cF h$8 B* OJ QJ mH ph sH ( h cF h$8 B* OJ QJ ] mH ph sH $ ! # $ * + , - . 0 1 H I J K N O U V W Y Z ` a d e f h i j ! h ^, 5 CJ OJ QJ aJ mH sH h* mH nH u j h$8 U h* 0J mH nH u h$8 h$8 0J j h$8 0J U j h % U h % ) ! " # . / 0 L M N W X Y f g h i j $ 7 dh ` 7 a$ gd ^, &`#$ gd r K K $ a$ &`#$ gd 2w 5 0 1 h :p r . A! " S # n $ n % 6 1 h P :pfO / =! 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